Era noto già da qualche giorno, ma ora c'è l'ufficialità: il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente ritira le dimissioni, presentate l'11 gennaio scorso in seguito alla bufera giudiziaria che che ha travolto la sua amministrazione.
"La maggioranza, i cittadini, mi hanno fatto capire che era importante tornare per difendere l'immagine della città agli occhi dell'Italia. Perché l'inchiesta 'Do ut des' ha ferito così a fondo la città, al contrario di quanto accaduto con gli scandali e gli arresti in Regione e Provincia? Credo che gli aquilani abbiano capito che siamo stati gli unici a difendere la città, in questi anni. L'idea che qualcuno di noi possa aver sbagliato, è stata vissuta come un tradimento. Come il tradimento di un padre" .
"Ho dato le dimissioni perché oggettivamente si è scatenata una campagna che non era rivolta soltanto a me. In questi giorni è stato scritto che siamo il centro del malaffare, che siamo tutti disonesti. Abbiamo capito che con le mie dimissioni, l'immagine di una città corrotta a tutti i livelli andava rinforzandosi piuttosto che oscurarsi. Non voglio che si dica che qui è tutto un magna magna. Torniamo per questo, con orgoglio".
"Si apre una nuova fase, mi è stato chiesto di tornare per difendere l'immagine della città e tutelare la ricostruzione. Se ci sono i fondi la ricostruzione continua, è già tutto pronto". Durante la conferenza stampa il Sindaco ha ricordato alcune cifre, evidenziando come "la ricostruzione dell'Aquila stia costando meno rispetto a tutte le altre ricostruzioni post-sisma nella storia d'Italia". Ma questo, aggiunge, nessuno lo racconta. Rispolverando, poi, la teoria del complotto.
Durante la conferenza stampa, il sindaco ha annunciato l'ingresso in giunta dell'ex procuratore di Pescara e L'Aquila Nicola Trifuoggi: "Ho pensato a lui come testimone dinanzi al Paese che qui all'Aquila - continua Cialente - possono esserci state delle pecore nere ma la comunità è sana e non siamo la città del malaffare. Trifuoggi è un servitore dello stato che deve dire all'Italia che questa città è fatta di persone per bene. L'ho scelto per ricucire il rapporto con l'Italia. Gli errori li hanno fatti tutti, ma errare è umano".
Mentre Massimo Cialente parlava all'interno dell'aula del consiglio comunale, fuori alcuni cittadini inscenavano una ironica protesta: "Ma quale complotto, è il solito ricatto", si leggeva sui manifesti (foto a sinistra).
Dopo il primo cittadino, ha preso la parola l'ex procuratore Nicola Trifuoggi, che è stato investito della carica di vicesindaco, come NewsTown vi anticipava già ieri sera: "Ho appreso dalla proposta di collaborazione tre giorni fa ma non ci è voluto molto per accettarla con soddisfazione, perché voglio bene a questa città, dove ho lavorato come Procuratore della Repubblica. Ho messo insieme due pensieri: la stima per l'onestà di Massimo Cialente e l'indignazione per aver letto la rappresentazione che i media davano della città. Sono qui per passione, lavorerò gratis".
Le reazioni
3e32, "Senza cambiamento non c'è futuro. Indietro non si torna"
"Oggi abbiamo assistito alla grande pantomima del ritorno di Massimo Cialente. Ha affermato che 'errare è umano' dopo essersi dimesso per 'aver compiuto errori'. Ha detto che il ritorno è dovuto all'attacco dei media nazionali alla città, dopo essersi dimesso per lo stesso identico motivo. Il 'dimissionario seriale' ha ritirato le dimissioni senza neanche un'argomentazione, se non quella del 'grande affetto della città' che lo avrebbe spinto a tornare sui suoi passi. Una spinta che noi vediamo solo in quegli apparati corporativi e partitici che hanno tutto l'interesse a garantire l'immobilismo. Cialente oggi non ha motivato nulla di fronte alla città.
Lui e la coalizione di centro - sinistra - destra che lo sostiene, stanno in maniera del tutto irresponsabile condannando a morte una città intera, solo per mantenere il loro potere e le loro poltrone. Un potere che, tra l’altro, si sintetizza benissimo nel personalismo di Cialente, che tanto ricalca quello espresso da Berlusconi, Bertolaso e Gianni Letta.
