Martedì, 24 Maggio 2016 11:19

'Officina L'Aquila': si svela il grande laboratorio mondiale di antisismica

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L'Aquila sarà la città più sicura d'Italia: lo dice insistentemente il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, il "padrone di casa" di una città quasi letteralmente spazzata via dal sisma, quando vuole fare intendere che nonostante la tragedia della notte più lunga della storia dell'Aquila, nonostante le difficoltà e tutta la macchina organizzativa da mettere in piedi "senza che nessuno avesse il manuale della città da ricostruire", nonostante l'avvicendarsi di quattro governi nazionali con cui ogni volta tessere nuove relazioni, sta per rinascere più forte di prima del sisma e non solo più bella.

Lo dicono i palazzi del centro storico, basta passarci per vedere che edifici antichi e vincolati sono oggi sicuri da un punto di vista sismico, belli, in più di qualche caso ecosostenibili. I cantieri di questi palazzi saranno aperti agli occhi dei giornalisti e dei professionisti in qualche modo coinvolti nella filiera della ricostruzione - ingegneri, architetti, geometri, e anche studenti - che potranno vedere con mano la rivoluzione che avviene dentro al cuore della città (ma anche di tanti centri storici del cratere sismico). Già, perché non è cosa da tutti i giorni restaurare un palazzo vincolato danneggiato dal terremoto, una necessità che ha portato molte imprese abruzzesi e aquilane a specializzarsi, a crescere, a formarsi dal punto di vista del restauro di palazzi vincolati. Un know-how che è un peccato mantenere confinato nel solo cratere sismico: va diffuso, fatto conoscere, messo a sistema con il resto dell'Italia e del mondo, perché un terremoto può avvenire ovunque e la prevenzione è indispensabile per rendere sicure le città.

Ecco perché nasce "Officina L'Aquila. Incontri internazionali", frutto dell'esperienza proficua delle cinque edizioni del Salone della Ricostruzione, che ha visto ruotare nel capoluogo dell'Abruzzo colpito dal sisma 10.000 visitatori annuali arrivati da ogni parte d'Italia per visitare una vetrina esclusiva per tutte le tecnologie impiegate nella ricostruzione del cratere sismico. Una tre giorni che da oggi al 26 maggio metterà il grande laboratorio L'Aquila a disposizione di esperti, giornalisti, studenti e studiosi.

L'Aquila diventa un luogo privilegiato per affrontare le tematiche legate alla ricostruzione. La presenza di Paola De Micheli, sottosegretario all'Economia e Claudio De Vincenti, sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, rispettivamente nel giorno di apertura e chiusura, testimonia l'attenzione verso la manifestazione. Con loro saranno più di 60 gli ospiti che si alterneranno sul palco di "Officina L'Aquila" per una discussione circolare sul tema della ricostruzione.

 

L'AQUILA, LABORATORIO MONDIALE DI ANTISISMICA

L'Aquila è oggi un cantiere di recupero architettonico e urbano di valenza internazionale: un enorme "laboratorio" dove si sta esprimendo un'avanzata sperimentazione nei campi combinati del restauro, del recupero, del consolidamento antisismico e dell'adeguamento energetico. Un'esperienza unica, che può e deve rappresentare un volano di sviluppo tecnico-scientifico ed economico per tutti gli attori coinvolti (istituzioni, professionisti, imprese, produttori di materiali e tecnologie), su scala nazionale e internazionale.

Un laboratorio mondiale di antisismica, dove si stanno utilizzando le più moderne e diverse tecniche applicate anche su edifici di pregio storico e architettonico, "un grande patrimonio di saperi ed esperienze che non deve rimanere confinato nel perimetro del cratere sismico", sottolinea il presidente dell'Ance Abruzzo, Enrico Ricci. L'Aquila è uno straordinario banco di prova per le imprese italiane e per le amministrazioni che devono fare sistema per attuare un modello edilizio che punta alla sostenibilità, all'efficienza energetica e all'innovazione.

