Domenica, 08 Settembre 2013 08:24

Praticamente innocua - Viaggio semiserio nell'Aquila post-sisma / 2: Collemaggio (prima parte)

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Seconda puntata per il ciclo di appuntamenti "Praticamente innocua - Viaggio semiserio nell'Aquila post-sisma", che questa domenica ci porterà alla scoperta dell'area di Collemaggio, dopo aver raccontato - non senza un briciolo di ironia - la zona del Castello Cinquecentesco. Il nostro Ford Prefect, autore della bizzarra guida turistica di NewsTown, ci narra questa settimana dell'area di Collemaggio, tra storia e futuro. Il racconto è diviso in due parti, quest'oggi vi proponiamo la prima.

 

Se L'Aquila fosse, per dire, Pasadena, ogni venti metri incapperemmo in un sei per tre col profilo di Celestino V. Ogni angolo della città sarebbe tappezzato di targhe turistiche e i negozi venderebbero gadget di dubbio gusto ispirati al grande Santo (tipo la chiavetta USB a forma di Bolla del Perdono). Se L'Aquila fosse Pasadena, si potrebbe prenotare online il tour nei luoghi dell'unico Papa ad aver abdicato prima di Benedetto XVI (anche qualcun altro, in effetti, lo fece, ma in maniera non precisamente spontanea). Certo, probabilmente bisognerebbe muoversi con largo anticipo, perché le visite guidate sarebbero esaurite per mesi e mesi a venire e trovare una guida o un albergo libero sarebbe un'impresa. Se L'Aquila fosse Pasadena, sui cartelli stradali si leggerebbe "Pasad... (pardon) L'Aquila - L'unica città oltre Roma sede di un'incoronazione papale", oppure "L'Aquila - Sede papale nel Duecento", o ancora "L'Aquila - La città con una delle due Porte Sante fuori Roma", "L'Aquila - La città del Perdono", e via dicendo.

Niente di tutto ciò.

Pasadena è all'altro capo del mondo, e si vede. Distesa sul colle da cui prende il nome, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio si offre alla vista del visitatore che imbocca il viale antistante in tutto il suo splendore. Il celeberrimo motivo in pietra bianca e rosa della sua facciata si staglia sullo sfondo del cielo con una tale maestosità da togliere il fiato. La facciata è dissimmetrica rispetto all'asse centrale, presentando più motivi geometrici sulla parte destra che sulla sinistra. Ora, dato che questa città pullula di depositari della Verità su tutto ciò che ne riguarda la Storia, eviteremo di addentrarci in elucubrazioni sul motivo di questa dissimmetria, onde non attirarci una fatwa di luminari (sappiate che propendiamo per la tesi della correzione prospettica, ma negheremo di averlo mai scritto se minacciati). Il colpo d'occhio è spettacolare e piacevolmente accentuato dal contrappunto cromatico del verde del prato antistante. Il rosone centrale, stupendo, è ormai un simbolo dell'aquilanità, immortalato in gioielli e centrotavola.

La storia della Basilica è legata a doppio filo con quella di Pietro dal Morrone, l'eremita del Duecento, già in vita in odore di santità, che ne volle la costruzione in seguito all'apparizione in sogno della Madonna. Successivamente, asceso inopinatamente al soglio di Pietro nel 1294, ponendo fine a una sede vacante pluriennale, Pietro volle essere incoronato Papa proprio qui scegliendo il nome di Celestino V. Non ci dilungheremo qui in dettagli di cui altrove potrete saziare la vostra sete (questi modesti articoletti dovrebbero parlare per lo più di posti dove trovare un Martini decente) ma qualche informazione in più serve alla nostra storia: come sanno pure i sassi, Celestino V abdicò poco dopo, probabilmente dietro pressioni legate all'affermazione a Roma del cardinale Benedetto Caetani impaziente di diventare Papa (e ci riuscirà, passando alla storia come Bonifacio VIII). Ma prima di lasciare la guida della Chiesa, Celestino fece in tempo a promulgare una Bolla con la quale concedeva, al solo costo di una sincera contrizione e dell'espletamento delle più basilari devozioni del buon cristiano (confessione e comunione) l'indulgenza plenaria a chi avesse visitato la Basilica tra i vespri del 28 e del 29 Agosto di ogni anno, in occasione della festività di San Giovanni.