Ma la verità è che il problema di questo territorio non è solo Cialente, ma il sistema di clientele, poltrone, favori che lo sostiene e che ha permesso che la ricostruzione materiale, economica e sociale sia un affare di pochi, mentre le fasce più deboli della città sono allo stremo, ed i giovani costretti ad andarsene. Non basta una pennellata di finta trasparenza e un magistrato come vicesindaco per camuffare il sistema che coinvolge e soddisfa i poteri forti della città, che abbracciano indistintamente centrodestra e centrosinistra.
Solo dalla partecipazione reale delle persone, dai progetti concreti di ricostruzione sociale, dalle tante idee e proposte rimaste inascoltate in questi anni, potrà prender vita un nuovo modello di ricostruzione ed un futuro diverso per questo territorio.
Siamo pronti ad andare a dirlo con forza al prossimo consiglio comunale, appena il presidente stalinista Benedetti, troppo impegnato in questi giorni a insultare e a dare del fascista a chi ha osato opporsi a questa sceneggiata, lo convocherà".
Pezzopane (Pd), "Missione Compiuta".
"L'incarico affidato a Nicola Trifuoggi è un segnale importante di una amministrazione che intende continuare ad operare nella legalità, adesso ancor più di prima. Ora l'Amministrazione può ripartire, con maggiore slancio e vigore, a testa alta. L'attestazione d'affetto nei confronti di Massimo e il lavoro corale, condotto dall'intera coalizione di centrosinistra, che ha lavorato in questi giorni con passione e determinazione, hanno convinto il sindaco a ritirare le dimissioni e a tornare alla guida della città. Dimissioni ingiuste che avrebbero solo lusingato le mire di chi non vuole il bene della città. L'Aquila non merita di esser dipinta come una città del malaffare. Non lo siamo. Non lo è il sindaco, che ha saputo reagire con dignità. Dobbiamo far sentire a Massimo e alla sua giunta tutta la nostra solidarietà e il nostro sostegno, continuando ad incalzare il governo nazionale a rafforzare il suo impegno per la ricostruzione dell'Aquila e del cratere".
Rifondazione Comunista: "Importante segnale alla città"
"Con la nomina di Nicola Trifuoggi a vicesindaco con delega all'ispettorato urbanistico e alla trasparenza un primo importante segnale è arrivato alla città. Ieri nella prima riunione di giunta si è dato il via libera, entro trenta giorni, alla rotazione di dirigenti e funzionari,come previsto dalla delibera approvata qualche settimana fa dando applicazione al piano anticorruzione che, unitamente alla centrale unica di committenza, permetterà all'amministrazione di esercitare un ruolo di garanzia e controllo su tutti gli atti amministrativi al vaglio. Questa norma era stata richiesta con forza da Rifondazione comunista all'interno della maggioranza, all'indomani dell'inchiesta do ut des come pure le dimissioni di Riga e Di Gregorio.
Con l'istituzione dell'ispettorato urbanistico affidato a Trifuoggi si insisterà nell'attività di contrasto all'abusivismo già intrapresa dalla seconda commissione del Consiglio Comunale ambiente e territorio. Riteniamo indispensabile che questa nuova fase individui nel rispetto delle convenzioni urbanistiche, nella partecipazione dei cittadini alle scelte e nella trasparenza degli atti, le priorità imprescindibili dell'azione di ogni soggetto incaricato di gestire la macchina comunale. Siamo d'accordo con quanti in questi giorni affermano che indietro non si torna, pertanto auspichiamo che si avvii un percorso di riforma dell'ente per applicare misure radicali volte al miglioramento delle sue funzioni e per metterlo il più possibile al riparo ipotesi speculative o corruttive.
La rotazione dei dirigenti, la centrale unica di committenza e l'ispettorato urbanistico affidato a Trifuoggi sono un buon inizio per affrontare nel modo più utile e trasparente le difficili sfide che la città dovrà affrontare nel prossimo futuro".
De Matteis (L'Aquila città aperta), "Trifuoggi in Giunta testimonia e conferma che fino ad oggi è stato un far west".
