Un fiume in piena.
Come da suo stile, il coordinatore generale della consortile che dovrebbe realizzare i sottoservizi nel centro storico dell'Aquila (Asse Centrale Scarl), Gianni Frattale, non le manda a dire, e aggredisce a viso aperto con una nota la Soprintendenza sul cantiere della "grande opera aquilana". Il cantiere aperto poco più di un mese fa in via Sallustio, che dovrebbe permettere l'insediamento dei conci (tunnel sotterranei che ospiteranno acque bianche e nere, linea telefonica, ed elettricità), secondo il vulcanico presidente dell'Ance aquilana e patron dell'Edilfrair andrebbe a rilento a causa delle inefficienze della Soprintendenza speciale per il cratere. Una denuncia di rallentamento che arriva a qualche settimana da alcuni ritrovamenti in via Sallustio, la cui importanza archeologica è ancora tutta da verificare.
"Ho molto rispetto per la cultura e la conoscenza e credo sia interesse degli aquilani e degli studiosi sapere cosa nasconda il sottosuolo cittadino. Ma altrettanto rispetto è dovuto agli stessi cittadini aquilani che da anni hanno un’altra primaria esigenza: quella di rientrare a casa e di rivedere finalmente viva la propria città", esordisce nella nota Frattale.
Poi, l'affondo: "Ad oggi solo su via Sallustio, dove i ritrovamenti non sembrano avere particolare rilevanza storico-archeologica, il cantiere è stato interrotto tre volte nell’arco di 50 metri di scavo. Le indicazioni verbali dei responsabili della Soprintendenza non vengono messe per iscritto e firmate da alcun responsabile - lamenta il costruttore - si procede senza alcuna formalizzazione e dunque senza alcuna tutela né per la stazione appaltante e né per l’impresa realizzatrice. Di questo passo il primo lotto dei sottoservizi verrà realizzato in non meno di cinque anni, se qualche ritrovamento consistente non dovesse fermare definitivamente l'opera". Parole dure, che faranno saltare dalle scrivanie i funzionari della Soprintendenza presieduta da Alessandra Vittorini.
In realtà, secondo quanto appreso, non ci sarebbero ad ora le condizioni affinché il cantiere risulti bloccato. C'è, effettivamente, un problema di firma dei documenti che gli archeologi redigono all'interno del cantiere, a causa dell'assenza per malattia della funzionaria responsabile del procedimento Rosanna Tuteri. Ad ogni modo, i lavori non sembrano essere più di tanto rallentati, in quanto si è andati oltre, su via Sallustio, all'altezza degli incroci con via Marrelli e via Cavour. Anche via Roio non sembra, finora, aver subito degli stop.
Gli archeologi responsabili del monitoraggio di cantiere, inoltre, come lo stesso Frattale ammette, non avendo potere di firma non possono decretare lo stop del cantiere, in nessun caso, ma solo certificare scientificamente gli eventuali ritrovamenti attraverso relazioni richieste dalla Soprintendenza o dalla direzione dei lavori.
In realtà, come abbiamo più volte sottolineato [leggi gli articoli], la realizzazione del primo lotto dei sottoservizi nel centro storico aquilano è una faccenda complessa, avviata forse con ritardi che potrebbero creare problemi seri al ritorno, come dice Frattale, della "vita cittadina" in centro storico, più di sei anni dopo il terremoto.
Man mano che ci si addentrerà tra i vicoli del centro, infatti, occorrerà capire come ci si dovrà regolare con i cantieri della ricostruzione privata già avviati, e ci si dovrà confrontare con alcuni costi "imprevisti" (vedi alla voce riallaccio delle utenze) che aumenteranno sempre di più, via via che il centro si ripopolerà.
Chilometri di tunnel all'interno di un cantiere a cielo aperto come quello della ricostruzione del centro aquilano, senza certezze sui ritrovamenti sotterranei che però, almeno finora, sembrano non di essere di particolare pregio.
La nota completa di Gianni Frattale
Ho molto rispetto per la cultura e la conoscenza e credo sia interesse degli aquilani e degli studiosi sapere cosa nasconda il sottosuolo cittadino. Ma altrettanto rispetto è dovuto agli stessi cittadini aquilani che da anni hanno un’altra primaria esigenza: quella di rientrare a casa e di rivedere finalmente viva la propria città. Se questo non accadesse in tempi ragionevoli con il completamento prodromico dell'opera dei sottoservizi, il danno economico e sociale sarebbe consistente, sia per i ritardi a cascata sulla ricostruzione degli aggregati del centro storico, sia per il procrastinarsi delle spese di assistenza alloggiativa ai terremotati.
Per conciliare le due esigenze di conoscenza e di ritorno alla vita cittadina ci si dovrebbe preoccupare di una velocizzazione delle prassi della Soprintendenza che in questi giorni sta affiancando gli scavi per la posa in opera del tunnel intelligente.
Ad oggi solo su via Sallustio, dove i ritrovamenti non sembrano avere particolare rilevanza storico-archeologica, il cantiere è stato interrotto tre volte nell'arco di 50 metri di scavo. Le indicazioni verbali dei responsabili della Soprintendenza non vengono messe per iscritto e firmate da alcun responsabile. Si procede senza alcuna formalizzazione e dunque senza alcuna tutela né per la stazione appaltante e né per l'impresa realizzatrice. Di questo passo il primo lotto dei sottoservizi verrà realizzato in non meno di cinque anni, se qualche ritrovamento consistente non dovesse fermare definitivamente l’opera.
Una soluzione è necessaria per assicurare velocità ai controlli e alle decisioni degli esperti. Una conferenza dei servizi permanente tra tutti i soggetti coinvolti ed un team di esperti in loco con potere di firma.
Non si può procedere con mezzi ordinari in una situazione straordinaria per un'opera fondamentale alla ricostruzione dell'Aquila. Non faremmo che avverare, così, la profezia infausta che già da qualche tempo, guardando alla nostra sofferta ricostruzione, paragona L'Aquila a Pompei, il paradiso degli archeologi.