Perquisizioni in Abruzzo, Lazio, Campania e Toscana all'alba di tamani per risalire la filiera del traffico illecito di rifiuti che interessa la Marsica.
Le attività di informazione e di investigazione compiute dal personale del Corpo forestale dello Stato appartenente al nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale dell'Aquila del comando provinciale ha permesso di risalire a un'attività di gestione illecita di rifiuti nella vasta area del centro abruzzese.
Le indagini, partite all'inizio dello scorso gennaio con il sequestro di 2 capannoni industriali che contenevano 1.600 tonnellate di rifiuti caratterizzati successivamente dall'Arta, si sono sviluppate con servizi di osservazione e controllo.
Gli agenti hanno scoperto una ben congegnata attività illecita ideata da società intermediatrici che prelevavano i rifiuti da una ditta produttrice.
Nelle attività odierne, disposte e coordinate dalla Dda (Direzione Distrettuale Antimafia) dell''Aquila, sono stati impegnati 20 forestali per effettuare perquisizioni domiciliari ed ispezioni amministrative aziendali, al fine di acquisire elementi probatori per risalire la filiera dei rifiuti illeciti stoccati.
Nell'ipotesi investigativa, i rifiuti derivanti da lavorazioni industriali, sono stati generati da una società del casertano che si è avvalsa di società intermediaria di favore, con sede legale nella Marsica, per disfarsene nel territorio marsicano.
Eseguite perquisizioni anche nel Lazio ed in Toscana, da parte degli uomini del Nipaf di L'Aquila, dove sono ubicate le abitazioni degli imprenditori e le sedi legali delle aziende coinvolte.