Truffa aggravata, estorsione, falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico e falsità in atto pubblico commessa dal pubblico ufficiale.
Sono i reati contestati ai 18 imputati nel processo nato da "Caronte", l'inchiesta con cui la Direzione Distrettuale Antimafia de L'Aquila ha portato alla luce fenomeni di estorsione e sfruttamento del lavoro nell'ambito della ricostruzione post terremoto 2009.
Nei giorni scorsi è si è tenuta l'udienza preliminare, in cui l'Associazione Codici si è costituita parte civile. "I difensori degli imputati hanno sollevando diverse eccezioni e contestazioni – dichiara l'Avvocato di Codici Giorgia Ballestrazzi – sostenendo che la nostra costituzione quale parte civile non era inerente alla causa del processo. L'Associazione Codici è impegnata nella tutela delle vittime di usura e di estorsione, che sono i reati contestati a tutti i 18 imputanti, ed il giudice l'ha riconosciuto, ammettendo la nostra costituzione di parte civile".
Secondo le accuse, sarebbero stati reclutati operai "a basso costo", sfruttando il loro stato di necessità, indigenza ed estrema difficoltà economica, costringendoli a lavorare sotto la minaccia di licenziamento e allontanandoli in caso di proteste. Non solo. Gli operai, sempre secondo le accuse, sarebbero stati obbligati ad attivare carte di credito e debito prepagate che però rimanevano a disposizione del datore di lavoro, il quale ritirava le somme presso uno sportello Bancomat decidendo poi quanto versare ai lavoratori.
"Una vicenda gravissima – sottolinea l'Avvocato di Codici Carmine Laurenzano – ci sono circa 70 operai che cercavano un lavoro ed invece hanno trovato un inferno fatto di minacce, intimidazioni ed estorsione. Chiederemo il risarcimento danni per quello che hanno dovuto subire le vittime di questa incredibile storia, ancora più agghiacciante se si pensa che si inserisce nel dramma del terremoto a L'Aquila".
Il processo riprenderà il prossimo 20 febbraio con una nuova udienza. Intanto è stato conferito l'incarico ad un perito per poter trascrivere le intercettazioni telefoniche depositate dal pubblico ministero.