Domenica, 06 Ottobre 2019 18:28

Trasporto pubblico locale, lavoratori si fermano: le ragioni dello sciopero

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E' il giorno dello sciopero dei lavoratori del trasporto pubblico locale che incroceranno le braccia dalle ore 5 alle ore 6:30, dalle ore 8:30 alle 13:10 e dalle 17 fino a fine servizio. Pertanto, l'Ama - l'azienda aquilana della mobilità - informa che "esiste la possibilità che non vengano effettuate le corse comprese nell'orario indicato.

In Abruzzo lo sciopero, che vede l'adesione delle segreterie regionali Filt Cgil, Fit Cisl e Fisa Cisal Abruzzo, metterà a rischio ovunque i collegamenti urbani per l'intera giornata; saranno comunque effettuate le corse nelle fasce orarie di garanzia. Per il personale a terra, invece, l’astensione dal lavoro è prevista per tutta la prestazione lavorativa.

La Filt Cgil Abruzzo Molise, nel ribadire tutte le motivazioni oggetto della prima azione di sciopero di 4 ore effettuata lo scorso 16 settembre al fine di contestare la politica regionale sui trasporti e per rivendicare scelte diverse in tema di risorse, regole e riforme, sottolinea come la Regione abbia "dimostrato nei fatti di volersi sottrarre al confronto con le parti sociali".

I motivi alla base della vertenza regionale riguardano, in particolare, i "servizi minimi e il Piano regionale integrato sui trasporti. Dalla Legge Regionale 152/1998, vale a dire da quando storicamente l’Abruzzo aveva assunto il formale impegno di individuare un piano regionale integrato sui trasporti comprensivo dei cosiddetti bacini e dei servizi minimi - spiega il sindacato - cioè quelle tratte ritenute indispensabili ed essenziali per i quali si rende necessaria la contribuzione pubblica, sono dovuti passare venti anni prima che il Consiglio Regionale legiferasse in tal senso. E stando agli ultimi sviluppi la netta impressione è che si andrà avanti ancora per molto tempo in un contesto di incertezza e di assenza di regole".

La Cgil contesta, altresì, la mancata pubblicazione del bando di gara per le 50 aziende private. "Ad oggi - sottolinea il sindacato - se si esclude l’affidamento in house che interesserà la società regionale Tua per il periodo 2019/2027, non è ancora noto quando e se saranno bandite le gare per assegnare i restanti servizi gestiti dagli attuali concessionari che operano da oltre un ventennio in regime di proroga".  

Nel mirino anche il ricorso a subaffidamenti da parte della regione. "Con un tempismo eccezionale, la Giunta ha approvato lo scorso 29 luglio la delibera 439 con cui, facendo riferimento ad un formale progetto trasmesso in data 27 maggio 2019 dalla società Tua Spa (azienda di proprietà al 100% della regione Abruzzo), ha dato il via libera al ricorso a subaffidamenti ad aziende private per i servizi a domanda debole di Tua per complessivi 1.928.722 chilometri, così ripartiti territorialmente: Provincia di L’Aquila 783.570 km, Provincia di Pescara 487.184 km, Provincia di Teramo 398.630 Km, Provincia di Chieti 259.338 km. Aldilà della nostra ferma contrarietà all’operazione, non sappiamo fino a che punto sia legittimo che una società affidataria in house dei servizi di trasporto regionale, possa in qualche modo fare profitti, lucrando fondamentalmente sul diverso corrispettivo chilometrico riconosciuto da Tua al sub concessionario. Ciò che invece risulta certo è che per la conduzione degli autobus non sono stati previsti particolari vincoli rispetto all’individuazione del personale dipendente che le aziende sub concessionarie andranno ad utilizzare".

"Si riscontra peraltro una sostanziale difformità tra lo schema tipo di sub concessione definito dalla Giunta - aggiunge la Cgil - Nello specifico e in relazione alle clausole sociali e agli obblighi relativi al personale, appare infatti evidente come l'applicazione del CCNL autoferrotranvieri, non costituisca un vincolo per l'azienda subaffidante bensì unicamente una opzione. Non ci sarebbe da sorprendersi a questo punto che in relazione a questa difformità, verrebbero meno alcune certezze rispetto all'unicità contrattuale applicata al settore".

Fenomeno che si aggiunge "all'utilizzo indiscriminato di autisti pensionati ultra sessantacinquenni in analogia con quanto avviene ad esempio nel trasporto scolastico dove tale fenomeno è già largamente diffuso. Così come abbiamo non poche perplessità rispetto agli obblighi da parte delle aziende sub concessionarie in materia di sicurezza sul lavoro e di visite mediche periodiche. E’ noto infatti che molte aziende private, al solo scopo di contenere i costi, non ottemperino soprattutto agli obblighi concernenti le visite mediche periodiche del personale e tutto questo nell’indifferenza di chi dovrebbe sovrintendere a questi controlli legati anche alla sicurezza e di chi dovrebbe scongiurare fenomeni di dumping contrattuale e di concorrenza sleale".

