Tiziano Amorosi, dirigente del Comune dell'Aquila, è stato condannato in primo grado a 10 mesi, con pena sospesa, nel processo che lo vedeva imputato per peculato, truffa e falso.
A renderlo noto è lo stesso Comune dell'Aquila.
I reati contestati si riferiscono all'epoca in cui Amorosi era dirigente della Provincia dell'Aquila. Amorosi era stato rinviato a giudizio nel 2015 in una costola del procedimento riguardante 6 tra dirigenti, funzionari e autisti della stessa Provincia, finiti sotto accusa per un presunto uso illecito delle auto di servizio.
Amorosi era finito sotto indagine in quanto sospettato di essersi fatto accompagnare e riprendere presso l'aeroporto di Pescara per motivi personali. Durante le indagini, secondo l'accusa, gli agenti avevano riscontrato un altro presunto illecito: per eludere le investigazioni e nascondere altri reati legati all'assenteismo sul posto di lavoro, con la collaborazione di altri due impiegati della Provincia dell'Aquila, Amorosi - che si è sempre detto estraneo ai fatti contestati - avrebbe creato un falso registro di uscita automezzi da esibire agli operatori, nascondendo quello vero.
Amorosi è stato condannato solo per il reato di peculato.
"Siamo convinti" si legge in una nota firmata dal sindaco dell'Aquila e dall'intera giunta comunale "che la giustizia debba fare il suo corso: resta un elemento di garanzia e serietà del lavoro che ciascuno di noi svolge rispetto alla comunità. Nell’ambito della riorganizzazione dell’ente, abbiamo fortemente voluto che Amorosi dedicasse la sua professionalità e serietà mettendo a disposizione la sua indiscutibile esperienza a servizio della città dell’Aquila. Gli obiettivi raggiunti a oggi, non ultimo la “riparazione” dei conti dell’Amministrazione, ci hanno dato ragione. Confermiamo, dunque, in maniera convinta, fiducia nel professionista e nell’uomo, augurandoci tutti, per lui, per noi, per la città, di affrontare con serenità la necessaria fase dell’appello esprimendo sostegno e solidarietà al dirigente, nel pieno rispetto del lavoro della magistratura.