Martedì, 26 Febbraio 2019 11:47

San Marco pericolante? La denuncia di un operaio: cantieri della zona interdetti

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"Sono uno dei tanti operai qualificati che prestano la propria competenza nei cantieri della ricostruzione del centro storico aquilano. Sono uno dei tanti che purtroppo, dal 28 gennaio scorso, non può svolgere il lavoro che era stato chiamato a fare perché sono uno di quelli che lavora nei cantieri che si trovano in prossimità della Chiesa di San Marco".

A scrivere a NewsTown è un operaio che, per ovvie ragioni, chiede di restare anonimo. Racconta, però, che il Comune dell'Aquila, dal 28 gennaio scorso, ha vietato l'accesso ai cantieri a causa di un paventato rischio crollo della Chiesa San Marco per non meglio chiariti dissesti strutturali.

"La ricostruzione della Chiesa di San Marco è al centro di un aspro conflitto tra l’Ente parrocchiale e il Comune di L’Aquila - sottolinea l'operaio - esploso dopo che il Comune, nel marzo 2014, ai tempi del sindaco Massimo Cialente, ha negato il finanziamento di ricostruzione all'Ente parrocchia già accordato dalla Soprintendenza a dicembre 2013, con la dichiarazione di congruità economica e finanziaria, per un importo di 4.8 milioni di euro, secondo le norme della ricostruzione privata, ovvero con affidamento diretto e più celere. Pare che il Comune ritenesse, e si suppone ritenga ancora, che la chiesa di San Marco vada ricostruita con una gara d’appalto pubblica, bandita dal segretariato Mibact, come previsto dal decreto 'Enti territoriali' il 125 del 2015".

L'Ente parrocchiale, al contrario sostiene che alla chiesa vada applicata la normativa della ricostruzione privata, "essendo un unicum con la canonica, con l'assegnazione diretta dei lavori da parte del proprietario dato che il via libera della Soprintendenza è precedente alla legge del 2015, e dunque andrebbe applicata l'ordinanza allora vigente della presidenza del Consiglio dei Ministri (Opcm 3.790 del 2009), che appunto consentiva l'affidamento dei lavori al privato. Lo scontro si è trasferito nelle aule giudiziarie e si attende il pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale".

Giusto per rendere comprensibile la sua richiesta, visto che trascorrono inesorabili i giorni, "e ognuno di noi perde stipendi, giorni lavorativi e accumula ritardi nella riconsegna degli edifici in ristrutturazione" - sottolinea l'operaio - "vorrei dal Comune o dall’Ente Parrocchiale chiarimenti sul potenziale pericolo rappresentato dalla chiesa di San Marco, inagibile e pericolante, e su eventuali misure che s'intendono adottare per garantire la sicurezza dei cittadini. Vorrei anche che qualcuno mi spiegasse come mai solo a noi operai è stato interdetto l’ingresso e il transito, mentre le strade di accesso non sono state interdette al traffico e le attività commerciali e il call center della zona non sono stati neanchi informati. La domanda sorge spontanea: il rischio di crollo esiste davvero oppure no? E se esiste perché non è stata fatta un’ordinanza pubblica? E se invece il rischio non c’è perché ci viene impedito di lavorare? La sicurezza dei cittadini non mi sembra tutelata, così come non si tutelano i nostri salari e il nostro lavoro".

Ultima modifica il Martedì, 26 Febbraio 2019 20:01

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