In questo modo la città potrà candidarsi a essere un modello di rinascita e recupero urbano non solo in Italia ma nel mondo. Nella tre giorni di incontri di "Officina L'Aquila", l'illustrazione degli interventi e il confronto con altre esperienze internazionali consentirà di accrescere la cultura antisismica del nostro Paese.

 

IL FONDO ETICO

"Il terremoto trascina con sè anche attività e modi di vivere - commenta Ricci - impoverendo economia, costumi e relazioni. Paradossalmente in questo scenario denso di negatività, alcune categorie, per effetto della successiva fase di ricostruzione, trovano legittime opportunità per implementare la propria attività lavorativa, mi riferisco in particolare alle imprese di costruzione e ai tecnici del comparto edile. Come Ance, ci siamo chiesti: come dare una mano nel momento del bisogno? Nasce così il Fondo Etico, che vuole coniugare il profitto con il dono, infatti basato su volontarie elargizioni delle imprese operanti nella ricostruzione. Contribuiremo, in questo modo, alla realizzazione di opere utili alle popolazioni residenti nei centri danneggiati, sostenendo iniziative sociali, culturali e sportive".

Il Fondo si alimenta con il 2 per mille che le aziende versano volontariamente sui Sal (Stato di avanzamento dei lavori) semestrali e a oggi può vantare una dotazione di circa 105 mila euro raccolti nel giro di pochi mesi. "Ci prefiggiamo di raggiungere quota 500 mila euro nei prossimi anni".

 

ANCORA DA FARE

"Resta il rammarico, ancora per Ricci, "delle occasioni perdute". Ad esempio "le aree dove è prevalente l'edilizia di sostituzione, aree in cui era possibile realizzare interventi di rigenerazione urbana particolarmente importanti per elevare il grado di attrattività della città e migliorare la qualità della vita degli abitanti. Come rimane l'incognita - conclude - del destino dei piccoli centri urbani ristrutturati".

 

QUALITA' DEGLI INTERVENTI

L'Aquila è oggi un cantiere straordinario. Un'esperienza unica, che può e deve rappresentare un volano eccezionale di sviluppo tecnico-scientifico ed economico per il Paese e per tutti gli attori coinvolti (istituzioni, professionisti, imprese, produttori di materiali e tecnologie), su scala nazionale e internazionale. Insieme a questo "L'Aquila è anche un esperimento mai avvenuto prima in Italia di gestione della ricostruzione post sisma. Un modello che consente ai cittadini proprietari di abitazioni – spiega Roberto Di Vincenzo, coordinatore di Officina L'Aquila - di scegliere le imprese a cui affidare i lavori. Dopo una partenza lenta, ora all'Aquila la ricostruzione sta correndo e presto restituirà un meraviglioso centro storico, di cui già oggi si possono apprezzare concretamente la bellezza e la qualità del restauro".

Bellezza e qualità che sarà possibile toccare con mano ed apprezzare nella tre giorni di Maggio attraverso "Cantieri Aperti", con continue visite guidate, che permetterà per la prima volta di entrare nel cuore della ricostruzione. "Tutto ciò può rappresentare il momento di partenza di un progetto di rendicontazione economica, sociale e tecnica della ricostruzione – prosegue Di Vincenzo - perché il territorio abruzzese vuole dare conto in maniera chiara e pubblica a tutti, di quali risultati porti il grande sforzo economico che l'Italia sta facendo".

