Non slitterà all'estate prossima il processo d'appello per la discarica dei veleni di Bussi.
Dopo una breve camera di consiglio, il collegio giudicante della Corte d'assise d'appello dell'Aquila presieduto dal giudice Aldo Manfredi ha respinto l'istanza di uno degli avvocati difensori, Tullio Padovani, che assiste Guido Angiolini, amministratore delegato di Montedison dal 2001 al 2003, che in avvio della prima udienza fissata per stamane aveva chiesto la sospensione del processo in attesa che si esprima la Corte costituzionale sulla legittimità di un intervento legislativo, la cosiddetta legge Cirielli, che ha ampliato i termini di prescrizione del reato di disastro colposo da 7 anni e 6 mesi a 15 anni. Una previsione che la rende identica a quella per il disastro doloso, sempre di 15 anni, sulla cui costituzionalità la Consulta avrebbe dovuto pronunciarsi il prossimo 7 febbraio.
L'avvocato Padovani aveva chiesto al collegio giudicante di attendere la prossima udienza della corte costituzionale che, a suo dire, potrebbe svolgersi tra maggio e giugno dopo lo slittamento per le dimissioni di un giudice relatore. La procura generale, rappresentata dall'avvocato generale Romolo Como, si era rimessa alla decisione del collegio evidenziando che, in caso di accoglimento dell'Istanza del difensore, sarebbe stato comunque sospeso il termine della prescrizione per i reati su cui si procede.
Il collegio alla fine ha stabilito di valutare sulla legittimità costituzionale assieme alla decisione, ovvero quando dovrà stilare la sentenza. Secondo le parti civili l'istanza era comunque irrilevante perché il reato di disastro colposo è già stato prescritto. Il disastro doloso rischia invece la prescrizione entro la primavera del 2017. Il reato di avvelenamento non si prescrive.
Dunque, è stato fissato il calendario delle udienze: sono state rinviate al prossimo 11 gennaio le requisitorie dei Pm; il 16 ci sarà l'udienza per le parti civili, il 17, 19, 25, 26 e 30 gennaio per le difese. La sentenza è attesa per il 31 gennaio. Il collegio si è riservato la data del 23 gennaio per un eventuale completamento della discussione delle parti che non abbiano potuto svolgere l'intervento.
L'Appello
Si è celebrata stamane la prima udienza in Corte d'Assise d'Appello relativa al processo per la mega discarica dei veleni di Bussi (Pescara).
Il rinvio del procedimento all'Aquila è stato disposto lo scorso marzo dalla Cassazione che ha convertito in appello tutti i ricorsi presentati alla Suprema Corte. In Corte d'Appello a Chieti, il 19 dicembre 2014, 19 imputati erano stati assolti dall'accusa di aver avvelenato le falde acquifere mentre il reato di disastro ambientale fu derubricato in colposo e quindi prescritto.
L'esito della sentenza ha provocato alcune inchieste giornalistiche che hanno prodotto l'apertura di un fascicolo da parte della Procura di Campobasso nei confronti del giudice Camillo Romandini, presidente del Collegio in Assise, per presunte pressioni sui giudici popolari. A seguito dell'indagine, il Ministero della Giustizia ha avviato un provvedimento disciplinare nei confronti del giudice, mentre la Procura di Corte di Cassazione sta riesaminando il caso. [Leggi l'approfondimento]
L'indagine della Procura di Pescara sulla megadiscarica dei veleni prese il via nel 2007 con la scoperta da parte del Corpo Forestale dello Stato di circa 185 mila metri cubi di sostanze tossiche e pericolose in un'area di quattro ettari nei pressi del polo chimico di Bussi sul Tirino (Pescara). L'area, definita subito come la più grande discarica inquinata d'Europa, viene posta sotto sequestro. Dagli anni '60 agli anni '90 sono state sversate e smaltite abusivamente tonnellate di sostanze pericolose, fra cui cloroformio, tetracloruro di carbonio, esacloroetano, tricloroetilene, triclorobenzeni e metalli pesanti.