"Riaprire tutto oggi sarebbe impensabile, con il Covid-19 pronto a riprendere la sua corsa e a far saltare, letteralmente, il Sistema sanitario nazionale".
E' quanto emerge da un report redatto dal Comitato tecnico scientifico per valutare i contraccolpi dell'uscita dal lockdown.
In una delle decine di simulazioni contenute nel documento, riaprendo tutto al 100% - manifattura, edilizia, commercio, ristorazione/alloggi, tempo libero, trasporti - le terapie intensive arriverebbero ad aver bisogno di 151.231 posti letto entro giugno, 430.866 a fine anno.
Numeri impensabili per un sistema sanitario nazionale che oggi può contare su 9 mila posti. L'R0, vale a dire il parametro che indica il tasso di diffusione dei contagi, con il liberi tutti schizzerebbe - stando sempre a quanto afferma il Comitato - a 2,25, vale a dire che ogni persona con Covid-19 ne contagerebbe più di due.
"Abbiamo fatto qualche passettino in avanti, per qualcuno non è sufficiente ma non possiamo fare di più" ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in Lombardia, parlando delle aperture contenute nel dpcm.
"Sono il primo che vorrebbe allentare le misure però per adesso dobbiamo ancora procedere così", ha aggiunto. "Il rischio di contagio di ritorno o riesplosione dei focolai è molto concreto ed è la ragione che ci spinge ad adottare sì un allentamento delle misure ma con prudenza".
"Saranno importantissimi i vari test, sia il tampone sia quelli seriologici: man mano che diffonderemo questi test e che coinvolgeremo la popolazione, avremo un patrimonio informativo che ci consentirà di muoverci in questa seconda fase con maggior avvedutezza e sicurezza" ha detto Conte.
"Non possiamo permetterci di aver una situazione fuori controllo" ha spiegato il presidente del Consiglio. "E' questo il momento di agire con ragionevolezza, con prudenza. La strategia sanitaria" per la fase 2 prevede un approccio anche più scientifico sul tracciamento dei contatti, che avverrà attraverso l'ormai famosa app" ha detto Conte. Applicazione che sarà su "base volontaria", perché "non possiamo obbligare nessuno a scaricarla".
"Abbiamo visto in altri Paesi i rischi che si affrontano. Noi stiamo già affrontando un rischio: dal 4 maggio 4,5 milioni di lavoratori torneranno a lavorare, prenderanno i mezzi pubblici ma anche il mezzo privato può essere un rischio. Le scuole devono rimanere chiuse e non possiamo allentare sulle relazioni sociali: per qualcuno non è sufficiente ma non possiamo fare di più. Affrontiamo un rischio calcolato, su base scientifica: il documento dell'Iss è stato alla base delle nostre decisioni, che sono tutte nostre. Le rivendichiamo" ha concluso Conte.