Inaugurati lo scorso 8 aprile con una presentazione in pompa magna, i lavori per il rifacimento dei sottoservizi del centro storico dell'Aquila sono timidamente iniziati solo da qualche giorno.
Eppure da due mesi circa il cantiere intorno a Via Sallustio è interamente sigillato da varchi in legno che hanno sbarrato ogni entrata, la chiusura più estesa mai avvenuta finora in centro storico per un cantiere.
Come si può vedere dalle foto, i pochi operai a lavoro hanno iniziato a togliere il manto di sampietrini per accatastarli in Via Marrelli.
Ancora non iniziano insomma i veri e propri scavi per installare i primi degli ottomila conci in cemento armato previsti in totale, nei quali dovranno passare le reti di distribuzione idrica, le fognature, la rete elettrica a bassa e media tensione per l'illuminazione pubblica e privata, la rete gas metano, la rete telefonica e quella a fibra ottica per il collegamento dati.
Quello in corso è solo il primo stralcio dei lavori dal costo di 38 milioni che interesserà l'area compresa fra piazza Battaglione Alpini e Villa comunale - il cosiddetto "asse centrale" - con le diramazioni di via Cascina a ovest e via Fortebraccio a est, incluse via Castello, via Garibaldi e Santa Maria di Farfa. Ad esserselo aggiudicato è stata un'Ati composta da Edilfrair, Acmar,e Taddei spa, le ultime due alle prese con gravi problemi societari.
La Acmar, colosso delle coop emiliane, ha chiesto un concordato in bianco; stessa situazione in cui si trova anche la Taddei spa, una delle ditte della galassia Edimo spa, l'azienda capofila del gruppo Taddei dichiarata fallita dal tribunale di Roma lo scorso febbraio.