"L’unica certezza che emerge dalla conferenza stampa di Cialente è che fino ad oggi al Comune dell’Aquila è mancata la legalità. Per espressa dichiarazione del “dimissionario seriale” - come è stato definito da qualcuno - l’avvento del dr. Trifuoggi in giunta testimonia e conferma che fino ad oggi al Comune dell’Aquila è stato un vero e proprio far west.
Cialente ritira le dimissioni, ma nessuna delle motivazioni che le hanno prodotte è stata contraddetta o rimossa. Nell’ordine: la sconfessione del governo, l’abbandono da parte del vertice romano del suo partito, la richiesta di sostituzione di Trigilia. Per non parlare dell’attacco durissimo di tutta la stampa nazionale e di quella che si riconosce nel centro sinistra in particolare.
Trigilia resta al suo posto, il governo non ha emesso suono in difesa di Cialente, il Pd nazionale tace, il miliardo dalla Svizzera è come il famoso milione del signor Buonaventura e, la stampa nazionale, anche oggi “bastona” Cialente e la Città. Ma lui torna a grande richiesta. La domanda è: a grande richiesta di chi? Della pasionaria Pezzopane, ormai assunta a ruolo di Kapò; degli amici che siedono in giunta e in Consiglio comunale e dal cui sedere la sedia non riesce a staccarsi; di qualche fantomatico gruppo di potere?
A proposito, la teoria del complotto è talmente ridicola e patetica da sembrare quasi la giustificazione di una seduta di autocoscienza di Cialente. Ma ciò che è davvero inquietante è il disprezzo delle istituzioni che, questo ormai non-Sindaco, ha dimostrato ancora una volta: si dimette contro il mondo e torna contro tutto il mondo come se niente fosse. Nessuna autocritica, nessun tentativo di colpo d’ala, ma attraverso una banale conferenza stampa confusa e senza motivazioni forti, che fughino i dubbi sulla sua incapacità e sui danni che ha procurato.
E se oggi la nostra Città è considerata un fastidioso problema del quale davvero a pochi interessa la soluzione, è solo e soltanto responsabilità di Cialente e del suo partito il Pd. Non a caso ha sempre ribadito che la ricostruzione era ed è un fatto suo e del suo partito e, ne abbiamo ancora una volta conferma.
Siamo ormai alla ottava pantomima di dimissioni e ritiro delle stesse dell’era Cialente. La logorroica e autoreferenziale conferenza stampa di oggi non ha certo data la sensazione di aria nuova anzi, amareggia e intristisce ulteriormente gli Aquilani".
Frattale (Ance), "Accogliamo con favore il ritiro delle dimissioni".
"Da operatori diretti della ricostruzione, di là da valutazioni politiche, accogliamo con favore la notizia del ritiro delle dimissioni del Sindaco Cialente. Andare alle elezioni ora sarebbe stata una dannosa forzatura per una città che vive un momento delicatissimo per la sua rinascita. Messa a punto la macchina, ora bisogna trovare la benzina per rispettare il cronoprogramma al quale è appeso il destino di migliaia di persone oneste e d'imprese che svolgono correttamente il loro lavoro. Non avremmo potuto permetterci, in un momento cosiì particolare, il lusso di perdere cinque mesi nei veleni di una campagna elettorale e di vedere strumentalizzati temi vitali. Il Procuratore Trifuoggi in Giunta è per noi imprenditori un forte elemento di garanzia ed un primo segnale della volontà di cambiare passo. Ci aspettano altre prove, soprattutto nella partita con Roma. Ci auguriamo che i partiti ed i nostri rappresentanti, a tutti i livelli, facciano la loro parte per convincere il Governo che i soldi spesi nella ricostruzione dell'Aquila, oltre a rappresentare un diritto per i cittadini ed un dovere verso l'eredità storico-monumentale del Paese, sono un investimento strategico per il rilancio dell'economia nazionale, visto che qui lavorano imprese di 93 province d'Italia. Ci penseranno le inchieste a far chiarezza sulle verità. Alle istituzioni e a noi spetta il compito di riabilitare al più presto l'immagine di questa città con uno sforzo ulteriore di trasparenza e di azione positiva. Torniamo tutti al lavoro. ANCE L'Aquila è pronta ad una piena collaborazione".
Pagano (Forza Italia), "E' l'ennesima 'cialentata'".
