Sarà la più grande opera pubblica del dopo terremoto e, con ogni probabilità, una delle più imponenti mai realizzate in città.
Il rifacimento dei sottoservizi nel centro storico - acquedotto, fognature, reti elettriche e telefoniche - era ed è uno dei tasselli più delicati del grande mosaico della ricostruzione. Un progetto da 80milioni di euro: fondi provenienti - in parte - dalla delibera Cipe del 2012 (circa 53 milioni) e in parte da un precedente stanziamento, risalente al 2010, del Commissario per la ricostruzione (27 milioni di euro).
A quattro anni e mezzo dal sisma, la Gran Sasso Acqua (l'ente appaltante) ha finalmente potuto annunciare l'inizio dei lavori. Almeno per quel che riguarda il primo lotto del progetto, da 38milioni di euro, che riguarderà l'asse centrale - dalla Fontana Luminosa alla Villa Comunale - e l'area di San Bernardino e Santa Maria di Farfa.
Alla conferenza stampa organizzata in mattinata, hanno partecipato il sindaco Massimo Cialente, il titolare dell'Ufficio speciale Paolo Aielli, e del capo dipartimento per lo Sviluppo delle economie territoriali (Diset), Aldo Mancurti. Oltre a numerosissimi esponenti del mondo politico, imprenditoriale e sindacale.
L'ultimo ostacolo che impediva l'avvio dei lavori - come annunciato da NewsTown - è caduto. Il Tar Abruzzo ha rigettato il ricorso presentato dall'azienda rimasta esclusa dall'aggiudicazione della gara europea su progetto preliminare, la Alma Cis dell'imprenditore pescarese Enrico Marramiero, che aveva depositato una richiesta di sospensiva a fronte della quale il Tribunale amministrativo, nel dicembre scorso, aveva emesso un'ordinanza con la quale, in sostanza, bloccava tutto e chiedeva alla Gran Sasso Acqua di fornire alcuni chiarimenti in merito al bando di gara e al progetto preliminare.
I lavori - dunque - saranno regolarmente eseguiti da un'associazione temporanea di imprese (ATI) a forte componente abruzzese. Dell'ATI fanno parte il colosso ravennate Acmar e due delle maggiori imprese cittadine: Edimo ed Edilfrair. Il contratto è stato firmato lunedì.
A dettare il cronoprogramma, il presidente della Gran Sasso Acqua, Americo Di Benedetto: "Ci vorranno 45 giorni per la progettazione esecutiva, poi 1 anno e 6 mesi per la realizzazione dei lavori. Abbiamo assecondato l'esigenza politica di iniziare l'opera dall'asse centrale così come previsto dal cronoprogramma approvato dal Consiglio comunale". Di Benedetto non ha nascosto l'orgoglio per il lavoro svolto dalla società che presiede, capace di progettare e aggiudicare i lavori senza consulenze esterne e nel volgere di un anno. "Il bando di gara era su progetto preliminare. Se avessimo scelto un'altra procedura, assumendo meno responsabilità e presentando noi il progetto esecutivo, avremmo aggiudicato i lavori al massimo ribasso. Evidentemente, questo avrebbe accellerato i tempi perché non ci sarebbero stati ricorsi. In fase di esecuzione dei lavori, però, le imprese avrebbero presentato le famose 'riserve'. E quante ne sarebbero arrivate, vista l'impossibilità di dire con certezza cosa si troverà nel sottosuolo. Così - al contrario - c'è una maggiore responsabilità per l'impresa aggiudicatrice".
I sottoservizi passeranno dentro mini gallerie sotterranee dell'ampiezza di 150x200, ispezionabili e percorribili, fatte di cemento armato precompresso, che verranno “calate” nel sottosuolo da apposite gru. Questi “tunnel intelligenti” conterranno le condutture dell'acqua, le reti fognarie, i cavi elettrici e quelli telefonici e, un domani, potranno essere implementati con altri servizi (ad esempio reti per la tv via cavo o per la videosorveglianza).
Di fatto, attraverso questi cunicoli polifunzionali, si porrà fine al caos di tubi e cavi presente sia sottoterra che all'aria aperta. Niente più intrichi e labirinti di tubature; niente più fili sospesi tra e lungo le facciate dei palazzi: verrà tutto interrato. Uno degli aspetti più importanti e innovativi del progetto è costituito dalla presenza della fibra ottica: l'intero centro storico verrà cablato. Una piccola rivoluzione. Grazie alla riorganizzazione dei sottoservizi, e ad altri progetti come il protocollo di intesa firmato da Enel e Comune per il rifacimento di tutta la rete elettrica comunale (la cosiddetta Smart Grid, un'opera da 16 milioni di euro) o lo Smart Ring, L'Aquila si candida a diventare una delle città italiane più all'avanguardia nell'attuazione di politiche, processi e progetti rientranti nei parametri delle smart cities.