 

L'IMPEGNO DEL GOVERNO

"Le cose sono cambiate e gli aquilani se ne sono accorti – spiega il sottosegretario all'Economia Paola De Micheli, che ha la delega alla ricostruzione dell'Aquila e del cratere sismico – abbiamo stanziato per la ricostruzione privata, in questi due anni con delibera Cipe, 2 miliardi di euro, garantendo finalmente continuità nei pagamenti e quindi nella riconsegna dei lavori dei cantieri. Che significa, poi, dare concretamente alle persone la possibilità di rientrare nelle proprie case. Per la ricostruzione privata il governo ha stanziato invece 2,5 miliardi di euro. Sono tremila i cantieri aperti dall'inizio del mio lavoro. Ringrazio chi ha voluto "Officina L'Aquila", alla quale io parteciperò nella prima giornata, dimostrando così anche la vicinanza fisica del governo con la città e tutto il suo cratere, perché sarà una grande occasione per dimostrare che L'Aquila non è solo un cantiere edile, ma fucina di sviluppo economico, cantiere di idee. Il mio più grande orgoglio, infatti, è essere riusciti a ottenere che le risorse del 4% dei fondi destinati alla ricostruzione andassero allo sviluppo economico del territorio colpito dal sisma. Ora, con le certezze raggiunte nel precedente biennio, siamo pronti ad affrontare i prossimi due anni".

 

SVILUPPO DEL TERRITORIO

Il futuro dei territori colpiti dal sisma e affossati da una tremenda e interminabile crisi economia e sociale, non passa soltanto atraverso la ricostruizione fisica e materiale. Occorre puntare proprio sullo sviluppo economico e culturale. Ecco che dopo anni di battaglie si concretizzano gli investimenti provenienti dal 4% dei fondi estrapolati dalle risorse destinate alla ricostruzione da dirottare n progetti di sviluppo, vero cavallo di battaglia per il vicepresidente della Regione Abruzzo Giovanni Lolli. "La Regione Abruzzo con le altre istituzioni locali e le organizzazioni economiche, sociali e professionali del territorio lavora da mesi per favorire una strategia di ripresa e l'avvio di progetti industriali – spiega Lolli - caratterizzati da ricerca tecnologica, innovazione produttiva e nuova occupazione. Lo abbiamo fatto, finora, utilizzando le risorse finanziarie messe a disposizione dallo Stato e favorendo sempre più efficaci norme della ricostruzione. E' questa l'idea che avevamo in mente a inizio di legislatura: fare da raccordo politico per agevolare tutti i processi della ricostruzione".

I fondi cosiddetti per lo sviluppo (provenienti dal 4% delle risorse impiegate dallo Stato per la ricostruzione) sono molto importanti, perché mettono il cratere sismico in condizione di avere vantaggi che nessun altro territorio può vantare in Italia. "Ora dobbiamo usarli bene, evitando di disperderli in micro azioni che non lasciano nessun risultato. Dico forse un concetto forte, ma l'obiettivo da raggiungere con queste risorse non è mai stato quello di migliorare la vita degli abitanti delle zone colpite dal terremoto, o meglio, non direttamente, ma creare un circolo virtuoso d'investimenti che abbia nel tempo ricadute positive sui territori in modo che, poi, porti vantaggi anche ai suoi abitanti, ma come sistema d'insieme. Lo scopo è promuovere i territori e renderli più appetibili agli occhi di investitori e portatori d'interesse da fuori città e fuori regione. Insomma, un territorio in grado di generare lavoro e ricchezza, questa è la tendenza, e la presenza importante di questi fondi può trasformare il terremoto in opportunità. Se è vero che riavremo i centri storici ricostruiti e più belli, devono anche essere vivibili e ricchi. Sono cinque le macro attività a cui sono destinati i fondi dello sviluppo".