"E' l'ennesima 'cialentata'" messa in atto dal sindaco dell'Aquila, il quale, anziché occuparsi dei problemi della città, e sono tanti, perde il tempo con queste pagliacciate che fanno male alla comunità aquilana. E' evidente che lui non è più credibile agli occhi dei cittadini, delle istituzionali locali, né del governo nazionale, compromettendo così il percorso avviato per la ricostruzione dell'Aquila. Se il centrosinistra aquilano è capace solo di esprimere questa classe dirigente, cioé chiacchierona, irresponsabile e distante dai cittadini, appare inutile e anacronistica rincorrere qualsiasi altra soluzione finalizzata a risolvere i problemi della città e rilanciare la ricostruzione dell'Aquila. Il succo alla luce della conferenza stampa di oggi è sempre lo stesso".
Vittorini (Lcv), "Serviva l'azzeramento Giunta, non un rimpasto".
"Nulla da dire sulla grandezza della figura di Trifuoggi, ma nomine come questa andavano fatte successivamente all'azzeramento totale della giunta. Cialente doveva dimettersi, questo in sostanza è un rimpasto. Era ed è necessario un cambio totale della classe politica e dirigenziale".
Giancarlo De Amicis (Policentrica): "Sulla città, una schiera di eroi negativi"
"Come angeli ribelli caduti dal cielo oggi piovono, in Italia e a L’Aquila, schiere di eroi negativi. La parola magica che potrebbe sciogliere il maleficio della loro presenza sembra del tutto sconosciuta. La storia aquilana di oggi narra di una città che all’indomani del sisma ha scoperto di aver offuscato gran parte dei caratteri dell’umano, assumendo quelli repellenti di un enorme insetto.
La metafora rimanda a Kafka e, accompagnandosi a quella degli eroi negativi, aggredisce il cittadino con preoccupante immediatezza, facendogli percepire l’appartenenza ad un corpo sociale, che registra al suo interno intense sensazioni dolorose e maldestri movimenti: uno stadio della metamorfosi che colloca la città in un sfera amorfa e inarticolata, espressione di un potere che usa il linguaggio come strumento di sudditanza e di subordinazione.
Quali le cause primarie di tale metamorfosi e dell’inquietante insorgenza di suddetti eroi?
Gli eroi, quelli positivi, sono indispensabili ad ogni comunità perché alimentano le relazioni e i rapporti significanti. Essi riavvicinano le generazioni e la memoria condivisa di una collettività, il desidero di futuro e l’amore per il passato.
La loro assenza si traduce in un progressivo manifestarsi “dell’animale”, che invade e avvelena la sfera umana dell’urbano. Quando vengono a mancare, oppure quando vengono emarginati e intorno ad essi si crea un silenzio sfiorato appena da un velo di retorica, sorgono gli avversi sostituti.
I popoli li adottano clandestinamente, oppure ripiegano sui surrogati, magari fabbricati con “materiali scadenti”. L’eroismo oggi è considerato fuori luogo e fuori tempo. L’eroe urta con entrambi perché rifiuta gli attuali standard ed agisce in modo eccezionale; rinuncia al “pensiero unico” fondato sull’utile e mette a repentaglio, in un atto di assoluta gratuità, il suo bene più prezioso, la vita, sconvolgendo così le categorie sulle quali è fondata questa società mercantile e di mercenari.
L’eroe evoca l’avventura e il sogno, più che l’investimento ed il calcolo; mette in gioco se stesso e non proietta la sua vita nella merce o nel consumo. Richiama alla memoria attaccamenti più importanti dei contratti sociali e del profitto. Mette in discussione l’idea che la vita sia il bene più importante da tutelare ad ogni costo, perché crede che quando è in gioco la “dignità della vita”, è necessario spingersi a osare. Cosa distingue un eroe dal suo rovescio?
Il primo si sacrifica per costruire, custodire, salvare; l’altro si accalora per demolire, condannare. L’eroe agisce nel nome del comune sentire, il suo opposto si adopera per violarlo, calpestarlo. Quando in una città o in un Paese vengono disattivate le riserve di eroismo e si smorzano le luci sugli eroi, si avvia quel processo di metamorfosi che porta all’insorgenza di eroi negativi: la società civile e le istituzioni si incupiscono e si rattrappiscono in una vile e venale mediocrità e il potenziale inespresso di eroismo si accumula e si esprime in forme e in luoghi incolti, deflagrando furiosamente".