Giovedì, 10 Maggio 2018 13:10

L'Aquila, partecipate: la carica dei 103. Nomi e curriculum dei candidati

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Il gruppo consiliare della Coalizione sociale ha pubblicato i nomi e i curriculum di tutti i candidati che hanno fatto domanda al comune dell’Aquila per l’incarico di amministratore/membro del consiglio di amministrazione delle società partecipate dell’ente: Ama, Asm, Afm, Sed, Ctgs e Csa (ex Onpi).

“Il comune” ha detto in conferenza stampa la consigliera di Coalizione sociale Carla Cimoroni “avrebbe dovuto, così come era previsto dall’atto di indirizzo approvato dal consiglio comunale, pubblicare tutta la documentazione inviata da ciascun candidato, ma visto che non lo ha fatto, come avevamo promesso una settimana fa, lo facciamo noi. Nulla di scandaloso: al momento della presentazione della domanda, i candidati hanno dovuto firmare anche un modulo che autorizzava il Comune a pubblicare tutte le informazioni e la documentazione relativa alle candidature”.

Queste ultime sono, in totale, 103.

Scorrendo i nomi, si trovano tutti quelli degli amministratori uscenti nominati dalla precedente amministrazione, eccezion fatta per Francesco Rosettini, attuale amministratore dell’Asm, che deciso di non ricandidarsi, e per l’amministratore del Ctgs, che, com’è noto, è stato sostituto dall’anomala figura del “commissario” nominato da Biondi, il dirigente del comune Domenico De Nardis.

In lizza ci sono poi tutti gli esponenti dei partiti i cui nomi erano circolati nei mesi scorsi: Stefano Morelli, Paolo Federico, Salvatore Santengelo, Luciano Bontempo.

Tra i nomi noti ci sono anche quelli di Francesca Aloisi, attuale amministratore dell’Ater L’Aquila e componente del cda della Gran Sasso Acqua; Fioravante Mancini, ex dirigente del comune dell’Aquila e fratello del consigliere comunale Angelo; Antonio Massena, direttore artistico dei Cantieri dell’Immaginario; gli ex consiglieri comunale Adriano Perrotti e Corrado Sciomenta.

I candidati potevano indicare, al momento della presentazione della domanda, delle preferenze, specificando a quale carica e quindi a quale azienda non erano interessati.

Ecco la lista completa (i curriculum sono scaricabili sul sito della Coalizione sociale www.coalizionesociale.it):

Marika Aceto, Federico Agostinelli, Francesca Aloisi, Manuela Amicarella, Gianluca Antonetti, Alessio Anzuini, Daniela Bafile, Giorgia Ballestrazzi, Umberto Beomonte Zobel, Giammarco Berardi, Annamaria Bonanni, Luciano Bontempo, Fabio Buca, Maurizio Bucci, Rita Bufalini, Giuliano Calderoni, Vincenzo Calvisi, Giacomo Campese, Pierluigi Capaldi, Alessandra Carafa, Manuela Cardelli, Fabrizio Carnicelli, Claudia Cavicca, Sara Cecala, Sandro Antonio Ciacchi Domenico Ciammetti, Fabrizio Cimino, Laura Cococcetta, Nicola Colantonio, Luca Colarossi, Alessandra Crisi, Nicolò Critti, Valter Cucchiella, Manuel Cucchiella, Andreas D’Amico, Daniela D’Ascenzo, Valentina De Felice, Giancarlo De Santis, Agostino Del Re, Gianfranco Di Benedetto, Roberto Di Carlo, Rosanna Di Gioacchino, Domenica Di Iorio, Ilaria Di Marco, Adelinca Di Pietro, Matteo D’Orazio, Massimiliano Fabi, Paolo Federico, Pio Feneziani, Giuseppe Fiaschetti, Claudia Fiore, Eugenio Fioretti, Pamela Galasso, Paolo Gargano, Ottaviana Giagnoli, Alessandro Giosi, Venanzio Gizzi, Lua Ianni, Antonio Iulianella, Italo Iuliano, Maria Leone, Mario Lepidi, Giorgio Lovili, Carlotta Ludovici, Fioravante Mancini, Ludovico Marinacci, Fernanda Martone, Felice Masci, Giorgio Masciocchi, Antonio Massena, Lanfranco Massimi, Aurelio Melaragni, Ivano Migliozzi, Stefano Morelli, Serena Parlante, Luigi Parravano, Adriano Perrotti, Francesco Petrella, Fabrizio Pieri, Andrea Piermarocchi, Dino Pignatelli, Ernesto Placidi, Daniele Placidi, Andrea Rocci, Giulio Rosati, Alessandra Santangelo, Salvatore Santangelo, Valentina Santucci, Giuseppe Schiavone, Corrado Angelo Franco Sciomenta, Angela Sollecchia, Carlo Tazzi, Paolo Tempesta, Patrizia Tomassone, Alessandro Tomassoni, Giuseppe Venta, Emanuele Verini, Luca Verini, Franco Aldo Viola, Pierpaolo Visione, Mariano Volpe, Marco Zaccagnini, Giuseppina Zanchiello.

