Domenica, 19 Settembre 2021 17:46

Ex Onpi, altro che "problema risolto": ancora esiti positivi in merito alla ricerca della legionella, per almeno 45 giorni inibito l'uso dell'acqua calda

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"Il problema è stato risolto. Io, però, non parlo con la stampa: la saluto".

Era il 9 settembre scorso: il segretario generale del Comune dell'Aquila Lucio Luzzetti, direttore dell'ex Onpi, aveva risposto così ad una nostra domanda su presunti casi di positività alla legionella nei campioni prelevati presso la casa albergo.

Ebbene, dieci giorni dopo possiamo affermare che il problema non è affatto risolto: NewsTown ha potuto visionare una nota inviata stamane ai familiari degli ospiti della struttura; si comunica che ieri, 18 settembre, il Servizio di igiene della locale Asl 1 ha comunicato le risultanze, sebbene in forma generica, di ulteriori prelievi effettuati in data 9 settembre - guarda caso, il giorno in cui Luzzetti dichiarava che era tutto risolto - su campioni di acqua prelevata all'interno della struttura.

"Dette risultanze hanno dato esito positivo in merito alla ricerca del batterio della legionella - leggiamo dalla nota - Tali prelievi sono stati eseguiti prima dei programmati interventi effettuati dall'Istituzione in data 10 e 17 settembre". 

L'amministrazione, infatti - scrive Luzzetti ai familiari degli ospiti della residenza protetta ex Onpi - "già dal mese di agosto ha attivato un programma di verifica e sanificazione dell'intero impianto idrico le cui attività, considerata ad oggi la complessità, si protrarranno per almeno ulteriori 45 giorni". 

Un mese e mezzo, se tutto filerà liscio. Fino alla metà di novembre, "nei corpi di fabbrica sarà pertanto inibito l'uso dell'acqua calda, che verrà ripristinato solo all'esito della negativizzazione delle successive campionature". 

Questa la situazione.

Le persone anziane ospiti della casa albergo non potranno essere lavate con l'acqua calda, come accade dal mese di agosto. Altro che problema risolto. 

Almeno, stavolta il direttore Luzzetti ha tenuto ad informare i familiari che, fino a qualche giorno fa, non erano a conoscenza di ciò che stava accadendo. Tant'è vero che alcune famiglie avrebbero già depositato una denuncia querela in Procura e sarebbe pronta una citazione al Giudice di Pace per parziale inadempienza contrattuale avverso il Comune dell'Aquila.

Un passo indietro.

NewsTown aveva contattato il direttore della casa albergo, il 9 settembre scorso, avendo visionato una nota protocollata che portava la data del 10 agosto - tenete a mente la data, 10 agosto - inviata dal Servizio di Igiene, epidemiologia e sanità pubblica della Asl 1 al Direttore del Distretto Sanitario area L'Aquila e prontamente inoltrata alla responsabile della Residenza Assistenziale Sanitaria di Montereale ospitata presso la struttura di competenza comunale, al responsabile della Residenza Sanitaria Hospice 'Casa Margherita' e, appunto, ai vertici della Istituzione Centro servizi anziani. Nella nota s'intimava di "evitare tassativamente l'uso dell'acqua calda sanitaria fino ad avvenuta negativizzazione delle analisi di controllo, previ appositi interventi di bonifica e revisione dell'impianto a cura degli organi competenti".

Poco dopo la pubblicazione dell'articolo, alcuni familiari degli anziani ospiti dell'ex Onpi ci avevano contattato raccontando di non essere stati informati di ciò che stava avvenendo: il mancato utilizzo dell'acqua calda era stato giustificato con problemi idraulici. A quanto si è potuto apprendere, gli operatori erano tornati ad utilizzare l'acqua calda da qualche giorno; i pasti e le colazioni, invece, venivano ancora serviti in recipienti usa e getta. Sta di fatto che gli ospiti della struttura erano stati lavati con salviette umidificate o acqua fredda per parecchi giorni.

In serata, quel 9 settembre, in redazione era poi arrivato un comunicato stampa in cui l'Istituzione Centro Servizi Anziani confermava che "nei giorni scorsi, a seguito delle consuete attività di monitoraggio previste dal Documento di valutazione del rischio", erano stati "riscontrati alcuni casi di positività alla legionella nei campioni prelevati presso la casa albergo Ex-Onpi. È stato conferito un tempestivo incarico ad una ditta specializzata per la bonifica e sanificazione degli impianti e, a seguito delle risultanze di ulteriori esami, in tutte le stanze occupate dai quaranta ospiti della struttura è stata rilevata la negatività al batterio e nessuno di questi ha manifestato sintomi riconducibili a disturbi provocati dal microrganismo".

Si aggiungeva: "I test hanno evidenziato una permanente condizione di positività riferita a locali inutilizzati e chiusi al pubblico dove, in ogni caso, si procederà nuovamente con le operazioni di pulizia e igienizzazione delle tubature, cui seguirà una sostituzione degli elementi di rubinetteria. Nella variazione di bilancio del Csa approvata recentemente dalla giunta comunale dell’Aquila è stata prevista una somma, pari a trentamila euro, destinata all’adozione e all’attuazione di specifiche misure volte a rafforzare la sicurezza dell’impiantistica a servizio di utenti e operatori".