A fronte di tali criticità, sottolinea ancora Filt Cgil, il Fondo unico regionale del trasporto pubblico locale in cinque anni ha subìto una decurtazione di quasi undici milioni di euro l'anno, passando da 187.035.250,14 euro nel 2014 a 177.376.592,55 euro nel 2018. "Da quanto è emerso in questi primi mesi - afferma Cgil - l’attuale governo regionale non sembra affatto intenzionato a voler invertire il trand negativo derivante da questa costante decurtazione di risorse".

Sul biglietto unico regionale, inoltre, "siamo ancora fermi alle promesse. Parliamo di un'altra eterna incompiuta (il biglietto unico con le sue indubbie agevolazioni, vige da oltre un decennio nella sola area metropolitana Pescara-Chieti) la cui mancata estensione a livello regionale, determina un'inaccettabile sperequazione in termini di sviluppo, razionalizzazione e incentivazione all’utilizzo del mezzo pubblico".

In relazione agli investimenti relativi al materiale rotabile e alla sicurezza, l'Abruzzo "è tra le ultime regioni nella specifica classifica nazionale per l'anzianità dei mezzi. Ad oggi non vi è traccia materiale né delle risorse regionali né di quelle nazionali, tant’è che la situazione appare sempre più drammatica soprattutto in considerazione dell’imminente apertura della stagione scolastica. E’ evidente che l’eccesiva vetustà dei mezzi in circolazione (ad oggi manca ancora un’analisi su base regionale dei mezzi “”euro 0”” prossimi alla rottamazione) si ripercuote sul fattore sicurezza e sull’alta frequenza dei guasti in linea".

In ultimo, la Cgil denuncia scarsa attenzione nei confronti di viaggiatori e pendolari. "La Regione continua ad ignorare, ad esempio, le legittime aspettative degli operai che operano nel nucleo industriale della Val di Sangro, privati della possibilità di servirsi del mezzo pubblico e costretti a sobbarcarsi costi ingenti con l’utilizzo dei propri mezzi privati. Analogamente subiscono la stessa sorte lavoratori, turisti e pendolari che scegliendo l’aeroporto d’Abruzzo, si vedono impossibilitati ad utilizzare un servizio pubblico.

"Anche nei confronti delle parti sociali - conclude il sindacato - la Regione ha mostrato scarsa attenzione e considerazione, ignorando specifiche richieste d'incontro sollecitate dalla Cgil e dalla Filt Cgil Abruzzo Molise rispettivamente con le note del 15 marzo 2019 e del 31 luglio 2019 e che si prefiguravano unicamente l'obiettivo di aprire un legittimo confronto di merito sulle delicate questioni attinenti il settore".

Marsilio: "Pieno sostegno all'azione di rilancio di TUA"

In occasione dello sciopero indetto da alcune sigle sindacali, il Presidente della Giunta regionale Marco Marsilio ribadisce il pieno sostegno alle politiche di risanamento e rinnovamento messe in campo da TUA per garantire la qualità del servizio di trasporto pubblico. “Con il management di TUA SpA e il sottosegretario Umberto D’Annuntiis, la Giunta e la maggioranza di governo regionale hanno condiviso ogni passaggio e le scelte strategiche finora effettuate per ridurre i costi e ottimizzare il servizio. Bilanci a posto e trasparenti sono la pre-condizione per continuare a offrire un servizio adeguato e affrontare la sfida del risanamento di un’azienda che sconta anni di difficoltà e di ritardi, soprattutto nel campo del rinnovo dei mezzi. Per questo continueremo a sostenerne l’azione, nonostante le inevitabili e spesso strumentali polemiche, e se per compiere fino in fondo una salutare ‘operazione verità’ il Consiglio regionale vorrà accogliere la richiesta del Presidente Gianfranco Giuliante di istituire una Commissione d’inchiesta sul TPL, il Presidente e la Giunta non potranno che essere d’accordo”.

Giuliante ha chiesto una commissione d'inchiesta per indagare su quanto accaduto al settore del trasporto pubblico locale a partire da luglio 2015. "Da quando mi sono insediato - l'affondo - ho ricevuto richieste e suggerimenti che avevano un unico coerente parametro: spendere. Comprare autobus senza contributi, assumere autisti, assumere meccanici, ampliare le fasce di esenzione, aumentare il numero delle corse, soprassedere alla chiusura di sedi. Ora, partendo dal dato incontrovertibile che il contributo per l'anno in corso avrà un abbattimento di 2,8 milioni di euro, mi domando sommessamente se è corretto tradurre queste richieste come un input a portare il bilancio in perdita per una decina di milioni".

