Martedì, 16 Febbraio 2021 09:32

Anche il Tar boccia il progetto di struttura commerciale a Centi Colella

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Il Tar ha respinto il ricorso presentato della società Ventuno srl che aveva impugnato la delibera del 29 giugno scorso con cui il consiglio comunale aveva bocciato il progetto di una struttura commerciale in zona Centi Colella. 

Con 18 voti contrari, 3 astenuti e 5 favorevoli (Francesco De Santis, Luigi Di Luzio e Laura Cucchiarella della Lega, Roberto Santangelo e Luca Rocci di L'Aquila Futura), l'assise aveva detto 'no' alla proposta del privato di variazione di destinazione d'uso, da zona per attrezzature direzionali a commerciale, di un'area sita accanto al centro di smistamento postale, per realizzarvi un parco commerciale di media distribuzione da 3.300 mq (2.500 destinati a negozi, 600 a servizi di vicinato e 200 mq a bar).

Il progetto - che aveva avuto il via libera dalla Giunta - prevedeva un manufatto a sviluppo quadrangolare, su un unico livello, distinto in due settori, in maniera da configurare spazi di differenti superfici. In cambio, la società proprietaria dei terreni si sarebbe impegnata a realizzare parcheggi pubblici sul lato sud-est, su una superficie di 4.348,00 mq, verde pubblico attrezzato su una superficie di 3.680 mq a confine con il pst di Colle Macchione, oltre a parcheggi pertinenziali per 1.400 mq sui lati nord ed ovest, e ulteriori stalli a sud, nella zona già destinata a viabilità e parcheggi.

Col voto contrario, il consiglio comunale aveva dato seguito al voto contrario espresso dai consiglieri qualche giorno prima su un'altra proposta di variazione di destinazione d'uso, di un terreno sito in località Pettino laddove la società proponente chiedeva di costruire un insediamento commerciale su due distinti immobili, destinati ad ospitare tre attività di media distribuzione di differenti dimensioni, fisicamente e strutturalmente indipendenti, per una superficie coperta di 6.534 mq.

La società Ventuno srl aveva immediatamente impugnato il provvedimento consiliare, col presupposto che il passaggio in assise della delibera non fosse necessario.

I giudici, però, hanno chiarito in sentenza che la variazione della destinazione d'uso da attrezzature generali direzionali in attrezzature generali commerciali avrebbe configurato una variazione del Piano regolatore generale, competenza del consiglio, e non una semplice modifica della destinazione d'uso all'interno della stessa categoria urbanistica. "Il lotto della società ricorrente - scrivono i giudici - è destinato ad attività direzionali, mentre la variante oggetto di richiesta è intesa ad assegnare al lotto la destinazione commerciale. Non si tratta quindi di approvare un piano attuativo meramente esecutivo della previsione di Piano regolatore, bensì di chiamare il pianificatore a modificare la propria scelta pianificatoria generale. Che tale operazione di nuova destinazione coinvolga scelte pianificatorie generali risulta palese dalla diversità delle modalità insediative e dalle ben diverse incidenze sulla viabilità e sulle urbanizzazioni secondarie tra la categoria funzionale attuale (direzionale) e quella ricercata (commerciale). La differenza tra le due destinazioni è evidente ed è atta a incidere direttamente sugli assetti dell'intera zona territoriale".

In ogni caso, a prescindere dalla collocazione sistematica dell'operazione, "non può essere ignorata la norma secondo la quale la destinazione d'uso specifica di tali zone può essere variata solo con deliberazione del consiglio comunale - ribadiscono i giudici - e in presenza di comprovate esigenze di natura generale. La valutazione dell'interesse generale deve essere necessariamente rimessa alla competenza del consiglio, proprio perché la modifica di destinazione coinvolge questioni urbanistiche e non può essere ridotto a una variazione avente valenza solo edilizia".

Si scrive così la parola fine sulla vicenda, a meno che la società proponente il progetto non decida di ricorrere in Consiglio di Stato.

D'altra parte, ad undici anni dal terremoto è inaccettabile continuare a discutere di variazioni di destinazioni d'uso a commerciali, e non per ostilità preconcetta verso l'intrapresa privata, anzi, bensì per l'inopportunità di lasciare l'urbanistica alle iniziative - in alcuni casi antistoriche e anticicliche - di singoli imprenditori fuori da qualsiasi programmazione, in una città che ha un Prg vecchio di quarant'anni e tantomeno ha definito un piano organico dei trasporti, con il centro storico che fatica a ripartire pur avendo investito, le diverse amministrazioni, milioni di euro di fondi pubblici destinati allo sviluppo economico per rivitalizzarlo. 

Potere al Popolo: "La lotta paga"

"Abbiamo appreso stamani dalla stampa che anche il TAR ha respinto il ricorso presentato dalla società costruttrice per l'insediamento dell'ennesimo centro commerciale, questa volta in località Centi Colella. Una nuova colata di cemento a cui, come Potere al Popolo, ci siamo opposti sin da subito con varie iniziative di mobilitazione, tra le quali una raccolta firme che in poco tempo aveva raggiunto centinaia e centinaia di adesioni, riuscendo così a bloccare nella scorsa estate la vergognosa delibera di giunta che avrebbe permesso l'ennesimo assalto al territorio da parte questa amministrazione, in una zona peraltro già da tempo pesantemente segnata da insediamenti commerciali di medie e grandi dimensioni".

Così in una nota gli attivisti e le attiviste di Potere al Popolo L'Aquila.

"Una seconda vittoria, oggi: dopo la mobilitazione cittadina, anche la giustizia amministrativa sancisce la superiorità del territorio come 'bene collettivo' di una comunità, e non invece come interesse di pochi senza scrupoli. È l'ennesima conferma di ciò che sosteniamo da tempo: una città-territorio 'in transizione' come L'Aquila deve adottare, e anche in fretta, modalità totalmente differenti dal passato, fuori dall'insensato paradigma di un consumo indiscriminato del territorio, utile solo a soddisfare famelici appetiti di spregiudicati speculatori. Il tutto, ricordiamolo, in un comune, il nostro, tra i primi in Italia per consumo di suolo. Un particolare ringraziamento a tutte e tutti quelli che hanno sostenuto, e continueranno a farlo, le nostre battaglie, dentro e fuori il consiglio comunale. La crisi ecologica in atto e la conseguente pandemia che da più di un anno flagella le nostre vite ci impongono un cambiamento radicale di passo: mai come ora, l'ambiente, la salute e il territorio sono "campi di battaglia" dove si stanno decidendo le nostre sorti. Anche qui".

Ultima modifica il Martedì, 16 Febbraio 2021 15:12

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