E’ terminata la vacatio all’Ufficio speciale per la ricostruzione del cratere, a seguito delle dimissoni anticipate presentate dal titolare Paolo Esposito, dal 15 maggio scorso direttore del personale in Dompé.
Il Consiglio dei Ministri ha firmato, infatti, il decreto di nomina a titolare di Raniero Fabrizi, già a capo dell’Ufficio speciale per la ricostruzione dell’Aquila, sebbene in scadenza: assumerà l’interim fino ad ottobre, si attende soltanto la bollinatura del decreto di nomina da parte della Corte dei Conti.
Fabrizi ha già incontrato i coordinatori dei sindaci del cratere, Francesco Di Paolo e Sandro Ciacchi. Si è parlato delle problematiche attuative della norma che prevede la chiusura degli UTR dal 1 luglio 2018, col trasferimento delle funzioni all’USRC. Inoltre, preoccupano i ritardi nel trasferimento delle risorse relative all’assistenza tecnica, ai C.A.S., al pagamento degli stipendi dei lavoratori precari degli uffici territoriali fuori cratere e, da ultimo, la mancanza di una disposizione che consenta ai comuni di attribuire, utilizzare e gestire i fondi previsti per la cultura relativi alle annualità 2016 e 2018 che assommano a circa un milione di euro e che sono fermi ormai da quasi due anni.
Intanto, proprio in questi giorni i lavoratori degli uffici territoriali hanno proclamato lo stato d’agitazione sindacale, “al fine di ottenere – hanno spiegato – una soluzione definitiva alle problematiche contrattuali anche in considerazione della riorganizzazione degli uffici che, di fatto, non può essere attuata senza una revisione dei termini che regolamentano i rapporti di lavoro”.
Come noto, la così detta ‘Legge Barca’ prevedeva che i 72 vincitori del concorso a tempo indeterminato attualmente impiegati presso gli UTR fossero assunti dai Comuni capofila delle Aree Omogenee fino al 2021, e che a partire da tale data il “personale eventualmente in soprannumero” fosse “assorbito secondo le ordinarie procedure”. In tal modo – denunciano da tempo i sindacati - si è individuata una nuova tipologia di pubblico dipendente, “ovvero un dipendente di ruolo sottoposto alla condizione risolutiva del rapporto di lavoro, per cui al termine della ricostruzione, inizialmente previsto dal legislatore al 2021 e poi (a seguito della legge di Bilancio 2018) al 2023, il personale verrà sottoposto alle procedure di mobilità obbligatorie con il rischio, in mancanza di ricollocazione, di decadenza del contratto". L’unica soluzione possibile, avendo già esperito, con esito negativo, la ricognizione del fabbisogno del personale da parte dei comuni del cratere, ed anche in considerazione della riorganizzazione degli UTR prevista dal legislatore e orientata ad un accentramento logistico e organizzativo degli uffici, appare la “contrattualizzazione dei lavoratori con le Amministrazioni Centrali dello Stato, che già ad oggi rappresentano i soggetti in capo ai quali gravano le spese dei dipendenti della ricostruzione".