Mercoledì, 15 Luglio 2020 17:10

Ponte Belvedere, affidata nuova perizia all'ingegner Fracassi

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Ieri, la rottura in maggioranza con la Lega che, tra le altre cose, ha imputato all'amministrazione comunale di non sapere ancora "quando apriremo il cantiere del Ponte Belvedere; aspettiamo i grandi architetti mondiali - l'affondo di Francesco De Santis - e non sappiamo neanche se saremo in grado di ricostruire il Ponte com’era".

Oggi, con determina dirigenziale 2809, è stato affidato all'ingegner Fausto Fracassi l'incarico per la verifica tecnico-economica della riparazione e consolidamento strutturale ovvero della demolizione e ricostruzione dell'infrastruttura; in sostanza, a più di 11 anni dal terremoto, e dopo anni di studi e carotaggi, Fracassi dovrà dire se il Ponte potrà essere riparato o se andrà demolito. 

Non mancheranno le polemiche. 

L'affidamento, infatti, è arrivato in via diretta, sotto la soglia di 4 mila euro prevista per i servizi (a 3.804,40 euro, a voler essere precisi), all'ingegner Fracassi che è anche sindaco del comune di Ocre, l'Ente presso il quale è funzionario il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi. 

Ma non è questo il punto. 

L'attuale amministrazione ha ereditato lo studio del prof. Galeota che, all'indomani del terremoto, a seguito di sondaggi e prove di carico, aveva stabilito come il Ponte fosse sicuro, e che poteva, dunque, essere riparato. Si è arrivati, poi, al lavoro dello Studio Romolini che, svolti i carotaggi, ha avallato l'ipotesi del professore universitario, confermando la possibilità di non abbattere l'infrastruttura e proponendo la sostituzione della sola campata centrale. Nel frattempo, però, sono passati anni, le normative sono cambiate, e lo stesso Galeota, in una intervista rilasciata nei mesi scorsi al quotidiano Il Centro, ha lasciato intendere che sarebbe stata necessaria una ulteriore verifica, considerato pure che l'infrastruttura non era stata manutenuta nel tempo.

Di qui, l'affidamento deciso stamane che, tuttavia, sembra confermare la presunta volontà dell'amministrazione attiva di abbattere il Ponte Belvedere: la verifica di Fracassi potrebbe dare conferma alla Giunta di perseguire una strada che, da più parti, viene contestata, ed in particolare dal costituendo comitato di residenti che spinge per la riparazione. 

D'altra parte, già in febbraio avevamo scritto che restano percorribili due strade: la sostituzione della sola campata centrale, così come previsto dallo studio Romolini, e com’era stato indicato con delibera 545 approvata dalla Giunta comunale nel dicembre 2017 su proposta dell’allora assessore Guido Quintino Liris, o l’acquisizione del progetto dell’archistar Wolkwin Marg.

La prima ipotesi prevede una campata in acciaio ‘poggiata’ sui piloni attuali, con un impegno economico di circa 2 milioni e 500 mila euro e tempi di realizzazione piuttosto brevi. La seconda ipotesi, invece, porterebbe alla demolizione totale del ponte con la ricostruzione di una struttura interamente in acciaio: si stima che le opere potrebbero costare circa 5 milioni di euro e che i tempi di lavorazione sarebbero un poco più lunghi.

In Commissione, il vicesindaco Raffaele Daniele ha fatto intendere di propendere per il progetto di Wolkwin Marg, che ricucirebbe via Fontesecco con lo spazio sovrastante, stante le torri con ascensore al posto degli attuali piloni, e con il parco delle acque alla Rivera, prevedendo tra l'altro un parcheggio baricentrico tra piazza Duomo e la Fontana delle 99 Cannelle. Non solo. Daniele ha ribadito che vorrebbe rendere il Ponte Belvedere un simbolo di rinascita della città, come accadde nel 1703 con la costruzione delle Chiesa di Santa Maria del Suffragio, un’opera davvero qualificante, capace di rappresentare anche un attrattore turistico. Ha tenuto a chiarire, inoltre, che i tempi sarebbero comunque brevi, con la demolizione del ponte che potrebbe essere avviata nel giro di un mese, se è vero che andrebbe istruita una gara sotto soglia e sono pochissime, in Italia, le imprese in grado di fare lavori di questo tipo; tra l’altro, l’impatto della demolizione sarebbe limitato visto che la campata potrebbe essere ‘sollevata’ e poi demolita in altro luogo.

Insomma, l’indicazione arrivata prima del diffondersi dell'epidemia, e del conseguente lock down, era piuttosto chiara; non resta che attendere il lavoro dell'ingegner Fracassi. 

Ultima modifica il Giovedì, 16 Luglio 2020 12:55

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