Paradossi aquilani. Nel giorno del sequestro di 800 balconi nei progetti Case di Cese di Preturo, Collebrincioni, Coppito, Sassa e Arischia, disposto dalla Procura della Repubblica dell'Aquila dopo il clamoroso crollo del 2 settembre, il capo dipartimento della Protezione civile, 'funzione' del Governo italiano che istruì e seguì sin dall'affidamento dei lavori il piano di costruzione dei 'Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili' secondo criteri di innovazione tecnologica e risparmio energetico, Franco Gabrielli, all'epoca prefetto della città dell'Aquila, è tornato in città per salutare l'Accademia che si insedierà in centro storico.
Paradossi aquilani, dicevamo. Infatti, giusto qualche ora fa il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, aveva annunciato l'intenzione dell'amministrazione di costituirsi parte civile nel procedimento istruito dalla procura aquilana per i reati di crollo colposo e frode, per ora a carico di ignoti. E aveva chiesto anche alla Protezione civile di fare lo stesso, per dare un segnale al Paese. Non ha potuto parlarne con Gabrielli però visto che, seppur annunciato, il sindaco non ha partecipato all'incontro organizzato all'Auditorium del Parco.
Gabrielli comunque, a domanda di NewsTown, non ha mancato di rispondere. "Come al solito, arriviamo sempre un pò prima", ha sottolineato. "Nel procedimento penale instaurato a Piacenza avverso la società Salfwood (che avrebbe costruito i balconi con materiale scadente, su affidamento del consorzio costituito da Iter Gestioni e Appalti Spa, ndr) - ci si dimentica sempre che, al di là delle contingenze, i procedimenti penali si sviluppano anche nel tempo e in altri territori - il Dipartimento di Protezione civile è già parte offesa perché, in quel procedimento piacentino, c'è una tematica che attiene alla scorrettezza con la quale questa società ha partecipato agli appalti, falsificando la documentazione finanziaria. Qualora si accertasse anche una responsabilità sotto il profilo della frode nella fornitura dei materiali per la costruzione del Progetto Case - continua Gabrielli - ovviamente ne chiederemo conto e non avremo alcuna difficoltà a costituirci parte civile".
Poi, il capo del dipartimento di Protezione civile lancia qualche messaggio interessante: "Qualora le accuse fossero accertate, e sottolineo qualora fossero accertate perché anche in questa vicenda trovo una 'spinta' ad arrivare a determinate conclusioni e, molto spesso, questa spinta ne sottende altre volte ad escludere delle responsabiltà, il dipartimento di Protezione civile non avrà alcun problema a costituirsi al di là di quel che si vuole sempre e comunque rappresentare, di una sorta di associazione a delinquere che, negli anni, ha arrecato danni a questo territorio. E consentitemi anche di dire che trovo sempre queste rappresentazioni de 'la' Protezione civile prive di significato. Qui ci sono dei soggetti che compongono il variegato sistema 'di' Protezione civile, io rappresento e rispondo soltanto delle attività del 'dipartimento della Protezione civile nazionale'. Ci sono altre parti che compongono il sistema e che molto spesso si parano dietro a questa locuzione, 'la' Protezione civile. Mi piacerebbe si iniziassero a valutare le reali responsabilità, si individuassero correttamente i soggetti perché la confusione, come prassi di questo paese, sottende sempre alla regola 'tutti responsabili, nessun responsabile'".
Criptico, evidentemente. Capiremo forse con l'evolversi dell'inchiesta chi siano i veri responsabili che si sono nascosti dietro alla locuzione 'Protezione civile'. A meno che, come sta accadendo con il procedimento sugli isolatori sismici difettosi o con l'altro sulla fornitura fraudolenta di bagni Sebach, non si allunghino i tempi fino alla prescrizione. Un altro affronto, l'ennesimo, per il nostro territorio che soffre ancora di scelte ed azioni compiute, in regime d'emergenza, proprio dal dipartimento della Protezione Civile nazionale.
Gabrielli non ha mancato anche un altro affondo, all'amministrazione comunale. A domanda sul mancato piano di Protezione civile che la città dell'Aquila, a cinque anni dal sisma, non ha ancora istruito e sui 5mila euro stanziati in fase di approvazione del bilancio preventivo, il capo dipartimento è stato pungente: "Cosa posso pensare io che risiedo in un Comune di 2500 abitanti che ha destinato alla Protezione civile la stessa cifra che ha destinato il Comune dell'Aquila?".
Sull'iniziativa presentata stamane dall'Università degli studi Internazionali di Roma, l'istituzione di una Accademia di Protezione civile in città, Gabrielli ha invece sottolineato che si tratta di una "buona notizia. Potremmo dire: se sono rose fioriranno. Al di là della iniziativa e delle intenzioni, infatti, bisognerà capire quanto il territorio e le istituzioni avranno nella giusta considerazione i temi che l'Accademia propone, a partire dalla prevenzione e dalla pianificazione di Protezione Civile che credo debba essere sempre più radicata nei territori e sempre più conosciuta e compresa dalla gente. Le statistiche sulle percentuali di piani ci soddisfano il giusto", ha ricordato.