Cimoroni: "Finora si è perso solo tempo"

Come detto, la battaglia sulla trasparenza delle nomine dei vertici delle partecipate è stata condotta in maniera quasi del tutto isolata dalla Coalizione sociale, che già nel luglio scorso, a un mese dalle elezioni e a 15 giorni dalla proclamazione del consiglio comunale, aveva presentato una proposta di delibera dove si chiedeva di introdurre, fermo restando che la scelta finale spetta sempre al sindaco, il metodo delle audizioni pubbliche.

"Proponevamo questo metodo" ha spiegato Carla Cimoroni in una conferenza stampa "perché per noi la trasparenza non è il fine ma il mezzo. A noi interessa che si arrivi a delle nomine basate sulla competenza e il merito, oltre che sulla condivisione di una linea politica. Poiché parliamo di aziende che gestiscono i servizi pubblici essenziali con cui i cittadini hanno a che fare quotidianamente, è giusto questi ultimi possano verificare direttamente di verificare l'operato e la scelta del sindaco. Le audizioni pubbliche, al contrario di quanto si è detto, non servono a giudicare o a mettere alla gogna i candidati né a sostituirsi al sindaco ma a controllare i criteri utilizzati per la scelta dei vertici".

La proposta di delibera della Coalizione sociale, ha ricordato la Cimoroni, venne bocciata. "La giunta ha approvato la delibera contenente l'atto di indirizzo a febbraio 2018, cioè otto mesi dopo il suo insediamento. Tutto questo tempo è passato perché i partiti non sono riusciti a mattersi d'accordo sui requisiti che avrebbero dovuto avere i candidati. Quando poi a marzo la delibera è approdata in consiglio, abbiamo presentato un emendamento per estendere il divieto di nominarei  parenti dei membri della giunta anche ai consiglieri. Ma anche quello è stato respinto. Se ora la scelta dovesse cadere proprio su un parente di qualche consigliere, perché tra i candidati ce ne sono, la conclusione che dovremmo trarne è che la bocciatura del nostro emendamento è stata fatta in malafede".

"In questi mesi" ha proseguito la Cimoroni "sulle partecipate è mancato totalmente un indirizzo politico: gli attuali amministratori sono ancora quelli nominati da Cialente, ai vertici del Ctgs è stato messo un dirigente comunale incompatibile con quella carica, per l'Asm è stato approvato un contratto di servizio che è la copia carbone di quello vecchio.  L'amminisrazione ha perso un anno in litigi e discussioni interne".

Secondo Cimoroni la strigliata fatta da Biondi ai partiti atrtraverso il comunicato di Fratelli d'Italia, nel quale si invitavano tutte le varie anime della coalizione di centrodestra a fare un passo indietro, è stata ipocrita e tardiva: "All'Aquila si dice temè quissu. L'uscita di Fratelli d'Italia, oltre a essere un modo attraverso cui il sindaco ha voluto riaffermare la sua pesona nel marasma politico che si è creato nela maggioranza, è la prova provata che le partecipate, fino ad ora, sono state immobili solo per le discussioni interne ai partiti".

"A questo punto" ha concluso la consigliera di Coalizione sociale "ci aspettiamo davvero che il sindaco abbia il coraggio di cambiare metodo e che i partiti facciano un passo indietro".

Del resto, ha affermato la Cimoroni, è stato proprio a forza di nominare, ai vertici delle partecipate, "persone che hanno l'unico merito di essere sponsorizzate dai partiti", che si è arrivati a rendere queste aziende improduttive e inefficienti. Una situazione che fa comodo ai cantori delle virtù del privato, che ben vedrebbero la privatizzazione di tutti i servizi pubblici essenziali.

Ultima modifica il Giovedì, 10 Maggio 2018 22:24

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