Giovedì, 29 Dicembre 2016 19:55

L'Aquila è la città più sicura d'Italia? Resilienza o rimozione?

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In seguito all'intervista all'antropologo Antonello Ciccozzi [leggi] si è acceso un dibattito, soprattutto sui social network, intorno ai concetti espressi nell'articolo. Per questo, lo stesso Ciccozzi ha inteso inviare in redazione alcune precisazioni che pubblichiamo.

Qualcuno mi ha accusato di disfattismo, in quanto avrei indotto a pensare che L'Aquila sarebbe una città senza speranza, quando invece, al contrario, "L'Aquila è la città più sicura d'Italia!".

Mi tocca fare qualche precisazione:

1) La mia intenzione non era affatto indurre a pensare che L'Aquila è senza speranza; al contrario ho affermato che L'Aquila può tornare ad essere una città desiderabile – ossia una dove si vuole venire a vivere e non da dove si vuole fuggire – se saremo in grado di ricostruire mettendo realmente e inderogabilmente al centro la sicurezza, il 100% di sicurezza sismica. Ritengo pertanto che se qualcuno abbia pensato che indurrei a pensare che L’Aquila è una città senza speranza, probabilmente già lo pensa da sé, e ha proiettato questo timore sulla mia intervista.

2) Secondo qualcuno questo interrogarsi sulla sicurezza sismica è quanto meno pleonastico perché ormai abbiamo sancito che "L'Aquila è la città più sicura d'Italia!".

Per me questa formula è risibile e, soprattutto, pericolosa in quanto:

Falsamente apodittica: su quali basi empiriche lo abbiamo sancito? dai recenti terremoti di Amatrice e Norcia? Questi scuotimenti si sono ripercossi all'Aquila con un'accelerazione al suolo nell'ordine di 1/15-1/30 rispetto a quella che ci fu il 6 aprile 2009. Tuttavia questo "crash test for dummies" ha prodotto vari danni anche sugli edifici appena ristrutturati. L'Aquila città più sicura d'Italia? Siamo sicuri? Speriamo solo che su diversi edifici inagibili, soprattutto condomini, classificati "B" o "E", e ora ristrutturati senza interventi strutturali (per le "B") o in luogo di essere stati demoliti (per le "E"), non arrivi un terremoto con un'accelerazione come quella del 2009.

Autoreferenziale: ce lo diciamo da soli che L'Aquila è la città più sicura d'Italia? mi viene da pensare a formule come "La Protezione Civile più efficiente del mondo" o "La Costituzione più bella del mondo". I complimenti valgono se fatti da altri, quando ce li facciamo da soli sono segno solo di deliri narcisistici da carenza di riconoscimento esterno. Tanto per fare un esempio social: il like ce lo devono mettere gli altri, se ce lo mettiamo da soli qualcosa non va.

Apotropaica: "L'Aquila è la città più sicura d'Italia!" è la nuova versione del "Tanto mo' ha fatto, refa' fra trecento anni!", è una formula-placebo per rimuovere il rischio più culturalmente, per autosuggestione, che strutturalmente, attraverso tecniche orientate a tale scopo. Finché non arriva la prova dei fatti, come tutti i placebo, funziona; funziona egregiamente. Funzionerà se torneranno le 3:32 del 6 aprile 2009?

Mentre ci beiamo con il rassicurazionismo della formula magica "L'Aquila è la città più sicura d'Italia!" abbiamo scuole che hanno subito lesioni dai recenti terremoti del centro Italia, e che sono state oggetto solo di valutazioni visive da parte dei tecnici e di interventi che si sono limitati a ristuccare le crepe. Non si sa se c'è il certificato di agibilità sismica! A L'Aquila?!? Il neo-mantra "L'Aquila è la città più sicura d'Italia!" vale anche come certificato di agibilità sismica per le scuole?

Mentre ci beiamo con il rassicurazionismo della formula magica "L'Aquila è la città più sicura d'Italia!" abbiamo un quadro normativo che, in nome della tutela storico-artistico-architettonica, consente di andare in deroga rispetto alla sicurezza (Dalle linee guida del Mibact si legge che «per i beni culturali tutelati è possibile derogare rispetto all'adeguamento», dove gli interventi sono subordinati al principio secondo cui «spesso è opportuno accettare consapevolmente un livello di rischio sismico più elevato rispetto a quello delle strutture ordinarie, piuttosto che intervenire in modo contrario ai criteri di conservazione del patrimonio culturale»).

Mentre ci beiamo con il rassicurazionismo della formula magica "L'Aquila è la città più sicura d'Italia!" sta per partire – nel menefreghismo più totale di una cittadinanza che è capace di mobilitarsi solo se giovani che pisciano per i vicoli – il restauro della scuola De Amicis in deroga al 100% di sicurezza sismica.

Mentre ci beiamo con il rassicurazionismo della formula magica "L'Aquila è la città più sicura d'Italia!", L'Aquila – una delle zone sismicamente più pericolose del mondo – seguita a rimanere classificata in zona 2 sulla carta nazionale del rischio sismico (anche qui, se si vuole veramente bene a "L'Aquila bella mé", l’importante è minacciare rivolte piccolo-borghesi se qualcuno piscia in un vicolo diroccato dopo l'aperitivo della vigilia di Natale).

Non vorrei che il rassicurazionistico "L'Aquila è la città più sicura d'Italia!", oltre a evocare il motto "Tanto mo' ha fatto, refa' fra trecento anni!", si rivelasse un nuovo "lo sciame sismico scarica energia!".

Vogliamo essere "resilienti?" (tanto per usare una parola che s'impone nel prêt-à-penser post sismico peggio dei giubbini gialli della Protezione Civile), allora smettiamola con i punti esclamativi e iniziamo a mettere i punti interrogativi dove serve; per distinguere la rimozione dalla resilienza: "L'Aquila è la città più sicura d'Italia!" è una formuletta magica più pericolosa che risibile; "L'Aquila è la città più sicura d'Italia?" è la domanda che dovrebbe guidare la ricostruzione. Lo fa? 

Ultima modifica il Giovedì, 29 Dicembre 2016 20:17

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