"Ben vengano tutte le iniziative che pongono il tema della prevenzione strutturale anche se, mi permetto sempre di dire, per la prevenzione necessitiamo di soldi e tempi. Molto spesso, però, non sono sufficienti e la natura ci impone un calendario che va ben al di là delle leggi di stabilità o degli inteventi normativi. Dunque, dobbiamo lavorare molto sulla prevenzione di Protezione civile che ha 2 capisaldi fondamenti: la cultura e la pianificazione sul territorio che consenta alla gente di conoscere i rischi e così di tenere comportamenti corretti per limitare le conseguenze del verificarsi di eventi calamitosi".
Come andrà a configurarsi l'Accademia? L'Università degli studi Internazionali di Roma ha promosso - con un investimento da un milione di euro - un polo didattico, la Civil Protection and Emergency Academy, che nascerà a L'Aquila per lo studio, la formazione e la ricerca scientifica in materia di protezione civile e aspetti economici coinvolti nella messa in sicurezza, nel ripristino e nella ricostruzione del patrimonio storico e ambientale. Il nuovo polo didattico si è insediato in centro, nell'edificio che ospita l'Ingv, "così da essere un elemento di stimolo per la ripartenza delle attività produttive, commerciali e sociali", ha sottolineato Giovanni Bisogni, presidente dell'Unint. Al dibattito, hanno partecipato il presidente della provincia Antonio Del Corvo, il consigliere comunale delegato alla Protezione civile Giuliano Di Nicola, il prefetto Francesco Alessi, l'assessore regionale Mario Mazzocca, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci e altri ospiti.
Tutti convinti da un progetto in effetti assai interessante, che nasce con l'obiettivo di curare la formazione e l'aggiornamento professionale delle diverse strutture della Protezione civile e, così, di autosostenersi economicamente. D'altra parte, molte Autonomie Locali non dispongono di figure professionali con qualificate conoscenze scientifiche e manageriali atte alla individuazione dei pericoli e all'analisi dei rischi e del loro livello di accettabilità. Conoscenze indispensabili per evitare che eventi naturali anche di notevole entità, come accaduto a L'Aquila, si trasformino in disastri.
Quali linee di azione attiverà l'Università degli studi internazionali di Roma? Verranno istruiti master in management di Protezione civile, Economia della ricostruzione e del ripristino, oltre a corsi di formazione per addetti alla Pc, volontari, per la sicurezza degli addetti, e per le categorie professionali più in generale coinvolte. Inoltre, verrà attivato un osservatorio delle performances nel campo degli strumenti e dei mezzi adibiti ai fini di Protezione civile.
"Risorse aggiuntive, unioni di comuni per il sistema della Protezione civile regionale ed ora anche un'Accademia d'Europa per formare volontari, tecnici, manager, sindaci e addetti della pubblica amministrazione. Un elemento aggiuntivo questo, di fondamentale importanza, che assume per la città dell'Aquila e per l'intera regione anche un significato altamente simbolico". A dirlo, l'assessore Mario Mazzocca che ha poi aggiunto: "Ad oggi, possiamo affermare con soddisfazione che il 98% dei Comuni abruzzesi (su un totale di 305 comuni) è dotato di un Piano d'Emergenza, redatto in modo semplice e chiaro così da divenire rapidamente operativo in tutte le emergenze, in linea con le previsioni legislative statali e regionale. Recentemente, al Centro Funzionale d'Abruzzo della Protezione Civile è stato affidato dalla Giunta regionale il compito di supportare tecnicamente ed in forma gratuita i Comuni della Regione nell'elaborazione del processo di aggiornamento dei piani di emergenza. La Regione Abruzzo, ovviamente, è disponibile ad ogni iniziativa utile che i Comuni intendessero intraprendere nel settore della protezione civile, ivi compresa l'organizzazione di 'Strutture comunali', ovvero la formazione di 'Ambiti territoriali' di Protezione civile per consentire che i compiti specifici siano svolti, in luogo del singolo Comune, anche da Consorzi o Associazioni di Comuni in forza del principio associativo e cooperativo".
In tal senso, il Centro Funzionale Abruzzo sta lavorando alla predisposizione di Linee Guida per i piani intercomunali. Parallelamente collabora con il Comune dell'Aquila per la predisposizione del piano di emergenza per l'evacuazione del centro storico cittadino in considerazione delle numerose presenze registrate quotidianamente sia nelle fasce diurne che notturne all'interno del centro. "A tal proposito - ha concluso l'Assessore - nell'ambito del Programma Operativo Regionale Abruzzo F.E.S.R. 2014-2020, avanzerò l'ipotesi di destinare risorse finanziarie per garantire il necessario supporto ai Comuni ai fini della predisposizione, aggiornamento, applicazione e diffusione dei piani comunali. Il percorso da fare e' ancora lungo e tortuoso, ma la Regione Abruzzo con la propria Protezione civile e con il Centro Funzionale d'Abruzzo proseguira' nel cammino intrapreso per tenere sempre alto il livello di attenzione".