Come è noto, nella tesissima conferenza stampa dell'8 gennaio scorso sono state annunciate le dimissioni di Roberto Riga da vicesindaco e la sospensione dell'investitura da "dirigente a incarico" di Mario Di Gregorio. I due sono coinvolti nell'inchiesta “Do ut des”, che proprio l'8 gennaio ha portato a quattro misure cautelari e altrettanti avvisi di garanzia.
In quella conferenza, il sindaco oggi dimissionario Massimo Cialente rispondeva così alle domande dei giornalisti sulla rotazione degli incarichi all'interno della schiera dei dirigenti comunali, di cui lo stesso Di Gregorio faceva parte: "Era oggettivamente difficile attuarla. Il Comune dell'Aquila è sotto organico dopo i pensionamenti dei dirigenti Amorosi e D'Ascanio. Abbiamo solo due dirigenti tecnici (Nardis e Fabrizi, ndr) e tre dirigenti nominati con ordinanza della presidenza del Consiglio dei ministri. Tra gli altri, Di Gregorio. E ora non sappiamo neanche come sostituirlo". La rotazione degli incarichi dirigenziali veniva chiesta a gran voce, già dalle settimane precedenti, da Appello per L'Aquila (lista civica di opposizione) e Rifondazione Comunista (partito della maggioranza), anche a causa delle intercettazioni telefoniche e ambientali che NewsTown aveva pubblicato alla metà di dicembre.
Il parco dirigenziale del Comune dell'Aquila – a sentire le parole dell'ex primo cittadino – è dunque sotto organico. E lo è ancora di più da quando, dei cinque dirigenti tecnici, ne è venuto a mancare uno: Mario Di Gregorio. Proprio per le deficienze nell'organigramma amministrativo, probabilmente, il 22 novembre scorso è stato pubblicato sull'albo pretorio del Comune un "avviso di mobilità per la copertura di un posto di dirigente tecnico". Un concorso per il ruolo di dirigente a tempo indeterminato, insomma. L'avviso, scaduto lo scorso 22 dicembre, prevedeva anche un colloquio durante le selezioni, che si sarebbe dovuto svolgere il 9 gennaio scorso.
Il 9 gennaio, però, non si è svolto nessun colloquio. In compenso, il giorno successivo, sull'albo viene pubblicata una lettera di rinvio della pubblicazione delle date dei colloqui al prossimo 10 febbraio. La lettera, firmata dal segretario generale Carlo Pirozzolo, porta la data del 10 gennaio: due giorni dopo gli arresti e la conferenza stampa di Cialente e Riga. Si tratta di un secondo rinvio. Infatti, un primo avviso era stato già pubblicato lo scorso 2 gennaio.
Quali erano i principali requisiti per l'ammissione al bando? Innanzitutto, trattandosi di procedura di mobilità, erano ammessi alla selezione coloro che erano a servizio di una pubblica amministrazione da almeno un biennio, con una qualifica di dirigente dell'area tecnica o equivalente. In secondo luogo, era necessario esercitare la professione dell'ingegnere o dell'architetto. Inoltre, nell'avviso erano presenti quasi tutti i requisiti solitamente ascrivibili alle procedure concorsuali come, per esempio, "non trovarsi nelle condizioni di inconferibilità e incompatibilità degli incarichi presso la Pubblica Amministrazione, secondo quanto disposto dal D. Lgs. 39/2013". L'art. 3 del decreto legislativo 39/2013 prevede l'incompatibilità dell'incarico dirigenziale nella pubblica amministrazione in riferimento, esclusivamente, ai reati previsti dal "capo I titolo II del libro secondo del codice penale", all'interno del quale la lista dei reati per cui è prevista l'incompatibilità e l'inconferibilità è lunga, ma non contiene quello di turbativa d'asta, reato per cui Di Gregorio è stato condannato in primo grado e prescritto in secondo* (in riferimento all'affaire della metropolitana di superficie). Insomma, il dirigente sospeso avrebbe potuto far regolarmente domanda per quel concorso, e vincerlo.
Alla luce della sospensione dell'incarico al dirigente indagato – anche se lunedì scorso lo stesso Di Gregorio dichiarava a NewsTown di non aver mai ricevuto comunicazioni in tal senso – sarebbe auspicabile riattivare la procedura concorsuale per il reperimento urgente del dirigente tecnico. Ne ha bisogno l'apparato burocratico-amministrativo dell'ente comunale. Ne ha bisogno la città.
* "In riforma della sentenza n.379/2007 [...] appellata dagli imputati Mario Di Gregorio e [...], dichiara di non doversi procedere, nei confronti dei medesimi, in ordine al reato ascritto, perché estinto per prescrizione” Corte di Appello di L'Aquila - Sezione Penale