Scambi di favori e denaro per arrivare ad ottenere l'affidamento delle opere di ricostruzione.
L'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia sulle presunte mazzette nell'ambito della ristrutturazione dell'immenso patrimonio ecclesiastico, vive una nuova fase: sono scattati, infatti, gli accertamenti patrimoniali. I sostituti procuratori Antonietta Picardi e David Mancini, avvalendosi del lavoro degli investigatori della Sezione criminalità organizzata (Sco) della Squadra mobile della Questura e dei militari del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle, vanno avanti nell’inchiesta che vede per ora indagate 17 persone, 5 delle quali agli arresti (due in carcere, Alessandra Mancinelli e Nunzio Massimo Vinci e altre tre ai domiciliari, Luciano Marchetti, Patrizio Cricchi e Graziano Rosone).
L'intenzione è accertare - attraverso la documentazione contabile e bancaria - se ci siano state operazioni poco chiare tra i parroci dell'Arcidiocesi aquilana e alcuni imprenditori che volevano spartirsi la ricca torta degli appalti. In particolare, al centro dell'attenzione sarebbero i movimenti di Nunzio Massimo Vinci: l'imprenditore siciliano, trasferitosi a L'Aquila nei mesi che seguirono il sisma del 6 aprile, è in carcere con l'accusa di aver sfruttato l'amicizia del viceparroco di Santa Maria Paganica, don Stefano Rizzo, per arrivare a retrodatare atti e falsificare la scrittura privata con cui erano stati conferiti i lavori di ristrutturazione. Lavori da 19milioni di euro che, sperava l'imprenditore, sarebbero potuti lievitare fino a 40 con l'aiuto dell'ex vicecommissario Luciano Marchetti.
L'ipotesi degli inquirenti è che il meccanismo possa essere stato riprodotto anche per altri importati appalti. Che si fossero costituiti, in altre parole, veri e propri 'cartelli di imprese', tra progettisti e imprenditori, individuati secondo canali specifici per accaparrarsi i lavori più ghiotti. Addetta alla pianificazione Alessandra Mancinelli, la funzionaria del Mibac vicinissima all'ex vicecommissario Marchetti, che avrebbe falsificato anche la gara d'appalto per la ricostruzione della chiesa di San Silvestro così da far vincere una ditta amica. Del sistema, per intenderci. Per questa vicenda, risulta indagato per soppressione, distruzione, occultamento di atti veri, falso materiale in atto pubblico e uso di atto falso, oltre alla Mancinelli, anche Fausto Anzellotti, il rappresentante della Solaspe srl in associazione temporanea di impresa con la Baglioni srl.
Dunque, gli accertamenti patrimoniali. Che seguono da vicino anche le indagini condotte dalla Guardia di Finanza sul presunto riciclaggio di 6milioni di euro provenienti da finte donazioni, attraverso società off-shore e finiti poi in alcuni conti dello Ior. Al centro delle indagini, monsignor Nunzio Scarano, ex contabile dell’Apsa (amministrazione del patrimonio sede apostolica). Sarebbe socio di una ditta edile del teramano, impegnata nei lavori di ricostruzione.
A quanto pare, gli imprenditori Vinci e Cricchi volevano entrare anche negli appalti nel Comune di San Demetrio nei Vestini. Non solo: sotto la lente d'ingrandimento, ci sono anche gli appalti per il restauro del Forte Spagnolo, della chiesa di Sant'Agostino e per Palazzo Margherita.