Quello più complesso anche da fare capire è il settore della cultura. "Noi dobbiamo promuovere le attività culturali che servono a rendere la città e il suo comprensorio più attrattivi, aprirli alla possibilità di essere visitati, renderli attraenti per vivere, lavorare, studiare, venire in vacanza. Tutte le azioni così finanziate devono rendere il cratere un posto dove conviene e dove è bello stare. Per questo dopo mesi di ragionamenti e confronti abbiamo scelto alcuni settori strategici, come la ricerca, importantissima in un territorio che ha già una forte vocazione alla ricerca scientifica e tecnologica, dove si trovano tra le tecnologie e le realtà più importanti in Italia nel campo dell'Ict (Information communication technology), lo spazio, la chimica farmaceutica, l'università, il centro di alta formazione Gran Sasso science institute e i Laboratori nazionali di fisica nucleare del Gran Sasso. La prima tranche di risorse è stata destinata a grandi investimenti, da almeno 30 milioni di euro: sono già in corso numerosi investimenti, ad esempio quello molto sentito a livello sociale dell'Accord Phoenix, già finanziato e che, a breve, dovrebbe insediarsi nei locali dell'ex polo elettronico, poi hanno beneficiato dei fondi anche Dompé e Sanofi. In seguito, tali risorse saranno destinate a cultura e turismo. Tra gli altri progetti da finanziare, quello dell'azienda 'Ste' che punta a realizzare tre nuove linee manifatturiere e di ricerca in tema di energia e ambiente; Dark Side-20k che vede coinvolti Infn, Lngs, Gssi, università dell'Aquila, Fbk, Princeton University e grandi imprese, tutti insieme per studiare la materia oscura sviluppando rilevatori di fotoni in silicio, con possibili sviluppi mondiali in ambito medicale. Poi, ancora, Selex-Es e l'università per 'Eda', un progetto di cyber security scelto dall'Agenzia di difesa europea e altri ancora. Stiamo firmando Poi ci sono alcuni investimenti sull'automotive che coinvolgono anche l'università, il settore chimico farmaceutico e un grande operatore nazionale delle telecomunicazioni, tutti di alto livello. Poi una parte delle risorse andrà alle piccole imprese. Proprio a giugno presenteremo i 29 milioni da investire per favorire il rientro delle attività nei centri storici dell'Aquila e dei paesi, un'azione per la quale prevediamo una premialità per coloro che differenziano la loro idea. Poi c'è il settore fondamentale del turismo e della montagna, il cui bando da 12 milioni di euro scade il 9 giugno: vedremo come andrà e quanti soggetti risponderanno. Centrale lo sviluppo del Gran Sasso e delle attività turistiche e di formazione. Il comun denominatore di tutte queste azioni è fare diventare L'Aquila la città della qualità".

 

I COMUNI: CENTINAIA DI CENTRI STORICI DA RECUPERARE

I Comuni coinvolti nella ricostruzione sono 166: 56 del cratere sismico e 110 fuori cratere. Numeri enormi. Un territorio molto esteso in cui s'intreccia la ricostruzione privata con quella pubblica, la ricostruzione delle scuole e quella del tessuto sociale, come spiega il dirigente dell'Ufficio speciale per la ricostruzione dei Comuni, Paolo Esposito. "Per quanto riguarda la ricostruzione privata sul piano finanziario, tra cratere e fuori cratere sono stati impegnati oltre 1.4 miliardi di euro rispetto a un impegno finanziario previsto totale di oltre 4.5 miliardi. Siamo arrivati circa al 30% del cammino finanziario, con la parte residua che dovrebbe essere impegnata in un arco che va tra gli 8 e i 9 anni. Una punta di forte accelerazione è attesa tra quest'anno e il 2020, stante anche l'accelerazione media ogni mese per l'ammissione a contributo da parte degli Utr (gli Uffici territoriali della ricostruzione dei Comuni), passato da circa 11 milioni al mese del 2013 ai 30-35 della fine del 2015. Su piano del ripristino delle agibilità delle abitazioni, a fronte di una stima di circa 27mila abitazioni inagibili iniziali, a oggi ne sono tornate agibili oltre 5mila. In questo caso le proiezioni indicano un 'fine lavori' nel 2025. Ma è un dato disomogeneo: ci sono, infatti, paesi che cominciano ad avvicinarsi al 40/50% di ripristino dell'agibilità. Contiamo di chiudere entro il 2016 tutti i cosiddetti 'piani di ricostruzione'".

