Si chiama "L'Asilo sta fore - Giornata d'arte liberata" l'iniziativa degli animatori e delle animatrici dell'Asilo Occupato, spazio sociale nel centro storico dell'Aquila. Si terrà sabato 27 maggio, dopo quasi sei mesi di inattività a causa dello sciame sismico di metà gennaio, che ha generato lo stop alle numerose iniziative dentro lo stabile.
A partire dalle ore 15 musica, balli popolari, palco e microfono aperto, writing, jam session e concerti. Sarà anche possibile esporre i propri lavori artistici o artigianali.
Le altre entrate che danno accesso all'interno dell'edificio rimarranno chiuse, per decisione degli occupanti: le motivazioni sono principalmente legate alla sicurezza comune, essendo le mura del posto non più così affidabili dopo gli ultimi eventi sismici, ma anche logistiche, dal momento che dopo lo scorso inverno le tubature dell'acqua si sono danneggiate.
L'iniziativa ha l'obiettivo di riportare alla luce una questione che è ormai impellente all'interno della lista delle "cose da fare" per la ricostruzione aquilana: avviare i cantieri dello stabile in viale Duca degli Abruzzi e realizzare, con la partecipazione della cittadinanza, quel "Centro di aggregazione intergenerazionale" di cui tanto si è parlato in questi ultimi anni.
"Lo scorso anno il collettivo dell'Asilo si è reso più che disponibile nel dialogare con l'amministrazione affinché questo progetto andasse in porto: ci siamo presi l'impegno di aprire tutte le porte e accompagnare i periti che hanno partecipato al bando edilizio ad osservare l'interno dell'edificio e abbiamo offerto la nostra esperienza di gestione e relazione con la vera "partecipazione dal basso", fornendo consigli riguardo la gestione futura dello stabile", si legge in una nota degli organizzatori.
Il portone rosso tuttavia, è chiuso dal 18 gennaio, anche perché l'edificio non ha l'indice di vulnerabilità sismica, come tutti i palazzi di proprietà comunale: "Quello che ci interessa - si legge nella nota - a questo punto è capire che fine hanno fatto i fondi Meloni, destinati al recupero dello stabile e tutte le promesse fatte sull'imminente inizio dei lavori. Non perché noi ci sentiamo 'i padroni dell'Asilo' ma perché come abbiamo sempre dichiarato abbiamo bisogno di spazi e vogliamo che questi vengano restituiti alla città tutta".
Affinché non si torni al totale abbandono in cui versava lo stabile nel periodo antecedente al sisma, "ci impegneremo e vigileremo perché la futura amministrazione utilizzi nell'assoluta trasparenza quei fondi che lo Stato ha stanziato nel 2014".
Dopo il 2009 lo scopo dell'occupazione era anche quello di uscire dall'assistenzialismo della fase emergenziale post-sisma e cominciare a trovare forme di autodeterminazione, scelta consapevole delle esigenze di una parte della città, quella più giovane e non solo: "Per chi ha messo anima e corpo in questo progetto è un motivo di orgoglio essere riusciti, senza l'aiuto di fondi, ma con le innumerevoli iniziative autofinanziate, ad offrire attività sportive, cineforum, corsi, mostre d'arte e musica".
"C'è voluta tanta pazienza e impegno a far rivivere quell'enorme palazzo vuoto e buio, a creare nel suo interno un punto di unione e aggregazione di idee che negli anni ha accolto persone di ogni età, idea politica ed estrazione sociale. Questa è già una vittoria, non solo per chi si è coinvolto in prima persona, ma anche per la nostra comune concezione di cittadinanza attiva".