Uno sciopero dalla composizione sociale variegata, con un corteo che attraversa quartieri abitati e blocca il traffico. Da tempo L'Aquila non viveva un pomeriggio di protesta così colorato, merito della manifestazione Non una di meno, nell'ambito dello sciopero globale delle donne per l'8 marzo [leggi].
Nel capoluogo abruzzese, così come in altre città della regione e d'Italia, hanno sfilato in corteo alcune centinaia di persone, di cui la maggior parte ovviamente donne. Le rivendicazioni sono quelle della piattaforma nazionale, che lo scorso novembre a Roma ha visto manifestare migliaia di persone. Più autonomia, meno precariato esistenziale e lavorativo. E poi stop alla violenza, al linguaggio misogino e sessista, per una maggiore educazione alle differenze di genere. La manifestazione è seguita a numerose iniziative organizzate in città fin dal mattino.
A comporre la piazza aquilana tante giovani, tra le quali alcune arrivate dalla Valle Peligna, ma anche i collettivi storici come il Centro Antiviolenza e la Casa delle Donne, o quelli di più recente costituzione come FuoriGenere, che nelle ultime settimane ha tessuto un sapiente lavoro di relazione in vista della giornata. Presenti tra le altre anche due assessore comunali, Emanuela Iorio e Betty Leone.
Da tempo, per cause ovviamente connesse al terremoto, non c'era in città un corteo nei quartieri abitati. Quasi sempre, infatti, le manifestazioni hanno attraversato quel centro storico dalla grande portata simbolica, ma al tempo stesso vuoto di vita e di persone.
Stavolta, invece, lo corteo ha incrociato la trafficatissima rotonda dello stadio Fattori e si è addentrato su viale De Gasperi, la strada principale del quartiere Torrione, sulla quale si sono affacciate persone, dai balconi e dalle vetrine dei negozi. Scene normali in tutte le altre città, ma rare all'Aquila.
Vogliamo raccontarvi i volti, i colori e le parole di Non una di meno all'Aquila attraverso alcune foto di Ilaria Rosa scattate nel corso della manifestazione.