Che la mano destra non sappia ciò che fa la sinistra, possiamo anche capirlo. Che la testa, però, non sappia cosa fanno le braccia, è piuttosto preoccupante. Sta accadendo al Comune dell'Aquila, laddove, evidentemente, gli uffici non dialogano più tra loro e, cosa più grave, il sindaco non ha il pieno controllo della macchina amministrativa.
Un passo indietro.
Nei giorni scorsi, alla redazione è stato segnalato che alcuni bar, pub e ristoranti avevano ricevuto una visita dei vigili urbani che hanno informato i proprietari del divieto di somministrazione ai tavoli all'aperto di cibi e bevande. Il motivo? Un'interpretazione particolarmente restrittiva dell'ordinanza sindacale, risalente al marzo scorso, che ha vietato l'esposizione di frutta e verdura sui marciapiedi e su tutte le porzioni di suolo, anche privato, aperte al pubblico passaggio.
A quel punto, abbiamo verificato che l'informazione fosse vera, trovando conferme da altri commercianti che, avendo saputo dai vigili urbani di essere passibili di multa, hanno scelto, nel dubbio, di rinunciare a mettere fuori tavoli e sedie. Non ancora soddisfatti, abbiamo contattato l'assessore alle attività produttive, Alessandro Piccinini, che, ai nostri microfoni, ha confermato la notizia, spiegando di essere venuto a conoscenza della vicenda da una funzionaria del settore e aggiungendo che avrebbe convocato per lunedì (oggi, ndr) un incontro con i funzionari delle attività produttive al quale, ha aggiunto, ne sarebbe seguito un altro, con i vigili urbani. "E' assurdo - le parole di Piccinini a newstown - quell'ordinanza non c'entra nulla con pub, bar e ristoranti".
Insomma, la vicenda era vera: i vigili avevano davvero informato alcuni commercianti del centro storico del rischio di multa in caso di somministrazione ai tavoli all'aperto di cibi e bevante ma si era trattato - ha spiegato l'assessore competente - di una errata interpretazione dell'ordinanza: l'amministrazione era intenzionata ad intervenire per venire a capo della vicenda. Dunque, sabato sera abbiamo pubblicato la notizia, così come ve la stiamo raccontando [qui, il link all'articolo], e l'indomani è apparsa anche sul quotidiano 'Il Centro'.
Tutto chiaro, no? D'altra parte, l'assessore Piccinini ha ribadito di nuovo la veridicità della faccenda, stavolta su Facebook, commentandola sul suo profilo: "Perché bisogna sempre complicare tutto, perché? Chi del personale della Polizia Municipale si è sentito in dovere, senza neanche interpellare l'amministrazione, di fornire una interpretazione autentica (manco fossero giudici della Corte Costituzionale) della richiamata ordinanza? L'ordinanza che viene impropriamente utilizzata da costoro (la quale per altro si limita a richiamare la esistenza di una legge dell'ordinamento giudiziario e la sua evoluzione giurisprudenziale che attiene alla costante e prolungata esposizione di generi alimentari in zone di traffico molto molto intenso) nulla ha a che vedere con la legittima richiesta di avere autorizzati tavolini all'esterno del proprio locale commerciale". Ancora più chiaro, no? Alla Polizia Municipale, qualcuno aveva fornito un'interpretazione "autentica" dell'ordinanza, "senza neanche interpellare l'amministrazione". Ha aggiunto, l'assessore: "A me pare il tentativo posto in essere da parte di qualcuno che ha tutta l'intenzione di mettere i bastoni tra le ruote a questa amministrazione. Ad ogni modo, vi assicuro che lunedì sarà mia cura occuparmi direttamente di questa vicenda e farò in modo di far prevalere il buon senso". A dire che, forse, in seno alla macchina comunale c'era chi 'remava contro' e, per questo, aveva 'creato' un problema che, tuttavia, la Giunta era intenzionata a risolvere.
Un problema che c'è. E che NewsTown ha correttamente riportato all'attenzione dell'opinione pubblica, come giusto, trattandosi di una vicenda che interessa commercianti e cittadini.
