Poco più di un anno fa, il sindaco Massimo Cialente presentava alla città il progetto per costruire, nelle viscere di Piazza Duomo, un centro commerciale sotterraneo con negozi "di lusso" e con annesso parcheggio da cinquecento posti: "una seconda ‘Galleria Alberto Sordi’, dopo quella di Roma". I lavori sarebbero stati alimentati con trentasei milioni di euro in project financing. "Entro due anni vorremmo che il salotto diventasse realtà", aveva dichiarato il primo cittadino.
Non se ne è fatto nulla. Almeno, fino ad oggi. Forse perché in molti hanno sottolineato come fosse inopportuno mettere al centro della ricostruzione un'opera mastodontica, di grandissimo impatto, con il centro storico ancora soffocato da puntellamenti e transenne. Persino Tomaso Montanari, che nel maggio scorso ha raccolto all'Aquila migliaia di storici dell'arte provenienti da tutta Italia, era rimasto colpito dal progetto: "Forse inconsapevolmente, ma è in perfetta continuità culturale con la distruzione del tessuto civile provocato dalle new town di Berlusconi e Bertolaso", aveva scritto su 'Il Fatto Quotidiano'. "Se in quel caso si rimuoveva il cadavere della città storica andando a cementificare la campagna, qui sembra gli si voglia scavare la fossa, letteralmente e metaforicamente".
Il salotto commerciale nelle viscere del centro monumentale in rovina - aveva sottolineato - "è immagine eloquente per alludere al destino di molte delle città storiche italiane. Il sociologo americano Cristopher Lasch ha scritto che fra le ragioni del deterioramento della democrazia negli Stati Uniti va annoverata la 'decadenza delle istituzioni civiche, dai partiti politici ai parchi pubblici, ai luoghi d’incontro informali … su di loro, oggi, incombe la minaccia dell’estinzione, man mano che cedono il passo agli shopping malls, alle catene di fast food, ai take away'. Lasch nota ancora che le città americane hanno perso 'le attrattive cittadine, la convivialità, la conversazione, la politica'… in pratica quasi tutto ciò che rende la vita degna di essere vissuta. Quando il mercato esercita il diritto di prelazione su qualsiasi spazio pubblico e la socializzazione deve ‘ritirarsi’ nei luoghi privati, la gente corre il rischio di perdere la capacità di divertirsi e di autogovernarsi".
"Queste parole - spiegava Montanari - descrivono con straordinaria aderenza ciò che è accaduto anche alle città italiane, negli ultimi tre decenni. Con la differenza che questi ‘luoghi terzi’, da noi, erano stati plasmati e consacrati da una delle civiltà artistiche più alte della storia umana. Il valore civico dei monumenti e delle piazze è stato negato a favore della loro rendita economica, e cioè del loro potenziale turistico. Lo sviluppo della dottrina del patrimonio storico e artistico come ‘petrolio d’Italia’ (nata negli anni ottanta di Craxi) ha accompagnato la progressiva trasformazione delle nostre città storiche in luna park gestiti da una pletora di avidi usufruttuari. Le attività civiche sono state espulse da chiese, parchi e palazzi storici, in cui ora si entra a pagamento, mentre immobili monumentali vengono incessantemente alienati a privati, che li chiudono o li trasformano in attrazioni turistiche".
Poi, l'amara conclusione: "Come è sempre più evidente, L’Aquila è un gigantesco e drammatico laboratorio dove prende forma il futuro delle città italiane. Città senza cittadini, templi del mercato, fabbriche di clienti".
E' passato un anno. E - a quanto pare - il progetto della galleria commerciale nelle viscere di Piazza Duomo è stato chiuso in un cassetto. Sostituito, però, da un altro progetto in project financing che dovrebbe cambiare volto alla Fontana Luminosa. Con negozi e parcheggi. A dire che - a oramai cinque anni dal terremoto - non c'è ancora un'idea chiara, e complessiva, della nuova città.
Il progetto - presentato da un gruppo di architetti romani, pare con la supervisione di Renzo Piano, e subito sposato da Cialente - sarebbe già stato illustrato alla maggioranza e, a breve, dovrebbe essere sottoposto al parere della Giunta e del Consiglio comunale. Anche se - promette il primo cittadino - si aprirà un dibattito pubblico con la cittadinanza.
L'area della Fontana Luminosa verrebbe completamente rivoluzionata, da viale Duca degli Abruzzi fino a via Castello inglobando il Circolo Tennis, il Forte Spagnolo, il parco e l'auditorium. Un'isola pedonale con parcheggi sotterranei e nuovi spazi commerciali. "Intervenire nella zona della Fontana Luminosa è un obiettivo prioritario e necessario", ha spiegato il sindaco in una intervista a 'Il Centro'. "Per valorizzarla, ma anche per saziare la fame di parcheggi che aumenterà con la ricostruzione e la completa attivazione del polo umanistico".
La proposta - preliminare alla redazione del project financing - prevederebbe diverse soluzioni per la realizzazione di almeno 700 posti auto, uniti ad attività commerciali sotto un porticato. Si andrebbe ad interrare parte di viale Duca degli Abruzzi e di via Castello con parcheggi sotterranei, comunicanti tra loro, in una sorta di ovale al di sotto della Fontana Luminosa. Un terzo parcheggio dovrebbe essere realizzato sotto il circolo Tennis, con i campi che verrebbero rialzati al livello di viale Gran Sasso.
Evidentemente, si tratta di un progetto che andrà discusso, valutato e ben ponderato. C'è da chiedersi sin da ora, però, se la città avrà davvero bisogno - nel prossimo futuro - di 700 parcheggi interrati (che andrebbero ad aggiungersi ai parcheggi del Terminal di Collemaggio se mai tornerà in funzione), qual è il piano di sviluppo commerciale a cinque anni dal terremoto e, in particolare, qual è l'idea complessiva di riqualificazione del centro storico nella città che verrà.