Nel pomeriggio, a più di quattro anni dal terremoto, è stata finalmente restituita alla città la residenza per anziani 'ex Onpi'. Alla presenza del sindaco Cialente, del vice sindaco Riga, del provveditore alle Opere pubbliche Carlea e di Gizzi, presidente del Centro Servizi Anziani, si sono riaperte le porte della struttura, 16.500 metri quadrati che ospiteranno 240 posti letto. “Una eccellenza della nostra città”, ha sottolineato Venanzio Gizzi, “con aree di ‘social housing’ per l’accoglienza delle ragazze madri e un nucleo sperimentale per la cura dei malati di Alzheimer, il primo del centro-sud, con 12 letti”.
Un’opera che testimonia quanto la collaborazione tra enti locali possa raggiungere risultati significativi, ha detto il provveditore Donato Carlea: “Poco più di due anni fa, ci si presentava uno scenario drammatico. In poco tempo, siamo riusciti a raggiungere un risultato di grande qualità senza spendere grandi cifre”.
La struttura, infatti, è costata poco più di 700euro al metro quadro. Ora, la speranza è riuscire ad accogliere almeno 40 tra gli anziani che hanno bisogno di sostegno nel giro di qualche settimana. Poi, entro la fine dell'anno, tutta la struttura sarà portata a termine con un ulteriore stanziamento di 1milione di euro.
“Abbiamo realizzato un progetto importante”, le parole di Massimo Cialente, “destinato ad ospitare gli anziani e non solo. La struttura sottintende una forte idea di politica sociale: intendiamo offrire servizi sempre migliori a chi ne ha bisogno. La residenza dovrà inserirsi nel territorio attraverso uno scambio continuo che potrà perfezionarsi attraverso le nuove tecnologie. I nostri anziani non saranno più soli: vogliamo restino nelle loro case e che siano, però, sempre collegati con questa struttura. Da qui, può nascere un modo nuovo di fare servizio sociale. Creando, chissà, anche posti di lavoro di qualità”.
Le polemiche dei mesi scorsi, insomma, sembrano dimenticate. Ricorderete gli ultimatum lanciati dal Comune al provveditorato alle Opere pubbliche, le minacce di contenzioso se la struttura non fosse stata consegnata entro i primi 15 giorni di luglio. La mensa e il bar della residenza, infatti, erano tornati a funzionare già nell'estate del 2011: da allora, gli annunci sulla riapertura si sono susseguiti fino ad oggi. Sono molti gli anziani che attendono ancora di tornare a L’Aquila: ben 39 si trovano a Sora, gli altri sono ospiti in famiglia.
Staremo a vedere se riusciranno davvero a tornare nella residenza già nelle prossime settimane. Lo speriamo. Anche perché, come denunciato qualche tempo da alcuni consiglieri di opposizione, la 'ex Onpi' tiene comunque in piedi un servizio mensa nella struttura, pagando 19mila euro al mese, anche se gli anziani non ci sono. Uno spreco insopportabile in un momento di crisi economica come quello che stiamo vivendo.
L’inaugurazione del pomeriggio, tra l’altro, è stata occasione per una nuova protesta del movimento 'Mia Casa Abruzzo': “dopo 4 anni sono stati completati i lavori di ricostruzione pesante dell’edificio 'ex Onpi' che il Comune de L’Aquila ha affidato al Provveditorato Interregionale per le Opere Pubbliche per una spesa totale di 6.764.967,77 euro, di cui 5 milioni, 'stornati' dalle risorse complessive assegnate per la ricostruzione della Edilizia Residenziale Pubblica, trasferiti dalla Banca d’Italia in data 19 luglio 2010 e accreditati ricevuti sul conto di contabilità n. 5430 del Commissario e Presidente della Regione Gianni Chiodi”, si legge in una nota.
“L’inaugurazione della struttura”, scrive Mia Casa, “che viene giustamente celebrata da parte di tutte le Autorità, dimostra, aldilà di ogni ragionevole dubbio che, se le medesime ‘procedure’ fossero state utilizzate ed attuate per la altrettanto ‘sollecita’ ricostruzione di ‘tutte’ le Case dell’Ater e del Comune dell’Aquila classificate ‘E’, oggi noi tutti avremmo avuto la soddisfazione ed il piacere di ‘festeggiare’ il ritorno a casa di migliaia di famiglie, che invece resteranno ancora sfollate per i prossimi anni, se i lavori di ricostruzione ‘pesante’ non dovessero essere immediatamente avviati".
"Tale somma ingiustizia", continua la nota, "è stata perpetrata nonostante che con il Decreto commissariale n. 62 del 25 maggio 2011, per dare priorità agli interventi volti al ripristino dell’agibilità degli alloggi, siano stati ripartiti i seguenti fondi, e rispettivamente:
- ATER di L’Aquila, euro 78.070.000,00 di cui euro 23.300.000,00 per edifici classificati A, B e C, ed euro 54.770.000,00 per edifici classificati E;
- ATER di Teramo, euro 4.650.000,00;
- ATER di Lanciano, euro 855.000,00;
- ATER di Pescara, euro 9.759.890,00;
- ATER di Chieti, euro 13.650.000,00;
- Comune di L’Aquila, euro 37.000.000,00;
- Comune di Caporciano, euro 200.000,00;
- Comune di Scoppito, 800.000,00;
- Comune di L’Aquila-Ex ONPI, euro 5.000.000,00”.
Per questo, il Mia Casa d’Abruzzo ha di nuovo inviato al Consiglio regionale una Proposta di Legge contenente Norme per la riparazione, ricostruzione e messa in sicurezza antisismica della Edilizia Residenziale Pubblica nelle aree della Regione Abruzzo colpite dal terremoto del 6 aprile 2009 con la richiesta di discussione e approvazione con procedura di massima urgenza e, in ogni caso, prima della pausa per le incombenti ferie estive.