A quasi ventiquattro ore dalla pubblicazione dell'articolo, però, il sindaco Pierluigi Biondi, con un post su Facebook e, a seguire, con una nota diffusa alla stampa, ha smentito "categoricamente" la notizia, smentendo, dunque, i commercianti che avevano informato NewsTown - ed abbiamo, ovviamente, ampio materiale documentale a testimoniarlo, saremo lieti di renderlo pubblico, se necessario - e il suo assessore.
Delle due, l'una: o l'assessore alle attività produttive Alessandro Piccinini ha confermato una falsa notizia, e non è vero, quindi, che è stato informato della vicenda dalla funzionaria del suo settore e che avrebbe convocato dei tavoli per risolvere la questione, oppure il sindaco dell'Aquila non è a conoscenza di ciò che accade in alcuni settori del Comune; in ogni caso, è piuttosto grave. Tra l'altro, l'assessore Piccinini - contattato di nuovo ieri sera - ha ribadito la sua versione, mostrandosi piuttosto imbarazzato, e affermando, tra l'altro, che sabato sera, a cena in un locale del centro storico, i proprietari gli avevano posto il problema. Il sindaco Biondi, invece, non ha risposto al telefono, sebbene la chiamata fosse stata anticipata al suo portavoce pochi minuti dopo la pubblicazione su Facebook della smentita.
Che è legittima, sia chiaro: il primo cittadino ha tutto il diritto di smentire il suo assessore, ed alcuni commercianti. Ciò che non è accettabile, invece, sono le parole usate dal sindaco dell'Aquila, non nuovo a 'prestazioni' muscolari sui social. Biondi ha parlato di "pressappochismo e disinformazione", aggiungendo che trattasi di una "non-notizia" e calcando ancora la mano: "questa città di tutto ha bisogno meno che di un 'sentito dire' che non corrisponde in alcun modo alla realtà".
Ora, a meno di non dover considerare le dichiarazioni del suo assessore un "sentito dire", sebbene nei giorni scorsi ci siano state malcelate tensioni tra i due, non possiamo che respingere al mittente le accuse diffamatorie del sindaco. Non possiamo permettere che il primo cittadino, per celare le mancanze della sua amministrazione e, chissà, regolare 'qualche conto' interno alla macchina comunale, getti discredito sulla nostra testata, sul lavoro della redazione e sulla professionalità dei giornalisti che vi lavorano, dando in pasto la nostra credibilità a qualche utente social che non ha mancato, ovviamente, di parlare di bufale e fake news, di pennivendoli e giornalai. No, non possiamo proprio accettarlo e non lo consentiamo certamente al sindaco dell'Aquila che, sui social, è molto bravo ad esercitarsi - lui o i suoi collaboratori - in post capaci di suscitare la pancia degli utenti, conditi, qua e là, da qualche frase retorica ad effetto. In un momento in cui la stampa è costantemente sott'attacco, in cui il mestiere di giornalista è sempre più squalificato dalle mistificazioni di un'informazione pervasiva e sempre meno attendibile, delegittimare il lavoro di una testata che, a fatica, con anni di lavoro ha costruito la sua credibilità, smentendo così una notizia vera, è operazione che non accettiamo, e di cui vogliamo sottolineare la gravità: una comunità sana, e matura, dovrebbe tutelare la reputazione dei giornalisti che svolgono, o dovrebbero svolgere, un lavoro fondamentale, quello di 'cane da guardia' del potere, uno dei principali ingredienti di una compiuta vita democratica. E Biondi dovrebbe saperlo bene, essendo un collega iscritto all'Ordine.
Ovviamente, tuteleremo la testata e il nostro lavoro nelle sedi competenti.
Intanto, sentiamo di poter assicurare al sindaco Biondi, e a voi lettori, che nella 'mischia' troverete sempre anche noi, a raccontare con la professionalità che ci appartiene e che crediamo di aver dimostrato in questi anni - criticando aspramente ma mai in modo volgare e preconcetto alcune scelte della giunta uscente di centrosinistra (gli esponenti dell'attuale maggioranza dovrebbero ricordare le nostre inchieste sulle concessioni urbanistiche, sull'Aeroporto dei Parchi, su Accord Phoenix, sulla gestione dei puntellamenti e così via, che tanto avevano apprezzato in passato) e dell'attuale - fatti e misfatti della maggioranza in Consiglio comunale che, ci auguriamo davvero, possa finalmente governare, e bene, la città.