La portata dell'atto fu di rilevanza quasi rivoluzionaria, se si considera che le indulgenze già al tempo venivano vendute ed erano quindi esclusivo appannaggio dei ricchi, e di lì a poco sarebbero diventate la principale fonte di introito della Chiesa. Si suppone (ammettiamo di sposare timidamente la tesi, ma chi la sa più lunga non se la prenda per una nostra eventuale imprecisione) che Bonifacio VIII abbia preso spunto dall'indulgenza celestiniana per l'ideazione del Giubileo. Ancora oggi, a 719 anni di distanza, la città rinnova annualmente la memoria di quei giorni lontani celebrando la Perdonanza. Ma nemmeno dietro lautissimo compenso ci addentreremmo qui in un argomento tanto spinoso, figuratevi per la gloria.

Ora, mettete questo ben di Dio fatto di storia, politica, intrighi, suggestioni esoteriche (pensate che ci sia voluto molto perché qualcuno tirasse in ballo Templari e Graal?) e patrimonio artistico nelle mani dell'assessore al turismo di Pasadena. Il poveretto probabilmente avrebbe un mancamento davanti alla gallina dalle uova d'oro che si ritroverebbe in mano. Immaginerebbe file chilometriche di turisti, manifestazioni culturali tutto l'anno, film e documentari, libri di Dan Brown. Benessere e felicità per tutti!

E invece, sarà per un plurisecolare impulso alla gelosa conservazione delle proprie tradizioni e dei propri tesori culturali, sarà per il proverbiale riserbo delle genti di montagna, sarà (concedetecelo) per una totale incapacità di valorizzare l'immenso patrimonio che questa città cela, fatto sta che, a migliaia di miglia da Pasadena, nella quiete splendida del suo colle solitario la gallina dalle uova d'oro sonnecchia in gloriosa solitudine. La Porta Santa della Basilica, situata sul lato sinistro della chiesa, continua a schiudersi una volta l'anno per i fedeli senza troppo fracasso. Al mondo ce ne sono solo sei, e solo due di esse si trovano fuori Roma. Dall'altra parte della facciata si staglia una bassa torre, anticamente parte del campanile, e ancora oltre si accede al bellissimo convento di cui troverete ampie descrizioni nelle vostre guide. Non vi aspettate info point. Purtroppo ad oggi tutto il complesso è inagibile, compresa la Basilica all'interno della quale un po' tutti in questi anni abbiamo partecipato a matrimoni e funerali. Ci chiedevamo stupiti guardando in alto come facessero quei tiranti a sostenere una struttura così visibilmente compromessa, e i più entusiasti gridavano al miracolo ingegneristico. Poi qualcuno si deve essere tardivamente accorto che in fondo veramente di miracolo si trattava se tutto restava in piedi, e la Basilica è stata di nuovo chiusa in attesa di restauro (che sta per partire, resta solo da capire se sarà super o diesel).

Ma non deve bastare un simile dettaglio a trattenervi dal visitare questo sito splendido (staremmo freschi, ora che L'Aquila è fatta più di esterni che di interni). Scegliete una mattinata frizzante e concedetevi una camminata di buon passo intorno al piazzale, oppure sdraiatevi sul prato in un caldo pomeriggio mentre la meglio gioventù improvvisa intorno a voi partitelle di calcetto a portieri volanti o si cimenta in arditi lanci di frisbee al cane. Forse le orde di turisti non arriveranno mai qui, forse non sarà così che l'economia di questa città verrà rilanciata. Ma guardate quella facciata sullo sfondo del cielo sereno. Solo per i vostri occhi. Uno spettacolo così a Pasadena se lo sognano.

[Fine prima parte]

Ultima modifica il Domenica, 08 Settembre 2013 02:37

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