La Acmar, una delle più importanti cooperative edili emiliane - con sede a Ravenna - e azienda capofila dell'Scarl (società consortile) vincitrice del mega appalto per il rifacimento dei sottoservizi del centro storico dell'Aquila (il più grande appalto pubblico del post terremoto, 32 milioni di euro per il primo stralcio, 80 in totale), ha chiesto il concordato in bianco.
A darne notizia è il sito Ravenna&Dintorni riprendendo un comunicato diramato dalla stessa azienda.
"La Acmar" scrive il quotidiano digitale "ha depositato in tribunale la richiesta di concordato in bianco. Si tratta di uno strumento che consente alle aziende in difficoltà di prendere tempo congelando i debiti, a fronte dell’impegno a predisporre, entro il termine stabilito dal tribunale, un piano da sottoporre ai creditori per la ristrutturazione".
"Voci sul cattivo stato di salute di Acmar circolavano da diverso tempo e finora erano state sempre smentite ufficialmente dai vertici dell'azienda mentre la fiducia in una pronta ripresa era stata espressa anche da esponenti della politica come il vicesindaco Giannantonio Mingozzi".
"Ora" continua il sito "l'ufficialità del grave stato di crisi arriva dal presidente della società Alfredo Zaccaria, che ha firmato la richiesta presentata al tribunale ieri, 25 febbraio. A questo punto, in buona sostanza, Acmar dovrà fare un'attenta analisi dei debiti e stimare quale liquidità sarà in grado di recuperare per poi proporre ai creditori una percentuale di restituzione del debito. Avrà 120 giorni di tempo per presentare un piano al tribunale, nel frattempo la situazione economica dell'Acmar è congelata e non saranno ammesse azioni da parte dei creditori".
Questa la situazione. Non si sa, a questo punto, in che misura le sofferenze della società possano mettere a repentaglio l'avvio dei lavori sui sottoservizi, già in forte ritardo rispetto alla tabella di marcia, e gli appalti che l'impresa detiene nell'ambito della ricostruzione post-sisma (tra cui il più grande appalto della ricostruzione privata, le 201 palazzine di Pettino, in associazione con Taddei Spa).
Ricordiamo che la Acmar detiene il 42% di Asse Centrale Scarl, consortile cui è stato assegnato l'appalto. Il 38% è della Taddei Spa, mentre il 20% è detenuto dalla Edilfrair.
Di certo si tratta di una notizia abbastanza preoccupante, anche considerando che appena l'altroieri si era saputo del fallimento della Edimo Spa, una delle aziende, inclusa la Taddei Spa, appartenenti alla holding dell'imprenditore Carlo Taddei.
Un nuovo duro colpo per l'economia e gli equilibri della ricostruzione.