La ricostruzione porta nuove idee imprenditoriali che si bloccano nel collo stretto dell’accesso al credito. A protestare contro un sistema bancario troppo rigido nei confronti dei piccoli imprenditori, artigiani e commercianti, è il primo cittadino di Navelli Paolo Federico.
“Stiamo lavorando per ricostruire i nostri Comuni, e sono tante le idee imprenditoriali, che stanno emergendo da quelle che prima erano solo macerie post-sisma. “Proposte”, afferma il sindaco, “fatte da persone intenzionate ad investire nel loro territorio a cui, però, non si affianca la fiducia e il credito da parte delle banche. Scelta che stride rispetto alle centinaia di milioni di euro, gestiti dal sistema bancario locale, per la ricostruzione privata”.
Il riferimento è ai tanti soldi destinati anche allo sviluppo culturale, ai progetti turistici e di rilancio economico dell’area nel dopo sisma. Risorse importanti che rimangono ferme nelle casseforti degli istituti di credito, molto probabilmente, per agevolare la gestione degli interessi da parte delle banche.
“Nel mio ruolo di amministratore”, precisa Paolo Federico, “ricevo continue lamentele da parte di tanti giovani imprenditori che con tanto di garanzie, comprese quelle dei genitori e delle proprietà di famiglia, si fanno il giro degli istituti di credito sperando in un prestito che, purtroppo, non arriva”. Una condizione vissuta con frustrazione dai giovani volenterosi che riescono ad individuare nuove strade lavorative e possibilità imprenditoriali, nell’Altopiano di Navelli e più in generale nell’Aquilano, dove la ricostruzione, sta contribuendo ad aprire scenari inattesi nei settori della ristorazione, dell’alberghiero e del turismo.
“Credo”, conclude il Sindaco, “anche alla luce dei recenti dati che attestano un meno 11,% dei prestiti solo nel settore artigianato, sia necessaria una decisa iniezione di fiducia verso i giovani e le persone perbene che vogliono puntare sul loro futuro e soprattutto, su quello di un territorio che, vale la pena ricordare, ha estremo bisogno di forze giovani e intraprendenti. Le banche hanno il dovere di agevolare questo processo e di aprire i cordoni della borsa”.