Stamattina, come abbiamo scritto in questo articolo (CLICCA QUI) , è giunta la notizia per la proroga dell’ex caserma Campomizzi fino al 31 luglio.
Ricordiamo che l’importanza di questa proroga non riguarda solo la possibilità per gli studenti di usufruire di alloggio per tutto l’anno accademico, ma anche il riconoscimento dello status di studente fuori sede (per il quale è necessario risiedere per 10 mesi fuori sede) in mancanza del quale non è possibile accedere alle borse di studio dedicate.
Inoltre, è necessario sottolineare che la disposizione della proroga è figlia del protocollo d’intesa siglato tra ADSU e ATER secondo il quale l’ADSU assume l’immobile, di proprietà dell’ATER, collocato in Via Antica Arischia a partire dall’anno accademico 2023/2024, al fine di allestire in questo stabile alloggi per studenti.
Dunque, questo protocollo è servito come “garanzia di sgombero” della Campomizzi.
Ma un’altra notizia giunta stamattina riguarda proprio il bando. Infatti, per quest’ultimo da questa mattina sono aperte le domande, il fatto è che gli ottanta posti a disposizione sono già stati coperti e superati. Il bando è già sold out!
Era chiaro ai più che gli ottanta posti non fossero sufficienti, ma nei prossimi giorni avremo contezza del numero di studentesse e studenti che la città dell’Aquila, che si professa “città universitaria”, ha deciso di non accogliere.
Che questo bando prevedesse un numero a dir poco esiguo di posti letto lo scriviamo da giugno, ricordiamo per l’ennesima volta che sono previsti un terzo dei posti letto forniti in epoca pre-covid.
Nel protocollo si legge che l’Adsu in attesa di avere il numero definitivo delle domande per l’alloggio si riserva la possibilità di assumere, per l’anno accademico 2023/2024 un’ulteriore palazzina in via antica Arischia. Si parla però dell'anno prossimo, per quest'anno nessun altro posto letto, oltre gli ottanta fortunati solo posti in piedi.
In conclusione, possiamo dire che la vicenda non è ancora finita qui e che continueremo a parlarne, ma anche che quella delle residenze universitarie non è una problematica tutta aquilana, tutta abruzzese, bensì nazionale. Infatti la macaza di residenze è uno dei più grandi ostacoli nel nostro paese all’accesso alla formazione superiore.
In Italia la percentuale di studenti che alloggiano in residenze universitarie è tra le più basse d’Europa: solo il 5% degli studenti vi alloggiano contro una media europea del 18% con punte che superano il 30% (fonte Eurostudent). Ricordiamo che la residenza universitaria è uno strumento per garantire il diritto allo studio, per abolire le disuguaglianze e cercare di offrire ad ognuno pari opportunità. Attualmente quest’occasione non viene data ai nostri giovani o almeno non si fa abbastanza per darla a tutti.