Martedì, 20 Dicembre 2016 14:28

Berlino: tra i dispersi una ragazza di Sulmona. Il padre: "Non mi illudo"

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"Abbiamo capito che era finita stanotte all'una e mezza: siamo stati noi a chiamare la Farnesina, ma l'aiuto più grande ce lo hanno dato i carabinieri di Sulmona".

Parole disperate di Gaetano Di Lorenzo, il papà di Fabrizia, la 31enne di Sulmona che risulta ancora tra i dispersi a seguito del terribile attentato che, ieri sera, ha sconvolto Berlino; non sembrano esserci più dubbi, però, sulla morte della ragazza che, da anni, viveva in Germania. "Ci siamo mossi coi nostri canali, ma da quanto mi dice mio figlio da Berlino, non dovrebbero esserci più dubbi - ha affermato trattenendo a stento i singhiozzi Gaetano - E' lì con mia moglie in attesa del Dna, aspettiamo conferme, ma non mi illudo". 

A dare l'allarme sono stati gli amici che non avevano più notizie della ragazza da ieri sera; non ne aveva nemmeno il titolare dell'azienda 4Flow dove Fabrizia Di Lorenzo era impiegata e che questa mattina non l'ha vista arrivare al lavoro. A preoccupare era stato il ritrovamento del cellulare della donna vicino a Breitscheidplatz, il luogo dell'attentato. Stando all'HuffingtonPost, il telefono è stato consegnato alla polizia tedesca da un ragazzo. L'Ansa ha dato la notizia di un altro cittadino italiano rimasto ferito. L'uomo non sarebbe in gravi condizioni e verrà sentito dagli inquirenti. Secondo altre fonti, ci potrebbe essere anche un altro italiano coinvolto nell'attacco al mercatino di Natale. Verifiche sono in corso presso tutti gli ospedali della città.

Intanto, non ci sono più dubbi: l'attacco di ieri sera, con un camion piombato a tutta velocità sulla folla che visitava i mercatini di Natale, uccidendo 12 persone e ferendone 48, è il risultato di "un attentato". Lo ha confermato il Ministero dell'Interno tedesco. Tuttavia, il capo della Procura federale ha comunicato in serata il rilascio, "per insufficienza di prove", del 23enne pachistano fermato ieri sera nei concitati momenti seguiti all'attentato. In particolare, si spiega in un comunicato, "i test forensi eseguiti finora non hanno fornito indicazioni sulla presenza dell'accusato nell'abitacolo del camion durante l'attacco".

Il responsabile, dunque, sarebbe ancora a piede libero.

Il pachistano è un richiedente asilo a Berlino dallo scorso febbraio. Era noto alla polizia per reati minori, ma non per una radicalizzazione estremista. Per avere la conferma che si trattasse proprio dell'attentatore, le autorità tedesche avevano disposto il test del Dna per confrontarlo con le tracce biologiche trovate nel camion.

Ultima modifica il Mercoledì, 21 Dicembre 2016 09:43

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