Giovedì, 04 Ottobre 2018 02:24

Palazzo del Convitto: ecco il progetto esecutivo, a fine anno gara per i lavori

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Uno degli effetti della stasi in cui versa la ricostruzione pubblica – l’ultima denuncia, risalente alla settimana scorsa, è di Carla Cimoroni della Coalizione sociale: nelle casse del Comune giacciono da anni 100 milioni di euro che servirebbero a rifare scuole, uffici, parchi e teatri e che non sono mai stati spesi - è che in centro storico il recupero degli edifici sta procedendo a macchia di leopardo: accanto a palazzi riedificati, ci sono case e fabbricati ancora diroccati, rimasti fermi al 6 aprile 2009.

Un caso emblematico è il Palazzo del Convitto, l’enorme complesso che affaccia sui Quattro Cantoni, in pieno asse centrale, dove, prima del terremoto, avevano sede la biblioteca provinciale, il liceo classico, la Camera di commercio e, appunto, il convitto nazionale.

Con i suoi 16mila metri quadri, è, insieme all’ex ospedale San Salvatore, l’aggregato pubblico più grande del post terremoto.

Costruito dopo l'Unità d'Italia sulle fondamenta dell'ex convento di San Francesco (dove, nel 1444, soggiornò e morì San Bernardino da Siena), il palazzo, caratterizzato dalle due file di portici che erano uno dei luoghi di passeggio e di ritrovo prediletti dagli aquilani, occupa un intero isolato e si sporge su quattro diverse strade (corso Vittorio Emanuele, corso Umberto, piazza Palazzo con il prolungamento di via Patini e via Sallustio).

Le sue abnormi dimensioni, la gravità dei danni subiti e il frazionamento della proprietà (i locali appartengono a tre enti diversi: Provincia, Camera di commercio e Convitto) hanno reso la progettazione dell’intervento di recupero particolarmente lunga e complessa.

Ma a rallentare tutto sono stati i ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato presentati dopo che il Provveditorato interregionale alle Opere pubbliche (l’ufficio divenuto, su delega dei proprietari dello stabile, stazione appaltante) aveva assegnato, dopo una gara, la stesura del progetto definitivo a un’Ati costituita dal consorzio di progettazione Leonardo e dal prestigioso studio di architettura Gae Aulenti.

Dopo vari passaggi tra i due tribunali amministrativi, la vicenda si è conclusa con la sconfitta dei ricorrenti. Intanto, però, si sono bruciati diversi anni in cui i cantieri non sono mai partiti.

Per recuperare un po' di terreno e velocizzare i tempi, il Provveditorato ha deciso di spacchettare l’intervento in due stralci, ciascuno da circa 15 milioni di euro.

Il progetto esecutivo del primo stralcio, che comprende i locali della biblioteca Tommasi, il vecchio liceo classico, la Camera di commercio, il bar Eden e  la chiesa dell’Immacolata Concezione, è stato già approvato (sia dal Provveditorato che dalla Soprintendenza) e entro la fine dell’anno - dopo che sarà passato, nel frattempo, attraverso una verifica esterna e attraverso tutto l’iter autorizzativo del Genio civile -  dovrebbe andare a gara (tempo previsto per i lavori: due anni).

Nel mentre verrà espletata la gara (europea) del primo stralcio, il Provveditorato completerà, sempre sulla base del definitivo redatto dagli studi Leonardo e Gae Aulenti, il progetto esecutivo del secondo stralcio, che riguarda tutta la restante parte dell’aggregato, di proprietà del Convitto.

Una volta terminati i lavori, l’edificio dovrebbe tornare a ospitare gli uffici che c’erano prima del terremoto (tranne il liceo classico) ma un nutrito gruppo di associazioni e comitati civici, capitanati da Auser (Associazione per l’invecchiamento attivo), chiede che la rifunzionalizzazione dell’aggregato venga discussa pubblicamente, in un tavolo aperto e attraverso un confronto con i cittadini.

“La nostra proposta” afferma Luigina De Santis dell’Auser “è di destinare l'intero complesso a "nuovo cuore sociale della città" ricollocando la biblioteca Tommasiana nella sua storica sede e dotandola di nuovi servizi”.

Se ne parlerà il 12 ottobre al Festival della Partecipazione – promosso da ActionAid e Cittadinanzattiva con il contributo di Slow Food Italia - in un evento, curato dalla cooperativa Mètis Community Solutions, che si terrà a palazzo Fibbioni.

Il titolo dell’incontro, che fa parte di uno dei tavoli di lavoro previsto dalle Piazze delle partecipazione, sarà: “Una nuova vita per il complesso monumentale dell’800 aquilano: il cuore sociale della città”.

“L’evento del 12 ottobre” spiega la cooperativa Metis “ha come obiettivo il confronto tra cittadini, organizzazioni civiche e istituzioni sulla proposta del "polo sociale" e, sulla base della volontà delle istituzioni coinvolte, l’attivazione di un processo di partecipazione e co-progettazione del complesso monumentale che possa essere modello da replicare per le opere pubbliche della città. All’evento sono state invitate tutte le istituzioni coinvolte: Comune dell’Aquila, Provincia, Regione Abruzzo, Convitto Nazionale D. Cotugno, Camera di Commercio, Provveditorato alle Opere Pubbliche e Soprintendenza”.

Ultima modifica il Giovedì, 04 Ottobre 2018 07:22

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