La Fp Cgil è impegnata, ormai da anni, nella ricerca di soluzioni normative finalizzate a dare certezza alle lavoratrici e ai lavoratori legati alla ricostruzione edilizia, sociale ed economica del cratere sismico del 2009. La Cgil ha evidenziato la necessità, anche nei tavoli istituzionali costituitisi successivamente al sisma, di "avviare un confronto serrato per affrontare in modo organico e definitivo il problema del personale impegnato nella filiera ricostruttiva. Tale urgenza risponde, allora come oggi, alla necessità di dare certezze ai processi di ricostruzione e ai tanti lavoratori e lavoratrici che nell’ambito degli stessi processi sono costretti a fare i conti con scadenze contrattuali e normative oramai non più sostenibili".
Come noto, la legge Barca - al fine di fronteggiare le esigenze connesse alla ricostruzione nei comuni della regione Abruzzo colpiti dal sisma - ha autorizzato, in deroga al blocco assunzionale vigente nel pubblico impiego, il Comune dell’Aquila, i Comuni del cratere e il MIT ad assumere a tempo indeterminato 300 lavoratori, di cui 128 al Comune dell’Aquila e 72 nei comuni del cratere. "La stessa legge - sottolineano Umberto Trasatti, Cgil L’Aquila, e Francesco Marrelli, Fp Cgil provincia dell’Aquila - ha introdotto un irragionevole e incomprensibile termine del 2021, data 'presunta' di fine ricostruzione, entro il quale 'il personale eventualmente in sovrannumero sarà assorbito secondo le ordinarie procedure vigenti'. Termine successivamente rinviato al 2023 con la legge di stabilità 2018".
Tale condizione sovrannumeraria rischia però di sfociare in una eventuale dichiarazione di esubero di personale nelle amministrazione che non potranno riassorbire il personale nei modi e nei tempi previsti dalla vigente normativa. "Al fine di comprendere la platea dei lavoratori impegnati nelle attività ricostruttive - aggiungono Trasatti e Marrelli - sono oggi contrattualizzati a tempo determinato 25 lavoratori all’USRA, 25 lavoratori all’USRC e 56 lavoratori del Comune dell’Aquila tutti con scadenza contrattuale al 31 dicembre 2018, termine prorogabile al 31 dicembre 2020 con legge di stabilità 2018. Ad oggi siamo ancora in attesa di una deliberazione da parte del Comune dell’Aquila e del Comune di Fossa, previa richiesta da parte dei titolari degli Uffici Speciali, di proroga dei contratti a termine con conseguente allineamento alle previsioni normative. Il continuo passere del tempo e il rinvio della soluzione del problema non giova certamente alla continuità ricostruttiva del territorio e pone un serio pregiudizio ai lavoratori in termini di diritti sul lavoro".
La richiesta della Cgil è tornare all’ordinarietà contrattuale, "che vuol dire vedersi riconosciuto un rapporto di lavoro a tempo indeterminato, "essendo vincitori di concorso per tale tipologia di rapporto di lavoro, e per i precari vedersi riconoscere pienamente l’applicazione della legge Madia, concernente i processi di stabilizzazione, avendo questi lavoratori maturato il diritto ad essere assunti con contratto a tempo indeterminato. Tra l’altro è necessario ricordare che le Amministrazioni Locali e le Funzioni Centrali dello Stato si trovano in una grave contrazione di personale, anche sul territorio del cratere sismico del 2009, con conseguente possibilità di assorbimento del personale assunto a seguito del sisma del 2009: basterebbe attivare un serio lavoro di coordinamento ponendo finalmente una reale volontà alla risoluzione del problema". A tutto questo si aggiunga che la predetta platea di lavoratori "risultano esclusi dall’applicazione di alcuni istituti normativi ed economici, quindi non solo una preoccupazione per la varie scadenze in termini di occupazione ma sono anche lavoratori di serie “B” per quanto concerne il giusto riconoscimento in termini di diritti economici e normativi".
Nei prossimi giorni saranno convocate le assemblee dei lavoratori dei diversi uffici al fine di individuare un percorso di mobilitazione generale, fino allo sciopero di tutto il personale, "utile a riaccendere i riflettori su una problematica che richiede immediate soluzioni finalizzate a riportare all’ordinarietà contrattuale il personale e coerente con i bisogni e le necessità delle lavoratrici e lavoratori che continuano a chiedere certezza e garanzia per il loro futuro. La soluzione delle predette problematiche deve essere oggetto di una vertenza territoriale che vede l’impegno di tutti gli attori interessati alla continuità ricostruttiva del territorio ed alla garanzia dei diritti che legittimamente vanno riconosciuti ai lavoratori impegnati in tali processi. Ripartiamo dal lavoro per costruire il futuro dei nostri territori e che sia un lavoro stabile e di qualità valorizzando le tante professionalità acquisite che certamente rappresentano un valore per la collettività".