Sabato, 21 Gennaio 2017 11:27

Rigopiano, la tragedia: cosa non ha funzionato, nella 'macchina dei soccorsi'?

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Non possiamo che partire dai dati di contesto, che hanno determinato una vera e propria emergenza.

Mercoledì 18 gennaio, tra le 10:25 e le 14:33, 4 scosse di magnitudo oltre il grado 5° della scala Richter hanno sconvolto le aree interne d'Abruzzo, con epicentro nell'alta Valle dell'Aterno. "Un fenomeno nuovo nella storia recente", l'ha definito l'Ingv. "Non si è mai vista una serie di terremoti succedersi con queste modalità". [Leggi qui] 

In quelle ore, l'Abruzzo è colpito da drammatici fenomeni metereologici. Stando ad una stima di Daniele Izzo del Centro Epson Meteo, sulla regione sarebbero caduti quasi venti milioni di tonnellate di neve (il calcolo si basa sulla densità della neve fresca che oscitalla tra 80 e 200 chili al metro cubo). "Mediando tra le zone costiere, dove al massimo la neve ha imbiancato per pochi centimetri, e le zone appenniniche di media-alta quota, dove si sono superati anche i 2 metri - ha precisato Izzo - è ipotizzabile che tutta la superficie dell'Abruzzo (10.832 km2) sia stata ricoperta mediamente da 1 metro di neve". A sentire il meteorologo Andrea Giuliacci, "i dati disponibili fanno pensare, almeno per alcune aree dell'Abruzzo, ad un evento eccezionale e paragonabile a quello del 2012".

Questo il contesto, come detto: è così che si inquadra la tragedia di Farindola.

Coi soccorritori impegnati a scavare tra le macerie, e la speranza di trovare altre persone vive [Leggi qui], si inizia a discutere di eventuali responsabilità: ci si chiede se la tragedia potesse essere evitata. Dell'albergo resort Rigopiano, e del rischio che una valanga potesse abbattersi sulla struttura abbiamo già scritto qui; oltre le polemiche sulla 'collocazione' dell'Hotel e sulle vicende del suo ammodernamento, però, la macchina istituzionale ha funzionato, mettendo in campo le azioni necessarie a fronteggiare l'emergenza?

Cosa sappiamo, fino ad ora? Gli ospiti dell'albergo - spaventati dalle scosse del mattino e preoccupati per la neve che continuava ad accumularsi fuori le finestre - già il mattino del 18 gennaio avrebbero voluto andar via. Si sarebbero ritrovati nella hall, sperando che una turbina potesse liberare la strada per Farindola dal muro di neve che la ostruiva: non è mai arrivata, però. Intorno alle 17:30, si è staccata la valanga dal Monte Siella che ha travolto la struttura.

Immediata la richiesta d'aiuto: il cuoco Giampiero Parete, infatti, scampato miracolosamente alla tragedia, contatta su WhatsApp il suo datore di lavoro, il ristoratore Quintino Marcella, che si mobilita prontamente; i soccorritori, però, vengono fatti partire soltanto in serata e, considerate le condizioni atmosferiche proibitive, riusciranno a raggiungere l'Hotel Rigopiano soltanto alle 4:30 del mattino di giovedì 19 gennaio, 11 ore dopo la valanga.

 

Cosa è accaduto, prima e dopo la slavina? Per chiarirlo, la Procura di Pescara ha aperto un fascicolo d'inchiesta contro ignoti, con le ipotesi di reato di omicidio colposo plurimo e disastro colposo.

In queste ore, le indagini si concentreranno sull'allerta valanghe che si presume sia stata ignorata e sulle condizioni della viabilità che hanno ostruito il transito da e verso l'Hotel Rigopiano.

Scrive il quotidiano 'Il Centro', in edicola stamane, che il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali avrebbe inviato alla Prefettura di Pescara dei bollettini meteo che avrebbero avvertito di un rischio crescente di valanghe, da lunedì 16 a mercoledì 18 gennio, fino al livello 4 (marcato) su una scala di 5. D'altra parte, l'applicazione per smartphone Meteomont, lanciata nel 2015 e prodotta da una azienda aquilana per il Corpo forestale dello Stato, già dal pomeriggio di lunedì segnalava allerta 4 su 5 sui Monti della Laga, Gran Sasso e Terminillo, e sui rispettivi versanti.