Per quanto riguarda, invece, la ricostruzione pubblica, i 126 milioni di euro concessi dalla Cipe 135 del 2012 sono quasi completamente impegnati o in fase di assegnazione, "mentre molti cantieri attivi o in apertura, infatti l'Usrc e il coordinamento dei sindaci si stanno preparando a presentare al Governo un documento di nuova programmazione pluriennale di opere pubbliche danneggiate dal sisma e certificate in gran parte dalle previsioni di piano di ricostruzione, che dovrebbe aggirarsi tra i 220 e i 300 milioni".

L'edilizia scolastica occupa una parte molto importante e anche simbolica della ricostruzione. "I dati sono positivi: la metà delle somme concesse sul terzo stralcio del piano 'Scuole in Sicurezza' (oltre 150 milioni per oltre 150 interventi in tutte le province abruzzesi) sono praticamente già impegnate. Va, inoltre, segnalata l'attività di partnership di Usrc con Istituzioni quali l'Indire del Miur (ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca) e la collaborazione con la Struttura edilizia scolastica della presidenza del consiglio. Tutto questo dimostra che il modello di gestione della ricostruzione del cratere sismico e di monitoraggio dei fondi pubblici funziona, anche dal punto di vista del dialogo diretto che si è riusciti a instaurare tra il Comuni dentro (54) e fuori cratere (oltre 100) con tutte le amministrazioni. Le criticità non sono mancate di fronte a una materia così articolata e delicata come la ricostruzione privata e pubblica di decine di borghi, e su un territorio così esteso, ma i processi di lavoro e il modello organizzativo costituiti si vanno irrobustendo di giorno in giorno".

 

L'AQUILA, IL PIU' GRANDE CANTIERE D'EUROPA

"Il 2017 sarà un anno importante per la ricostruzione dell'Aquila perché saranno concluse le pratiche del centro storico". Parola di Raniero Fabrizi, dirigente dell'Ufficio speciale per la ricostruzione della città (Usra).

"L'intenzione è quella di far partire entro il 2017 tutti i cantieri del centro storico dell'Aquila e dei centri storici delle frazioni che il Comune ha individuato come prioritari. In questa prospettiva credo che entro il 2020 si possa raggiungere la loro ricostruzione, un traguardo che può essere reso possibile facendo partire, in questo modo, i lavori a fine 2017 e, dunque, considerati i tempi di chiusura dei cantieri, avere i centri storici ricostruiti a distanza di tre anni. Si tratta di pratiche per 1,6 miliardi di euro, somme assicurate per il prossimo biennio dal Governo tramite la legge di Stabilità. Vorrei chiarire che si tratta di un obiettivo che l'Ufficio speciale della ricostruzione dell'Aquila si è dato, ma non possiamo stabilire a priori che verrà raggiunto per certo, in quanto le dinamiche della ricostruzione sono molto complesse. Le difficoltà non mancano, abbiamo qualche problema, ad esempio, per il personale, dato che alcuni lavoratori assunti a tempo determinato hanno vinto altri concorsi e ci hanno lasciato e per i quali non è stato possibile, sino a ora, ottenere delle integrazioni dal Governo. Altre criticità riguardano i ritardi da parte di alcuni operatori nella definizione dei progetti e nell'avvio e conclusione dei cantieri. È rilevante che gli uffici dedicati alla ricostruzione (Usra e Comune) irrigidiscano la loro posizione nei confronti di questi atteggiamenti, perché i ritardi, oltre ai disagi nei confronti della cittadinanza, determinano anche danni in termini di maggiori spese per l'assistenza alla popolazione e minori entrate per la mancata agibilità e abitabilità delle abitazioni, a fronte di una disponibilità di copertura economica degli interventi. Andiamo avanti ugualmente cercando di mantenere alti i ritmi di esame delle pratiche. Se si riuscisse a centrare l'obiettivo della ricostruzione dei centri prioritari nel 2020 saremmo in linea con la ricostruzione del Friuli Venezia Giulia che, spesso, viene raccontata come modello da seguire. Non ci discosteremmo molto, in termini di tempo impiegato per ricostruire e di fondi impegnati".

