Progettare un cantiere, coordinando in piena sicurezza e agilità lo svolgimento simultaneo delle sue attività, è già un discreto rebus in tempi normali: figuriamoci in tempi di pandemie mortali, quando le stesse attività vanno espletate senza contatti umani.
A Fossa, comune dell’aquilano, si è progettata non l’attività di un cantiere, ma di tutti i suoi cantieri in contemporanea, in un contesto aggravato dal rischio idrogeologico relativo alla sovrastante montagna.
Si è cimentato in questa impresa il gruppo di lavoro formato dal dipartimento DICEAA dell’Università dell’Aquila, con Pierluigi De Bernardinis, responsabile del progetto con Eleonora Laurini, Marianna Rotilio e Vincenzo Stornelli, l’ESE-CPT con Gianni Cirillo e Lucio Cococcetta, Presidente e Direttore dell’ente bilaterale di ANCE L’Aquila che si occupa di sicurezza e formazione delle maestranze, con loro il Vice direttore Luigi Di Donato e Valentina Scenna, responsabile area sicurezza dell’ente; protagonista anche il Comune di Fossa.
L’impresa viene raccontata anche in una tesi di laurea dell’aspirante ingegnera Benedetta Tudini.
E’ la seconda esperienza di questo tipo, dopo il piano di cantierizzazione di Fontecchio, ma questa volta la laboriosità è notevolmente incrementata. Una parte importante la svolge la tecnologia innovativa dei sensori di movimento per il monitoraggio della scarpata rocciosa incombente sul paese che pure ha subito modificazioni col sisma del 2009, ma anche per il tracciamento dei movimenti di mezzi e operai. Un altro passo avanti, verso una ricostruzione in drammatico ritardo.
Un incoraggiamento che fa tornare a sperare un borgo a minaccia di abbandono per la complessità del rischio a cui è sottoposto e che temeva di doversi adattare definitivamente alla sistemazione nel villaggio provvisorio costruito accanto all’antico e pittoresco paesino.
Il piano di ricostruzione dell’antico borgo, approvato nel 2013 prevede l’impiego di risorse per 110 mila euro. Ma nessun piano di ricostruzione di norma si occupa di come affrontare aspetti cruciali delle criticità che condizionano il processo di cantierizzazione, tanto più rilevanti tanto più massiva è la concentrazione dei cantieri. Il piano di cantierizzazione è uno strumento sovra ordinato rispetto a tutti i singoli piani di sicurezza e definisce in anticipo come far dialogare, senza interferenze e ottimizzando tempo e costi, all’interno degli spazi ristretti la movimentazione dei mezzi e degli uomini, i sistemi di messa in sicurezza degli edifici, le misure di salvaguardia della salute degli operai e degli avventori, lo stoccaggio ed il trasporto dei materiali, l’accesso alle zone comuni.
Lo strumento deve essere anche in grado di accompagnare il processo della progressiva rinascita, con la necessità di una graduale fruibilità da parte di coloro che torneranno ad abitare aree contigue a quelle di lavoro. Un rompicapo a cui ieri il gruppo di lavoro ha dato risposta con la presentazione del prezioso lavoro, presso la sede dell’ordine degli ingegneri. Un piano dinamico e versatile, il primo anti Covid, che dovrà coordinare variabili e imprevisti per semplificare le attività di tutti coloro che, da operai, da imprese o da residenti, vivranno il futuro super cantiere di Fossa.