Mercoledì, 31 Ottobre 2018 12:55

Ricostruzione, Apindustria L'Aquila: "Subito mobilitazione contro il governo"

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"Il Governo del “non fare” sta distruggendo definitivamente L’Aquila e tutta l’area del cratere 2009 con un inaudito disinteresse sulla ricostruzione che sta contagiando anche il dibattito della prossima tornata elettorale delle regionali. La scadenza di oggi, che mette fuori gioco sia Giampiero Marchesi nella STM a Roma, sia Raniero Fabrizi, oggi a capo sia dell’USRA che dell’USRC, determina da subito un blocco che non sarà possibile dirimere in pochi giorni".

Lo scrive Apindustria della provincia dell'Aquila che, in una nota, lancia l'allarme sul rischio di un blocco della ricostruzione. Sulla difficile situazione della governance del terremoto dell’Aquila del 6 aprile 2009 sono già intervenuti l’Associazione nazionale piccole e medie industrie edili e manifatturiere (Aniem) della provincia dell’Aquila, che ha parlato di una possibile "paralisi della ricostruzione" e il gruppo consiliare L'Aquila Futura che ha sottolineato "l'imbarazzante silenzio del governo nei confronti dei territori colpiti dal sisma 2009".

A margine del tavolo istituzionale di partenariato convocato venerdì scorso in Regione dal presidente vicario Giovanni Lolli - tra i parlamentari abruzzesi era presente soltanto Stefania Pezzopane - è stato anche sottoscritto un documento inviato, immediatamente, al Governo per chiedere "con assoluta fermezza ed estrema urgenza" che le ragioni del territorio vengano ascoltate. Non sono arrivate risposte.

La nota complea di Apindustria della provincia dell'Aquila

Il Governo del “non fare” sta distruggendo definitivamente L’Aquila e tutta l’area del cratere 2009 con un inaudito disinteresse sulla ricostruzione che sta contagiando anche il dibattito della prossima tornata elettorale delle regionali. La scadenza di oggi, che mette fuori gioco sia Giampiero Marchesi nella STM a Roma, sia Raniero Fabrizi, oggi a capo sia dell’USRA che dell’USRC, determina da subito un blocco che non sarà possibile dirimere in pochi giorni.

La principale conseguenza di questa palese dimostrazione di inettitudine è la mancanza di una figura deputata alla firma di qualsiasi atto, compresi pagamenti per i cantieri in essere e il rilascio del contributo per quelli in attesa da ormai quasi 10 anni . In questo modo le aziende impegnate nella ricostruzione, che hanno sottoscritto contratti in cui si specificano anche i tempi della riconsegna, non potranno onorare i pagamenti dei lavoratori, dei subappaltatori e dei fornitori, provocando a catena una disastro economico dal quale sarà difficile venire fuori senza un bagno di sangue.

Unica soluzione immediata possibile resta quindi una congrua proroga degli attuali vertici, si parla comunque di uno o due mesi di stop anche in questo caso, fino a diversa deliberazione (nomina) che il Governo intenderà assumere in via definitiva per queste figure nodali. Figure alle quali andrebbe aggiunto un Sottosegretario delegato al delicato problema dei terremoti che hanno devastato il centro Italia, dal 2009 in poi, ma in oltre 5 mesi di governo i gialloverdi non sono stati in grado nemmeno di stabilire chi dovrà svolgere questa funzione.

Su questa figura però, per noi fondamentale, si susseguono rumors che individuerebbero Vito Crimi del M5S come il più papabile per l’incarico; si tratta dello stesso soggetto che vuole abolire l’Ordine dei Giornalisti, che gridava allo scandalo delle scie chimiche e che ha fatto ridere tutto il web con la storia della polvere sotto i piedini del figlio di un suo amico come prova delle polveri sottili nell’aria.

Questo discutibile incaricato dovrebbe gestire le sorti della ricostruzione, materiale e sociale, di un grosso pezzo del Paese alle prese con la peggiore catastrofe naturale conosciuta, dovrà anche garantire le imprese impegnate nelle varie fasi della ricostruzione sulla continuità dei flussi economici e sulla certezza di regole che, oggi, sembra debbano essere stravolte senza alcuna ragione plausibile.

Una simile scelta, a nostro avviso, sarebbe la prova empirica del totale disprezzo che il primo partito italiano nutre nei confronti di questo comprensorio che, non senza ragione, ha sempre riservato percentuali a una cifra al M5S in totale controtendenza con i dati nazionali.

Il nostro auspicio per le prossime regionali è che si possa confermare questo trend e che chi, Lega e M5S in primis, ma non sono i soli, sta ignorando del tutto le zone interne dell’Abruzzo, possa trovare riscontro in termini di risultati elettorali negativi. Ci vuole un immediato riscatto; è questo il momento della tanto minacciata mobilitazione del territorio, adesso la politica locale, le associazioni datoriali e sindacali, i lavoratori e tutti i cittadini dell’entroterra devono tornare ad unirsi per combattere al di là degli schieramenti politici e partitici.

Dobbiamo mettere in campo, tutti uniti, una protesta così forte da riportare l’attenzione sul terremoto dell’Aquila e costringere chi oggi si crogiola negli onori del successo elettorale ad assumersi anche gli oneri di governare assumendosene le responsabilità

Come primo passo invitiamo il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, nella programmazione degli eventi del decennale, a prevedere il divieto di partecipazione a qualsiasi rappresentante del Governo se non procederanno da subito a sanare questa drammatica situazione, dandone notizia a tutti gli organi di stampa nazionali.

Esortiamo poi il presidente vicario Giovanni Lolli a convocare il consueto tavolo della ricostruzione, al quale partecipano tutti gli attori sociali ed economici delle aree coinvolte, davanti alla Prefettura così come si fece nel 2009 negli allora uffici ubicati nella Scuola della G.d.F. a Coppito.

Dobbiamo muoverci e farlo in fretta, ne va del futuro di questo comprensorio, degli abitanti, dei nostri figli. Non possiamo mancare questo appuntamento sacrificando le ragioni degli aquilani alle simpatie ed alle convenienze politiche del momento.

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