L’Aquila Che Vogliamo, con l’ex Consigliere Comunale Vincenzo Vittorini, interviene sulla questione del cosiddetto “fascicolo del fabbricato” ricordando che la proposta denominata “sicurezza visibile”, portata all’attenzione ed all’approvazione del Consiglio Comunale dal gruppo civico Appello per L’Aquila che Vogliamo, è ancora rimasta lettera morta.
La proposta, approvata ed inserita nell'ambito dei criteri approvati dal Consiglio Comunale per la ricostruzione del centro storico, prevede che le certificazioni relative alla sicurezza e vulnerabilità sismica di ciascun edificio ristrutturato, oltre ad entrare a far parte della documentazione dell'edificio (il cosiddetto "fascicolo del fabbricato") siano rese pubbliche "on line" ed immediatamente disponibili e visibili su ciascun fabbricato. "Purtroppo, la passata amministrazione comunale non solo non ha provveduto a far applicare la norma e rendere noti e 'visibili' i dati relativi alla sicurezza degli edifici pubblici ma soprattutto, come è noto, non ha prodotto le necessarie verifiche di vulnerabilità sismica, da anni obbligatorie per legge per tutti gli edifici pubblici entro il 2013", l'affondo di LCV.
Il cosiddetto 'fascicolo del fabbricato' è così rimasto una scatola vuota, "priva del suo contenuto più essenziale ed importante per la conoscenza degli edifici in cui entriamo o entreremo in futuro. L’Aquila che Vogliamo si è da sempre battuta per la sicurezza al 100% della ricostruzione ed è naturalmente favorevole all’istituzione del fascicolo del fabbricato, ma ritiene importante il contenuto (verifiche strutturali, certificazioni di sicurezza, ecc.) più che il suo contenitore (fascicolo)".
Al di là di ogni polemica e di ogni schieramento, "i fatti di questi giorni ci ricordano che va mantenuta alta l’attenzione su questo importante aspetto: chiediamo all’attuale amministrazione di portare avanti ogni iniziativa per garantire l’acquisizione e la pubblicità dei dati relativi alla sicurezza degli edifici pubblici, anche con modalità diverse, più opportune ed incisive rispetto a quanto fatto precedentemente. Con l’occasione, sollecitiamo a rendere note e disponibili le informazioni essenziali per la conoscenza del grado di sicurezza raggiunto dai pochi edifici pubblici in ristrutturazione, primo fra tutti il Teatro Comunale: a seguito di quanto emerso dalle recenti indagini della magistratura, secondo quanto riportato dagli organi di stampa, è più che mai il tempo di fare chiarezza e rendere finalmente pubblico l’indice di rischio del teatro ristrutturato, in cui la popolazione sarà prima o poi chiamata ad entrare. Facciamolo ora, prima della fine dei lavori, per evitare di generare situazioni analoghe a quelle che stiamo subendo a seguito delle scelte effettuate nel 2009 per le riparazioni delle strutture scolastiche: scuole riaperte ma prive di adeguamento antisismico".
A seguito di questo 'peccato originale', ci troviamo ancora oggi con edifici aperti e pienamente in uso ma drammaticamente insicuri in caso di sisma, e la popolazione si trova a subirne le pesanti conseguenze. "Evitiamo di replicare questa situazione anche per altri edifici pubblici", l'appello di L'Aquila che vogliamo; "rendiamo noto al più presto l’indice di rischio della chiesa di San Bernardino, della Basilica di Collemaggio, della ex scuola De Amicis, di Palazzo Margherita, di palazzo Ardinghelli, di S. M. del Suffragio, ecc., e di tutti gli edifici riparati o in riparazione e destinati a ricevere pubblico. Inoltre, alla luce di quanto accaduto e di quanto sta accadendo ancora in questi giorni, da questa città dovrebbe essere garantita la massima trasparenza sull’utilizzo dei fondi destinati alla sicurezza antisismica degli edifici ristrutturati, attraverso la raccolta e disponibilità, sia in rete che sul posto, di dati che comunque dovrebbero essere prodotti ed acquisiti durante le fasi di ristrutturazione".
Nulla di nuovo o di impegnativo, quindi: si tratta di una richiesta a basso costo ma di grande valore. "Esporre un cartello con il grado di sicurezza raggiunto con la ristrutturazione (foto) all’ingresso di edifici pubblici costituirebbe il primo atto nella formazione di un fascicolo sempre aperto (e non lasciato in un cassetto); in questo momento, sarebbe un segnale importante anche a livello nazionale e di esempio per altre realtà che si accingono ad avviare le fasi di ricostruzione, e contribuirebbe ad avviare in maniera significativa e concreta quello che, prima o poi, sarà per legge il fascicolo completo per ogni edificio, sia pubblico che privato".