Dopo il via libera della Camera, è giunto, nella tarda serata di martedì, al termine di una seduta dove non sono mancati momenti di bagarre, anche quello del Senato, che ha approvato la questione di fiducia posta dal premier Giuseppe Conte con 156 sì, 140 no e 16 astenuti (presenti 313, votanti 312).
Italia Viva (tranne un senatore, Riccardo Nencini) ha confermato l'astensione. Dall’opposizione, due senatori di Forza Italia (Rossi e Causin) hanno votato sì. La maggioranza assoluta (161) non è stata raggiunta per cinque voti. La votazione è stata palese, per appello nominale.
"Ci rivolgeremo a Mattarella: c'è un governo che non ha la maggioranza al Senato e sta in piedi con chi cambia casacca", ha annunciato il leader della Lega, Matteo Salvini. Sulla stessa linea la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: "Rispetto alle premesse e alle speranze di Conte e Casalino le cose non sono andate come speravano. Sentivo parlare di decine di responsabili ma al netto di casi singoli, dall'altra parte ce ne sono di più, il centrodestra ha mantenuto la sua compattezza e non era scontato. Ho parlato con Salvini, parlerò con Berlusconi. Ora dobbiamo chiedere un colloquio con il Colle".
Renzi: "Dovevano asfaltarci, non hanno maggioranza"
"Oggi dovevano asfaltarci, non hanno maggioranza" ha commentato Matteo Renzi. "Conte pensa di andare avanti con una striminzita maggioranza alla Camera e una non maggioranza al Senato, insomma non hanno i numeri. Se saremo all'opposizione? Mi sembra evidente, il presidente del Consiglio ha scelto di costituire un'altra maggioranza, non ci vuole con se". Renzi ha annunciato quindi che "Iv voterà contro la relazione Bonafede sulla giustizia".
I senatori guidati da Matteo Renzi al momento tengono in ostaggio l'esecutivo giallo-rosso: se si sommassero alle opposizioni, a Palazzo Madama i rapporti di forza cambierebbero (senza Nencini, sono infatti 17 in tutto, contando anche un senatore assente per Covid, e dunque sommati ai 140 no delle opposizioni supererebbero l'attuale maggioranza). In aula, come nelle commissioni, paralizzando l'attività parlamentare. "Forse non è game over per il governo ma è game over per il Paese", ha detto Renzi "C'è stato un calcio mercato lunghissimo e alla fine numeri decisamente deludenti. Un Paese in crisi non si governa con questi numeri. Noi siamo assolutamente disposti a discutere di tutto, tranne con la la destra. Anche di un governo di unità nazionale...ci sono tante possibilità ma Conte pensa più alla poltrona che al Paese".
Conte: "IV ha scelto l'aggressione,non via migliore per Paese"
La giornata è stata caratterizzata dallo scontro in aula tra Conte e il leader di Italia Viva. Prima l’intervento in mattinata del premier, poi quello del senatore di Rignano, infine la risposta di Conte. "A me però non sembra" ha detto il capo del governo, nel pomeriggio in aula a Palazzo Madama per l’intervento di replica "che quando abbiamo trattato dei temi concreti non si sia trovata una soluzione. Il Recovery Plan non è stato elaborato in qualche oscura cantina di Palazzo Chigi ma in incontri bilaterali con tutti i ministri, anche quelli di Iv. La bozza, che avete voluto distruggere anche mediaticamente, era frutto di un primo confronto a livello bilaterale con i ministri".
"Se non ci sono i numeri questo Governo va a casa", ha aggiunto il premier. "Avete ritenuto che la cabina di regia non era accettabile? Ma quando mai non è stata discussa? Il risultato è che ora dobbiamo affrettarci e il lavoro è urgente, perché ce lo chiede anche l'Ue. Quando si sceglie la via del dialogo, e voi lo sapete, non avete mai trovato porte chiuse. A un certo punto avete scelto la strada dell'aggressione e degli attacchi mediatici, avete cominciato a parlare fuori e non dentro. La rispettiamo ma possiamo dire che forse non è la scelta migliore negli interessi del Paese?".
Per quanto riguarda la mancata adesione al Mes, il presidente del Consiglio ha ricordato che "sul Mes le forze di maggioranza sono divise ma per dare altre risorse per la sanità dovremmo aumentare il deficit e quindi il debito pubblico. In ogni caso è contraddittorio contribuire al miglioramento del Recovery e poi non accettarlo perché non c'era il Mes". Quanto poi alle “poltrone” più volte chiamate in causa da Italia Viva, Conte ha detto: "Poltrone? Quando sento questa parola io non mi vergogno di dire che stiamo seduti su queste poltrone. Non è importante - lo dico ai cittadini - dire “non sono interessato alla poltrona” ma essere interessati a star seduti con disciplina e onore".