Venerdì, 16 Dicembre 2016 19:54

Centro di cinematografia sperimentale: scaduta la convenzione con la Regione, futuro a rischio

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"E' difficile lavorare serenamente quando non sai cosa accadrà domani".

Lo sfogo, amaro, è di Daniele Segre, direttore didattico del Centro di Cinematografia Sperimentale dell'Aquila.

Presentando, giovedì, la mostra fotografica L'Abruzzo che cambia - che raccoglie gli scatti degli allievi di reportage fotografico del Centro -, Segre ha lanciato un allarme sul futuro della scuola.

La Regione - il principale ente finanziatore insieme al ministero dei Beni culturali - non ha ancora rinnovato la convenzione, in scadenza a fine anno, che garantiva all'istituto la quota parte maggiore (300 mila euro) dei 525 mila euro che rappresentano il suo costo complessivo annuale.

Se questo impegno non verrà confermato, c'è il rischio che ad aprile il Centro possa chiudere.

"Un'eventualità che non vogliamo prendere nemmeno in considerazione" commenta la preside Caterina D'Amico "Si sa che in questo Paese le cose si fanno all'ultimo momento e ancora più spesso fuori tempo massimo, quando i termini sono scaduti. Anche se così si lavora molto male". Un'eventualità che, se dovesse verificarsi, sarebbe una vera iattura e corrisponderebbe alla perdita di un centro di eccellenza dal valore riconosciuto.

La notizia del mancato rinnovo della convenzione non è una novità, NewsTown ne aveva parlato già un anno fa. Sembra che ad opporsi a un prolungamento dell'accordo non siano tanto gli organi politici della Regione (giunta e consiglio) quanto alcuni dirigenti. Di certo, in questa come in altre situazioni di crisi riguardanti gli enti culturali partecipati o finanziati, in tutto o in parte, dalla Regione, l'assenza di un assessore al ramo si fa sentire.

Per ovviare al problema finanziamenti, il Centro sarà inserito nell'elenco degli enti culturali che potranno beneficiare dei fondi del 4%. Il problema, però, è che ciò potrà accadere solo nel 2018 a copertura dell'annualità 2017. Ciò significa che il 2016 rimarrà scoperto a meno di un intervento della Regione. Ma chissà se si riusciranno a trovare i soldi nelle pieghe di un bilancio che approderà in aula a fine mese, con una maggioranza, peraltro, tutt'altro che coesa, e che l'assessore Paolucci ha già annunciato di lacrime e sangue.

Da quando è nato, nel 2011 - come sede distaccata (le altre si trovano a Torino, Palermo e Milano), specializzata in reportage, dello storico Centro di Cinematografia di Roma (la più antica scuola di cinema del mondo) - il Centro di Cinematografia dell'Aquila non si è mai integrato veramente con la città e, più in generale, con il territorio: né con il suo tessuto sociale e culturale (molti ne ignorano perfino l'esistenza) né, specialmente, con le istituzioni. E ciò malgrado abbia, fin da subito, mostrato interesse per la storia e l'attualità dell'Aquila e dell'Abruzzo, producendo progetti e lavori pregevoli - mostre fotografiche, documentari, reportage radiofonici - premiati anche in festival e concorsi, nazionali e internazionali.

"Non siamo qui solo per insegnare" ha ribadito ieri Segre "ma per creare ponti con il territorio. In questi anni abbiamo investito molto sui giovani, i nostri corsi vengono frequentati da ragazzi provenienti da tutta Italia. Crediamo di essere una risorsa per questo territorio, il nostro futuro è qui. Affinché ciò accada, tuttavia, abbiamo bisogno di alleanze forti. Invece il nostro destino è più che mai incerto. Confido che la Regione riconosca il nostro valore".

"Non è stato il Centro di cinematografia a chiedere di aprire una sede distaccata all'Aquila" afferma la preside D'Amico "fu la Regione a cercarci per raccogliere in qualche modo l'eredità dell'Accademia dell'Immagine. Tra l'altro quella dell'Aquila è l'unica sede distaccata finanziata direttamente anche dal Mibact, cosa che il nostro statuto in teoria vieterebbe".

Ultima modifica il Domenica, 18 Dicembre 2016 01:05

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