Quanto ai numeri della ricostruzione dell'Aquila, sono eloquenti: per la ricostruzione privata sono stati richiesti contributi per 7,8 miliardi di euro, sono stati concessi 4,3 miliardi per un totale di 27.126 contributi rilasciati. "A oggi restano da trasferire 3,24 miliardi. La periferia dell'Aquila è ricostruita per il 95%, i centri storici sia dell'Aquila e delle frazioni prioritarie, invece, sono ancora a quota 39%. Però vorrei fare notare l'andamento positivo dei cantieri. Dal 2009 a oggi sono 21.254 i cantieri chiusi, di cui 7.370 con esito "A" (poco danneggiati, ndr) e 351 della Soprintendenza. Attualmente, i cantieri aperti sono 1.905. Importante anche il numero delle persone rientrate a casa: sono 54.862, mentre 12.597 quelle ancora assistite. Sulla ricostruzione pubblica, invece, sono stati finanziati interventi per quasi 2 miliardi di cui spesi 1,2".

 

ANCE, 300 IMPRESE COINVOLTE

A sottolineare l'importanza del ruolo dell'Ance provinciale nel processo di ricostruzione è il presidente dell'Ance L'Aqula, Gianni Frattale. "Io stesso ho la delega a livello nazionale alla ricostruzione, altri associati hanno compiti nelle commissioni. L'Ance è la famiglia dei costruttori che partecipa da sempre a tutte le fasi del post-sisma, e dopo tante difficoltà degli anni scorsi – vorrei ricordare l'ostacolo dei fondi erogati a singhiozzo che ci ha bloccati per molto tempo, oppure la frustrazione di una burocrazia implacabile subita da tutti - adesso finalmente ci è garantito il flusso dei finanziamenti per il quale l'Ance si è fortemente battuta. Ora siamo nelle condizioni di poter spendere 800-900 milioni nel 2016, già stanziati, e altre risorse arriveranno con continuità nel 2017. È stata l'Ance, inoltre, a volere le fidejussioni, la trasparenza, a chiedere procedure per garantire la legalità negli appalti".

La ricostruzione è una grande opportunità per le imprese locali, che sono cresciute, si sono formate e specializzate. "Sono circa 300 le imprese dell'Ance L'Aquila coinvolte nella ricostruzione per un totale di 10mila dipendenti ai quali si devono aggiungere le risorse umane all'indotto. L'impasse iniziale della ricostruzione è stato per lo più superato, anche se c'è molto da fare. La tragedia del terremoto resta, è sempre presente sullo sfondo della vita di questa città e di questo territorio, noi siamo gli addetti ai lavori che stiamo facendo rinascere L'Aquila, anche noi vittime del sisma. Insieme a noi ci sono imprenditori del resto d'Italia, infatti la ricostruzione del cratere sismico è un grande mercato che si apre al resto del Paese, capace di produrre una parte consistente del Pil nazionale. Qui sono impegnate imprese di 130 province italiane, certo molto spesso portano le maestranze dai loro territori di provenienza, ma è il mercato che funziona così. Il 50% delle risorse che si spendono per la ricostruzione dell'Aquila è affidato alle imprese non abruzzesi. Questo significa che il grande cantiere del cratere è parte fondamentale dell'economia e dello sviluppo nazionali e, infatti, si registra in Abruzzo un'inversione di tendenza rispetto alla crisi dell'edilizia che attanaglia il resto del Paese. Ora c'è da capire come verranno superate le incognite della legge approvata da poco sul Codice degli appalti, devono ancora essere pubblicate le linee guida e ci sono vari passaggi relativi agli enti appaltanti che devono essere cambiati, una volta chiariti renderanno più semplici le procedure. Aspetti che il Governo deve rivedere altrimenti le amministrazioni e gli enti si troveranno in difficoltà. L'entrata in vigore di questa nuova legge determinerà ancora una volta un momento transitorio con conseguenti rallentamenti nella ricostruzione".

 

Articolo publiredazionale

Ultima modifica il Martedì, 24 Maggio 2016 13:51

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