Martedì, 28 Settembre 2021 09:55

L'Aquila, inaugurato il Parco della Memoria. Draghi: "Non possiamo e non vogliamo dimenticare". Biondi: "Lanciamo un patto per la rinascita duratura delle aree interne"

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Visibilmente commosso, il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi ha aperto stamane la cerimonia d'inaugurazione del Parco della Memoria in piazzale Paoli leggendo una struggente lettera di Renza Bucci, nonna Renza, che la notte del 6 aprile 2009 ha perso la figlia, il genero, il nipotino Francesco e la nipotina Giorgia, che doveva nascere proprio quel giorno.

"Il bisogno di rammentare quanto accaduto attraverso il Parco della Memoria è legato alla necessità di legittimazione della sofferenza subita in una città che rinasce, al di là dei luoghi simbolo del post-terremoto, come la Casa dello Studente, che resteranno i nostri paesaggi del cuore", le parole di Biondi alla presenza del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e della Ministra per il Sud e la Coesione territoriale, Mara Carfagna.

Alla cerimonia hanno partecipato, tra gli altri, il prefetto Cinzia Torraco, il vice presidente della Giunta regionale Emanuele Imprudente, il Cardinale Giuseppe Petrocchi, arcivescovo metropolita dell'Aquila, parlamentari, consiglieri regionali, comunali, autorità religiose e militari. 

A rappresentare i parenti delle vittime il dottor Massimo Cinque che ha voluto superare le polemiche delle ultime ore che hanno portato altri familiari a non partecipare alla cerimonia: "è una giornata importante, bella, dobbiamo mettere da parte le polemiche: deve essere una giornata di ricordo, di gioia. I nostri 309 angeli si sono trasferiti in un piano superiore, continuano ad essere sempre presenti, sempre vicini a noi, e credo che siano contenti di questa giornata. Se ci togliamo il ricordo, se ci togliamo la memoria, non ci resta più niente".

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"I parenti delle vittime e la comunità tutta hanno chiesto la realizzazione di questo luogo, costruito anche grazie al generoso contributo di Eataly e degli Allievi della Scuola Ispettori e Sovrintendenti della Guardia di Finanza che ringrazio, affinché il dolore collettivo trovasse spazio nella narrazione pubblica del tessuto urbano" ha sottolineato Biondi che ha poi ricordato Antonietta Centofanti, "donna forte e determinata, con un portato di dolcezza e sensibilità umana scolpite dal dolore: di questa visione valoriale ed etica del parco si è fatta portavoce; è stato un privilegio conoscerla, la sua inaspettata perdita è stata per tutti noi un duro colpo".

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Biondi si è poi rivolto al Presidente Draghi: "nel corso della recente assemblea di Confindustria, lei ha auspicato per il paese un patto sociale per una crescita duratura; da questo luogo così evocativo, dove il ricordo diventa nutrimento per il futuro, noi lanciamo un patto per la rinascita duratura delle aree interne, quale prospettiva innovativa, laboriosa, sostenibile, sicura, elevando il nostro territorio a modello per l'intera nazione. Dalla nostra esperienza sul campo, infatti, è scaturita la lotta al precariato dei giovani impegnati nella ricostruzione, riaffermando il principio delle competenze come base fondamentale per esercitare il diritto costituzionale del lavoro. Dalla nostra esperienza e dalle nostre battaglie sono scaturite le semplificazioni dei procedimenti per l'edilizia scolastica che auspichiamo saranno estesi a tutto il sistema, per garantire un utilizzo rapido e appropriato delle risorse disponibili dal Pnrr, per garantire un orizzonte di prosperità per i nostri figli".

"L'Aquila vanta una condizione geografica tattica centrale rispetto alle città appenniniche - ha proseguito Biondi - potenziata dalle conoscenze acquisite nel post-sisma, dall'essere sede di centri d'eccellenza nel campo della formazione e della ricerca, dall'attaccamento della sua gente e dalla voglia dei suoi giovani di continuare ad essere protagonisti della rinascita; tutto questo fa dell'Aquila e del cratere un modello di riferimento, una fabbrica di idee, un territorio che mostra nuove possibilità di crescita, una realtà dalla quale dare forma e contenuti a progetti ambiziosi e duraturi. La rifioritura dell'Aquila è anche il prodotto di un sistema virtuoso di saperi e azioni culturali, teso a dare alle nuove generazioni la forza del ragionamento e dei sentimenti perché né terremoto né pandemie possano averla vinta sulla loro voglia di vita, una voglia di vita che, in questo parco, trova la sua ragione e la sua forza".

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Subito dopo il saluto di Chiara Coletti, studentessa dell'istituto comprensivo 'Cesira Fiori' San Demetrio-Rocca di Mezzo, in rappresentanza del cratere 2009, ha preso la parola il presidente del Consiglio: "La mia presenza serve a ribadire, prima di tutto, il dovere del ricordo; la scossa di terremoto che ha colpito L'Aquila nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009 appartiene alla memoria collettiva dell'Italia e del mondo. Ricordiamo le 309 persone che hanno perso la vita e i loro cari, a cui va ancora oggi il più sentito cordoglio", le parole di Mario Draghi. Che ha aggiunto: "Un terremoto è una ferita profonda inferta alla comunità: noi non possiamo dimenticare, noi non vogliamo dimenticare".

Dunque, il Cardinale Petrocchi ha benedetto il Parco; in conclusione della cerimonia, la giovanissima Ludovica Dionisio, nata nel 2009, alunna dell'istituto comprensivo Patini che ha frequentato la primaria Mariele Ventre, ha deposto una rosa ai piedi della stele del Parco facendo, così, accendere le fontane. 

L'Aquila ha finalmente un luogo della Memoria e del Ricordo.

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"Erano madri, padri, sorelle, fratelli. Figli, nonni, nipoti, zii. Era la madre con la figlia in grembo e il piccolo in mezzo, tra il pancione e il papà. Bimbi abbracciati ai peluches. Amici. Tra di loro e nostri. Erano lavoratori, italiani e stranieri. Erano studenti fuorisede, figli di provincia e sacrifici che avevano scelto la nostra città per investire sul futuro. Erano mondi interi. Erano possibilità. Erano le albe che non vedranno e i sorrisi, le lacrime e le emozioni che mai più vivranno. Adesso sono nomi incisi sopra al marmo. E non solo di una fontana", il pensiero affidato a Newstown da Ilaria Carosi.

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"Ho aspettato tanto lo Stato, quella notte. Guardavo il cumulo di macerie, tremavo dal freddo e dalla paura e poi improvvisamente morivo di caldo. Pregavo. Urlavo. Piangevo. E mi ripetevo nella testa: 'adesso arriva lo Stato'. Come familiari delle vittime si corre il rischio, in occasioni simili, di essere ripetitivi, di essere strumentalizzati, di fare da contorno a cerimonie che, talvolta, nulla a che vedere hanno con il dolore della perdita e con il senso profondo che la memoria di certe tragedie dovrebbe avere. Per chi, come me, ha fatto del ricordo e della Memoria una continua occasione di crescita e ricerca di senso, resta difficile astenersi e resta difficile presenziare. Perché fa male. Ogni singola volta. Tuttavia, resta la speranza che ogni singola occasione riservi la possibilità di far capire, almeno in piccola parte, quanto il Paese abbia assoluto bisogno di investire in sicurezza e prevenzione, acché quello che qui e altrove resterà inciso nella carne (di alcuni più che di altri), non debba ripetersi ancora, come troppo spesso continua ad accadere. Diamo a questo Paese una possibilità".

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Ultima modifica il Martedì, 28 Settembre 2021 11:47

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