L'allarme segnalato alla Prefettura, è stato diramato ai Comuni e agli operatori turistici? E se sì, come mai è rimasto inascoltato: in altre parole, come mai la struttura di Rigopiano non è stata evacuata già lunedì sera? Come abbiamo scritto ieri, si ipotizza una ricorrenza secolare della valanga lassù, a Rigopiano, a ridosso del resort, a dire che si sarebbe trattato di un evento davvero eccezionale: è vero anche, però, che le condizioni metereologiche erano altrettanto eccezionali, già da lunedì.

Tanto è vero che martedì mattina, a Farindola, ci sono 1 metro e 20 centrimetri di neve; le strade vengono liberate alle 13:20 coi mezzi provinciali, racconta il primo cittadino Ilario Lacchetta a 'Il Centro'. Le condizioni del tempo però peggiorano ancora, tra martedì pomeriggio e mercoledì. Dunque, il Comune sollecita la Provincia - già di prima mattina - chiedendo una turbina per liberare le strade, anche quella per Rigopiano.

In quelle ore, c'è una riunione nel Palazzo della Prefettura di Pescara per fare il punto sui diversi allarmi giunti da altrettanti Comuni: alle 11:30 circa, il vertice si scioglie per le scosse di terremoto che si susseguono; stando alla ricostruzione de 'Il Centro', il presidente della provincia Antonio Di Marco chiede comunque la disponibilità di turbine per l'area flagellata dal maltempo e contatta il governatore Luciano D'Alfonso per rappresentargli l'emergenza in divenire.

A mezzogiorno, Di Marco scrive al Governo, al dipartimento nazionale della Protezione civile, alla Regione Abruzzo e ai Vigili del Fuoco di Pescara. "Facendo propri gli allarmi pervenuti dai sindaci del territorio, nel dichiarare lo stato di emergenza per la provincia di Pescara", chiede di avere a disposizione "immediatamente mezzi turbina per liberare dalla neve le strade provinciali e comunali". Di Marco sottolinea che "precipitazioni atmosferiche superiori alla media stanno comportando gravi difficoltà per la circolazione di mezzi e persone. Da ultimo", fa notare, "le scosse telluriche verificatesi negli scorsi minuti hanno determinato una situazione di panico diffusa soprattutto nelle persone che a causa della difficoltà prima segnalate, si sono trovate nell’impossibilità di abbandonare le proprie abitazioni".

Purtroppo, quel maledetto mercoledì - in provincia di Pescara - non c'è neanche un turbina a disposizione: in base ai documenti acquisiti da 'Il Centro' in queste ore, la turbina della Provincia era infatti rotta da giorni, e si trovava in officina per una riparazione.

Intorno alle 13, la reception del resort di Farindola invia una mail all'Ente: i clienti vogliono andar via, è scritto nel messaggio, l'ultimo.

Alle 15:45 viene convocato un altro vertice in Prefettura; si decide di far arrivare una turbina dalla vicina Campobasso e, infatti, alle 17:09 il presidente della provincia Di Marco scrive su Facebook che sta arrivando dal Molise "una turbina in grado di spalare e raccogliere la neve".

Passano soltanto 31 minuti, però, e la valanga travolge l'Hotel Rigopiano. La turbina arriverà nel pescarese dopo le 20 e, alle 23, raggiunge il bivio di località Mirri di Farindola per cominciare a liberare il tratto di strada bloccato verso Rigopiano. I soccorsi sono già partiti, a quel punto, seppure in ritardo rispetto alle chiamate di Marcella che continua a ripetere: "Sembrava non mi volessero credere".

Su questo, e altro, dovrà indagare la Procura di Pescara.

Ultima modifica il Sabato, 21 Gennaio 2017 12:03

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