Non solo. Contestualmente, Di Benedetto ha illustrato il progetto del secondo lotto di completamento del centro storico, comprensivo di via Strinella e di viale della Croce Rossa (lavori per 42milioni di euro), il cui bando è stato pubblicato stamane su Gazzetta Europea. "Aspettiamo offerte entro il 29 maggio, quando scadranno i termini di presentazione, e già l'11 giugno ci sarà la prima seduta di gara", ha sottolineato. Si tratta - ovviamente - di una gara europea ad evidenza pubblica che lascia, però, importanti margini alle imprese locali: "Abbiamo suddiviso i lavori in cinque lotti funzionali", ha spiegato il presidente della Gran Sasso Acqua, "tre per il centro storico, poi via Strinella e viale della Croce Rossa. Così da non precludere la partecipazione delle imprese locali che potranno rispondere alla gara per i cinque lotti anche se i lavori saranno esclusivi. In altre parole, si può partecipare alla gara per tutti i sottoambiti ma si potrà ottenere l'aggiudicazione di un solo lotto".
Sull'intera opera sarà attivo un protocollo di legalità tra Gsa, aziende aggiudicatarie, parti sociali e Prefettura.
Soddisfatto il titolare dell'Ufficio speciale, Paolo Aielli: "Il dov'era ma non com'era", ha sottolineato, "si traduce perfettamente in questa opera pubblica. Abbiamo sempre detto che non sarebbe stato sufficiente, seppur fondamentale, ristrutturare e ricostruire. Senza una infrastruttura tecnologica in grado di fornire servizi ai cittadini, in centro storico sarebbero tornati in pochi. Di certo, non le nuove generazioni. Così, si prepara la città all'innovazione. Con i sottoservizi, infatti, attiveremo anche un anello ottico, una rete di telecomunicazione innovativa che sarà gestita dall'università e che permetterà di collegare tutti gli uffici della Pubblica amministrazione, intesa nel senso più ampio: dalla Prefettura al Comune, passando per la Regione e fino all'Ospedale".
Poi, il monito: "Non si tratta di un'opera semplice. C'è la necessità che l'amministrazione comunale – che gestisce il suolo pubblico e gli interventi di ricostruzione privata –, i cittadini tramite i presidenti dei consorzi e gli ingegneri e, naturalmente, coloro che hanno ripreso l'attività lavorativa nel centro storico siano messi nelle condizioni di non essere penalizzati da questa opera che sarà radicale. Avremo problemi con gli scavi, avremo problemi di viabilità, avremo problemi di organizzazione del lavoro con i cantieri della ricostruzione privata e pubblica. C'è bisogno di un tavolo permanente di collaborazione che sia capace di risolvere le tante criticità che andranno necessariamente affrontate. Siamo soltanto all'inizio di un progetto davvero importante: o saremo capaci di collaborare senza inutili resistenze, così da offrire alla città la possibilità di divenire - davvero - la più Smart d'Italia, oppure correremo il rischio di paralizzare la ricostruzione del centro storico".
"Si dimentica troppo spesso - ha concluso il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente - che stiamo affrontando una emergenza che non ha precedenti negli ultimi cento anni. Stiamo inventando, ogni giorno, nuovi sistemi e nuove procedure. Per questo, trovo insopportabile l'immagine che alcuni media stanno disegnando della ricostruzione dell'Aquila e del cratere. Credo ci sia una precisa regia - ha incalzato -, e assumo la responsabilità di quanto sto dicendo. Il Sole 24 Ore, per esempio, potrebbe essere ispirato da chi ancora rimpiange la mancata suddivisione della città in 19-20 spicchi da ricostruire: una suddivisione che avrebbe agevolato senza dubbio le grandi imprese nazionali".
Cialente rivendica i risultati ottenuti dalla sua amministrazione, riallacciandosi - seppur idealmente - alla conferenza stampa organizzata nella mattinata di ieri dall'assessore Di Stefano: "Siamo nei tempi stabiliti dal cronoprogramma voluto dal Governo. Stiamo rispettando gli impegni, dimostrando che siamo capaci di ricostruire. E il progetto che stiamo presentando lo racconta perfettamente. C'è un' idea di città che sarà più intelligente e vivibile: serve soltanto la benzina, servono fondi certi per ricostruire entro il 2020 la città dell'Aquila e i borghi del cratere". Per dimostrare all'Italia cosa si sta facendo a L'Aquila, con dati veri e trasparenti, si sta pensando ad una conferenza stampa da organizzarsi, a Roma, in occasione del quinto anniversario del terremoto del 6 aprile.