Martedì, 04 Agosto 2015 09:19

'Redde rationem', no alla revoca dei domiciliari: "Rischio di altre mazzette"

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"Tuttora sussistono le ragioni cautelari alla base della misura in atto, rilevato che non sono stati prospettati elementi nuovi che facciano venire meno tali esigenze; per cui, non vi è motivo alcuno di ritenere non più sussistente il pericolo di reiterazione del reato da parte degli odierni indagati e nemmeno il pericolo di inquinamento probatorio". 

Poco più di 30 righe, e il gip Giuseppe Romano Gargarella 'gela' le richieste di revoca delle misure cautelari avanzate dagli avvocati degli indagati nell'ambito dell'inchiesta 'Redde Rationem'. Permangono dunque per Pierluigi Tancredi, Maurizio e Andrea Polisini e per Nicola Santoro - gravato dal solo obbligo di dimora e firma - le esigenze cautelari, considerato anche il parere sfavorevole di accoglimento dei pm titolari dell’inchiesta: il procuratore capo Fausto Cardella e il sostituto Antonietta Picardi. "Del resto, le affermazioni degli indagati non hanno in alcun modo attenuato le esigenze cautelari esistenti".

"Per i Polisini –aggiunge il Gip – non appare allo stato che neanche la revoca delle cariche e dei poteri e compiti degli stessi possa eliminare tali esigenze, poiché in ogni caso non appare reciso il legame degli stessi con la Edilcostruzioni, con la conseguente possibilità di muoversi nell’ambito della stessa".

"Per Santoro – si legge ancora nell’ordinanza di due pagine – non appare opportuno procedere alla modifica del luogo dell’obbligo di dimora in Roma, poiché anzi un tale spostamento in una città così estesa, ove lo stesso ha iniziato l’attività di una nuova società potrebbe rendere nulle o comunque ridurre le possibilità di controllo dello stesso, oggi in concreto praticabili". La battaglia legale prosegue, ovviamente. Gli indagati, infatti, appelleranno la decisione dinanzi al Tribunale della Libertà che dovrebbe esaminare i motivi d’appello la prossima settimana.

I legali difensori di Mauro Pellegrini e Giancarlo Di Persio, titolari della Dipe Costruzioni, intanto, hanno presentato istanza di revoca del sequestro preventivo di 455 mila euro: il Pm, ascolterà gli imprenditori ai domiciliari stamane. Sentirà anche i tre funzionari comunali, al momento soltanto indagati per un presunto abuso d'ufficio per l'assegnazione di un appalto di messa in sicurezza della vecchia Prefettura: Mario Di Gregorio, Carlo Cafaggi e Giuseppe Galassi

 

Ultima modifica il Martedì, 04 Agosto 2015 12:06

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