Sono cinque le proposte per superare questa delicata fase all'Aquila da parte del gruppo in Consiglio comunale dei movimenti civici, Appello per L'Aquila che Vogliamo, che esprime i consiglieri Ettore Di Cesare e Vincenzo Vittorini.
Dopo la notizia emersa ieri per bocca dello stesso Di Cesare, secondo la quale il Comune dell'Aquila non avrebbe effettuato le verifiche di vulnerabilità sismica sugli edifici di sua proprietà (comprese le scuole), che sarebbero dovute essere concluse entro il 31 marzo 2013, come previsto dalla legge n. 288 del 2012, oggi il gruppo consiliare lancia alcune proposte su consapevolezza e prevenzione del rischio sismico.
Intanto, si chiede all'amministrazione guidata da Massimo Cialente di avviare immediatamente le su citate verifiche di vulnerabilità sismica; sollecitare gli altri enti pubblici (vedi la provincia per l'edilizia scolastica) a fare lo stesso; acquistare i banchi antisismici con le risorse destinate alla protezione civile; pubblicare sul sito web del Comune gli indici di vulnerabilità degli edifici privati ricostruiti, anche questo anticipato ieri a questo giornale, ed infine attivare "immediatamente" la ricognizione dello stato dei puntellamenti nei centri storici del territorio comunale.
La nota completa
Il recente terremoto nell'Alta valle dell'Aterno ha mostrato la sfaldamento delle istituzioni: dallo Stato centrale, alla Protezione civile e la Grandi rischi fino alla Regione (protagonista di un silenzio assordante), fino alle amministrazioni locali.
Tutti preoccupati di scaricare le responsabilità, piuttosto che tentare di risolvere i problemi. Uno spettacolo francamente indecoroso.
Intanto noi tutte e tutti, frastornati da questa confusione istituzionale e dalle scosse, siamo comprensibilmente preoccupati e angosciati, consci del fatto che ognuno dovrebbe fare la propria parte, prima di fare scaricabarile.
Abbiamo appreso con sconcerto che il Comune dell'Aquila non ha effettuato le verifiche di vulnerabilità sismica sugli edifici di sua proprietà (comprese le scuole), che sarebbero dovute essere concluse entro il 31 marzo 2013 come previsto dalla legge n. 288 del 2012.
E' incredibile che, da quasi quattro anni, sia proprio il Comune dell'Aquila ad essere inadempiente rispetto alla legge, quando tutti sanno che la prima misura di prevenzione è la conoscenza puntuale delle vulnerabilità. Il "modello L'Aquila", la "città più sicura in Italia", il fascicolo del fabbricato si rilevano solo propaganda se nemmeno ottemperiamo a quanto previsto dalla legge quando dovremmo essere di esempio nel nostro Paese su questi temi. Ce lo imporrebbe la nostra storia e la memoria delle nostre vittime.
Ma la questione è stata percepita sempre come fattore secondario non trasformandosi mai in politiche per la prevenzione e la sicurezza.
Il tema è stato discusso lunedi in coda al consiglio comunale: la maggior parte dei consiglieri erano andati già via, indice della scarsa sensibilità sull'argomento e dell'assoluta sconnessione con il sentire di tutta la popolazione.
Le battaglie portate avanti dal nostro gruppo in consiglio comunale in tempi non sospetti, grazie soprattutto alla sensibilità e determinazione di Vincenzo Vittorini, sono state vissute dall'amministrazione quasi come un fastidio. Abbiamo dovuto lottare, e se oggi abbiamo un Piano di Protezione Civile aggiornato, migliorabile ma abbastanza funzionante, lo si deve anche a quelle battaglie. E' necessario attuarlo per intero il Piano, programmare le esercitazioni ancora largamente insufficienti e informare costantemente la popolazione. Va fatto subito.
Oggi non ci sembra il momento delle polemiche, anche se le responsabilità sulle inadempienze andranno pur chiarite, perché vanno eliminati gli errori per dare sicurezza alle nostre comunità.
Quello che chiediamo è che la popolazione sia informata compiutamente e quindi:
- avviare immediatamente le prove di vulnerabilità sismica di tutti gli edifici di proprietà comunale (stiamo solo chiedendo il rispetto della legge...). In attesa di conoscere gli esiti delle prove, considerare per alcuni casi, in particolare le scuole, l'opportunità di spostare momentaneamente la sede. In ogni caso entro un tempo congruo, quantificabile in due mesi, tutte le verifiche dovranno essere effettuate pena la chiusura di tutte le strutture di cui non si conosca il grado di vulnerabilità;
- sollecitare con forza gli altri enti a fare altrettanto su edifici di loro proprietà; anche in questo caso il Sindaco deve pretendere che le verifiche vengano fatte entro due mesi per non dover attuare provvedimenti di chiusura;
- acquistare i banchi antisismici anche attingendo dalle risorse destinate alla protezione civile;
- pubblicare sul sito web del comune, edificio per edificio, le percentuali di miglioramento sismico raggiunte nella ricostruzione privata: serve a chi ci abita per conoscere il proprio grado di vulnerabilità, è necessario per chi vuole acquistare o affittare un'appartamento;
- attivare immediatamente la ricognizione dello stato dei puntellamenti nei centri storici, previsti da un'ordinanza del sindaco del 2013 e mai effettuati, i cui fondi sono disponibili in bilancio grazie ad un nostro emendamento di qualche mese fa.
Più in generale avviare serie e concrete politiche sulla sicurezza perché è ormai evidente che con il rischio sismico dovremmo conviverci per decenni. Occorre quindi attrezzarsi altrimenti si rischiano anni di paura. Queste politiche devo essere considerate assolutamente prioritarie per la sicurezza e tranquillità delle nostre vite e perché altrimenti le battaglie contro lo spopolamento, sull'Università e sul rilancio delle economie dei nostri territori saranno solo parole vuote.