Si parlava di casi riscontrati nei giorni scorsi ma, come spiegato, in realtà la comunicazione della Asl era arrivata il 10 agosto, giusto un mese prima: come mai non sono stati avvertiti per tempo i familiari degli anziani? Come mai si è data informazione di ciò che stava avvenendo soltanto quel giorno, a seguito della pubblicazione della notizia su NewsTown?

Della vicenda si è occupata la Commissione Vigilanza.

Ebbene, "dalla relazione che il direttore ha preparato per la V Commissione - ha svelato il capogruppo di Italia viva Paolo Romano - si scopre che i controlli erano stati eseguiti dalla Asl e dall’Arta addirittura in data 28 luglio, 'a seguito di un sospetto caso di legionellosi manifestato da un dipendente di una ditta aggiudicataria' e non da controlli di routine"; non solo: si è scoperto anche che "le ultime analisi effettuate da una ditta successivamente incaricata dal Comune recavano positività al batterio in data 8 settembre: il 9, però, il Comune dichiarava alla stampa che il problema era già risolto".

Oggi scopriamo che il problema persiste, che le analisi effettuate il 9 settembre hanno dato esito positivo in merito alla ricerca del batterio della legionella e che il programma di verifica e sanificazione dell'intero impianto idrico si protrarrà per almeno 45 giorni: fino ad allora, sarà inibito l'uso dell'acqua calda. 

Ma cosa si evince, nel dettaglio, dalla relazione di Luzzetti in Commissione Vigilanza?

Il 28 luglio scorso, 2 addetti dell'Arta accompagnati da un dipendente ASL, presumibilmente del servizio SIESP, hanno eseguito la campionatura di acqua sanitaria in 8 punti, tutti posti al piano terra e concentrati nelle aree cucine, spogliatoi personale Global service e bagni hall, servite da circuiti idrici provenienti dalla centrale termica denominata 'CT cucina' e indipendenti con il circuito idrico del resto della struttura, provenienti dalla centrale termica 'principale'. Insomma, non "nei giorni scorsi" come si leggeva nel comunicato diffuso alla stampa il 9 settembre scorso.

Come spiegato da Romano, il controllo è stato effettuato a seguito di un sospetto caso di legionellosi manifestato da un dipendente di una ditta affidataria e, dunque, non a seguito "delle consuete attività di monitoraggio previste dal Documento di valutazione del rischio" come dichiarato nello stesso comunicato. 

In data 10 agosto è pervenuta la comunicazione della Asl, così come riportato da NewsTown, con la quale veniva evidenziata la necessità di "evitare tassativamente l'uso dell'acqua calda sanitaria fino ad avvenuta negativizzazione delle analisi di controllo, previ appositi interventi di bonifica e revisione dell'impianto a cura degli organi competenti".

Nel corso della stessa giornata, Luzzetti - e non nei giorni scorsi - ha disposto un ordine di servizio relativo al divieto di uso dell'acqua calda nella struttura, affidando a società autorizzata la bonifica della rete idrica e la successiva campionatura. Il giorno dopo, con determinazione dirigenziale n. 247 è stato affidato il suddetto incarico con le opere di sanificazione avviate il 12 agosto e terminate il 17 agosto. 

Il 18 agosto, la stessa società affidataria della bonifica ha provveduto al prelievo di acqua sanitaria in 6 punti, tutti ubicati al piano terra della struttura e collegati alla centrale termica della cucina. In data 20 agosto sono stati eseguiti ulteriori 28 prelievi, distribuiti uniformemente in tutto il resto della struttura. 

Il 23 agosto, la Asl ha inviato gli esiti di laboratorio delle 8 campionature eseguite il 28 luglio, quando era scattato l'allarme: si evinceva la presenza diffusa del batterio della legionella purché in quantità non elevatissima. 

L'8 settembre, il giorno prima dell'uscita dell'articolo su NewsTown, la società affidataria della bonifica della rete idrica ha comunicato gli esiti delle analisi di laboratorio eseguite sui 34 campioni di acqua prelevati: ebbene, risultava evidente che la presenza di legionella era maggiormente marcata nei punti meno utilizzati della struttura, e che tutti i campioni effettuati nelle aree di degenza erano negativi, ossia sotto i 10 UFC/l.

Dunque, l'Istituzione CSA ha provveduto a conferire incarico a ditta specializzata della sostituzione delle apparecchiature terminali risultate contaminate nonché di una revisione generale dei circuiti idrici. Si è inoltre provveduto ad invitare la società affidataria alla immediata ripetizione delle opere di sanificazione dei circuiti di acqua calda sanitaria ed alla successiva ricampionatura dei 19 prelievi risultati positivi. 

Il 10 e 11 settembre sono state sostituite le rubinetterie, nei giorni successivi all'articolo di NewsTown e alle dichiarazioni di Luzzetti che aveva spiegato come il problema fosse risolto.

Ultima modifica il Martedì, 05 Ottobre 2021 21:45

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