"L'immediato sgombero ed il divieto di uso dei manufatti, anche a carattere precario, realizzati all'interno della zona individuata con la sigla P4 dal surrichiamato Piano Stralcio Difesa delle Alluvioni", recita così la disposizione dell'ordinanza scritta ieri ed emessa stamane dal Comune dell'Aquila, firmata dal sindaco Massimo Cialente e dal Comandante dei Vigili Urbani Eugenio Vendrame. Detto fatto, dunque. Dopo l'annuncio, da parte del primo cittadino, di sgombero immediato delle 'casette' in zone a rischio idrogeologico, si è passato ai fatti, nei confronti dei cittadini, che ora potranno richiedere "nella ricorrenza delle condizioni previste, l'assegnazione immediata di un alloggio del Progetto CASE o di un Modulo Abitativo Provvisorio". In allegato al provvedimento, la lista completa dei manufatti da liberare immediatamente, con tanto di generalità e indirizzi dei destinatari. Le abitazioni coinvolte sono su via Campo di Pile, via Fiamme Gialle, via Cagnano, via G. Napolitano, via San Vittorino, via del Mulino, SS 615 per Roio, Strada Mulino (Cansatessa), via Mulino di Menzano, via Ponte Rasarolo, via del Campo, SS 17 Ovest (loc. Genzano), località Campo di Pile (vicinanze del centro commerciale Globo) e la strada provinciale Amiternina.
Dopo il dramma che ha coinvolto la Sardegna e la gravissima alluvione che sta investendo la costa abruzzese in queste ore, il Sindaco ha dunque imposto un'ordinanza volta a tutelare le condizioni di sicurezza dei cittadini che abitano in zone cosiddette P4, ossia ad altissimo rischio idrogeologico e di esondazione. Il territorio aquilano, per conformazione morfologica, non è ad altissimo rischio alluvionale, ma alcune zone sono contrassegnate come ad alto rischio. E' il caso, ad esempio, dei quartieri nella zona di Pile, attraversati dal fiume Aterno, o della piana di Bagno (dove sorgeva diversi decenni fa l'aeroporto militare), nei pressi della statale Mausonia, che ha visto nascere dopo il terremoto decine di manufatti più o meno provvisori.
"Coloro – aveva affermato qualche giorno fa Cialente - che sono titolati ad avere i benefici in termini di assistenza alla popolazione, vale a dire quanti hanno l'abitazione principale in categoria E e in assenza di dichiarazione di fine lavori, possono recarsi negli uffici competenti, in via Rocco Carabba 6, per chiedere l'assegnazione di un alloggio nei quartieri Case o Map". Gli aveva fatto eco, ma non senza polemiche, anche l'Assessore regionale alla Protezione Civile Gianfranco Giuliante: "Il problema si ripropone oggi nelle sue dimensioni più gravi, se si considera il ripetersi di disastrosi dissesti idrogeologici ed esondazioni di fiumi e torrenti, che in questi ultimi anni stanno interessando l'intero territorio nazionale". Secondo il politico aquilano, sono 134 le 'casette' costruite in zona classificata P4. Anche se a leggere l'ordinanza di stamattina, sono 25 i destinatari dell'ordine di sgombero. E' probabile, però, che sia una prima ordinanza, riguardante i casi più gravi e palesi, cui forse seguiranno altri provvedimenti del genere.
I manufatti abitativi sono stati realizzati secondo la delibera del Comune dell'Aquila 58/2009, in seguito al fabbisogno abitativo della popolazione aquilana colpita dal sisma. E' bene ricordare, infatti, che gli appartamenti del Progetto CASE e delle aree MAP, costruiti dalla Protezione Civile durante il periodo emergenziale, soddisfarono poco più della metà del fabbisogno abitativo di quel periodo, dando alloggio a circa 15mila persone. Probabilmente, se fossero stati costruiti alloggi pubblici davvero provvisori, la spesa affrontata sarebbe stata più bassa e sarebbe potuto salire il numero degli appartamenti disponibili, limitando nettamente la costruzione dei manufatti di legno che ora si vogliono sgomberare.