Il presidente di TUA ha ricordato come la legge Madia preveda, dopo due bilanci in perdita, che ci siano conseguenze "importanti" che ricadrebbero su tutto il sistema, a cominciare dai lavoratori. "Ma poiché i problemi sollevati esistono - ha aggiunto - la flotta è obsoleta (ma non lo è diventata negli ultimi 5 mesi), c'è necessità di nuovi autisti ma anche di ristrutturazione delle corse e della turnistica, c'è necessità di porre mano al problema manutenzioni (è da decenni che si individua un "vulnus di mala gestio", se ne è occupata anche la magistratura), sarebbe opportuno affrontare i diversi problemi senza isterismi o facili soluzioni di spese a gogo".

Giuliante ha parlato esplicitamente di "attacchi concentrici su soluzioni in itinere (che non alterano le tratte né diminuiscono in alcun modo il servizio) che vedono convergere sindacati ed imprenditori privati del trasporto, ognuno a salvaguardia del proprio 'zainetto', mentre dovrebbero e potrebbero essere oggetto di analisi più approfondite. La TUA si sta riorganizzando ridisegnando un quadro teso ad abbattere costi non più sostenibili e sta provando a razionalizzare il settore acquisti nelle sue diverse componenti. Appare evidente che, per fare ciò, c'è bisogno di tempo, ma quello scelto non si presta ad escamotage dilatori. Entro sei mesi, se la pianificazione predisposta non avrà arrancamenti per la vischiosità del sistema trasporti, l'aria cambierà".

Ecco perché "una conoscenza completa e puntuale della situazione attuale diventa indispensabile; ma per fare ciò, poiché i problemi di cui sopra sono frutto di stratificazioni temporali successive, potrebbe essere utile che la Regione Abruzzo nomini una commissione d'inchiesta per valutare gli accadimenti da luglio 2015 (data della creazione della Tua) su tutto il comparto del TPL regionale, tanto per l'azienda madre quanto per le sue controllate/partecipate. Sono certo che ciò, oltre ad essere utile per evitare il ripetersi di errori macroscopici già fatti in passato, induca i più (conto sul pudore) ad un religioso silenzio per i prossimi tempi". 

A Giuliante ha replicato il capogrupppo del Pd in Consiglio regionale, Silvio Paolucci, già assessore con delega a Bilancio e Sanità dell'esecutivo guidato da Luciano D'Alfonso: "Il gruppo PD è favorevole all’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla situazione economica di TUA, invocata a mezzo stampa dall’attuale vertice dell’azienda; trovo tuttavia alquanto singolare che sia un presidente pagato dagli abruzzesi a invocarne l’istituzione. Per avere un quadro preciso della situazione sarebbe infatti bastato che Giuliante svolgesse semplicemente il proprio compito, attingendo, appena designato, informazioni all’interno, magari dall’attuale direttore generale, Max Di Pasquale, che è stato responsabile dei conti e del bilancio di Tua dalla fusione ad oggi, anziché accendere i fari a mezzo stampa sui conti sull’azienda che dirige ormai da aprile, perché si trova in uno stato di evidente difficoltà", la stoccata di Paolucci.

Che ha aggiunto: "Se Giuliante pensa che serva addirittura una Commissione di inchiesta per fare luce sui conti di Tua, mi chiedo come mai abbia promosso a direttore regionale proprio chi ne ha predisposto i conti in tutti questi anni, da dirigente al bilancio, programmazione e finanze. Vero è che tale iniziativa, oltre ad essere un vero e proprio autogol perché significa ammettere l’incapacità di essere governance di questo delicato settore, suona un po’ come il goffo tentativo del presidente di scrollarsi di dosso i problemi, gettando la palla fuori dal campo e le responsabilità su terzi. Ben venga, dunque, la commissione, siamo pronti. Di Pasquale sarà convocato in seduta permanente e gli chiederemo se i bilanci che ha predisposto sono veri o falsi. Era proprio Di Pasquale che mostrava e rappresentava i recuperi di efficienza ed economicità della gestione Tua, a partire dai quelli fatti con l'internalizzazione delle officine, nonché il nuovo corso sulle assicurazioni, sui rifornimenti, sul lavoro con il nuovo contratto di secondo livello. Venga a spiegarci, Di Pasquale, se mentiva. Ma il presidente sappia che quando verrà convocata la Commissione, ne approfitteremo, andremo più a fondo, perché partiremo dall’analisi dei conti pre-fusione, con i 35 milioni di debito Arpa, le sedi acquistate, gli autobus acquistati senza copertura. Nel frattempo, però, assolva al compito per cui viene retribuito dalla comunità: dare servizi efficienti ed efficaci a studenti e lavoratori pendolari, stare vicino a tutta l’utenza, un impegno che non lo vede in trincea al momento, viste le decine di segnalazioni di disservizi che arrivano dai passeggeri".

Ultima modifica il Domenica, 06 Ottobre 2019 23:09

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