Riaprono, grazie a una collaborazione tra il Segretariato Regionale dei Beni culturali per l’Abruzzo e Officina L’Aquila, la rassegna internazionale di riqualificazione urbana divenuta, ormai, un appuntamento fisso, le chiese di San Silvestro e Santa Maria della Misericordia.
Si tratta, ovviamente, di una riapertura temporanea, che terminerà insieme alla fine della rassegna.
Situate a pochi metri di distanza l'una dall'altra, entrambe le chiese erano state gravemente danneggiate dal terremoto.
San Silvestro, in particolare, aveva riportato lesioni importanti sulla facciata, sulla torre campanaria, negli affreschi e nelle pareti interne.
L'intervento di consolidamento e restaturo, costato quasi 7 milioni di euro, ha consentito di recuperare gli elementi storico-artistici adeguandoli anche, grazie all'utilizzo di tecniche innovative, come il cuci-scuci e l'iniezione di calci particolari nelle mura, dal punto di vista antismisico.
La chiesa era stata oggetto di interventi di restauro negli anni Sessanta e Settanta, che avevano indebolito la struttura, sovraccaricandola con cordoli di cemento armato eliminati in fase di restauro. Durante i lavori è stato rimosso anche il vecchio pavimento, risalente sempre agli anni Settanta,e al suo posto è stata montata una nuova copertura bianca, a imitazione di quella in pietra situata nel sagrato della chiesa, sotto la quale è stata posizionato anche un impianto di riscaldamento.
San Silvestro fu costruita dagli abitanti del castello di Collebrincioni nella prima metà del XIV secolo. La facciata, in stile romanico-gotico, presenta un portale del 1350 con Agnus Dei scolpito all'interno di una lunetta e un rosone con raggi arabescati con cornice del XIV secolo e ruota del XVI secolo.
Il campanile è una ricostruzione ottocentesca della torre campanaria in parte distrutta dai terremoti del XV secolo. L'interno della chiesa è diviso in tre navate terminanti con absidi poligonali, senza transetto. Una delle tre absidi contiene la cappella Branconio - con copertura lignea e l'affresco raffigurante il Battesimo di Baccio Ciarpi (1612) - mentre quella centrale fa mostra del bellissimo il ciclo di affreschi quattrocentesco.
I restautori dell’Ari (Associazione restauratori d’Italia) hanno usato, per la messa in sicurezza dei cicli di affreschi, un metodo basato sull’informatica per una corretta ricollocazione in situ dei frammenti recuperati. In particolare, attraverso l’uso di fotografie “immersive”, che mostrano a 360° tutto quello che circonda l’apparecchio di ripresa, è stato possibile documentare lo stato di conservazione degli apparati decorativi, si è poi proceduto al recupero dei frammenti secondo tecniche messe a punto dopo il caso di Assisi e quindi si è passati alla messa in sicurezza attraverso l’uso di malte speciali per il fissaggio delle ampie aree di pitture distaccate e deformate.
Poco conosciuta dagli aquilani, Santa Maria della Misericordia è invece una chiesa molto importante dal punto di vista storico, perché rappresenta uno dei punti focali dello sviluppo urbanistico del settore settentrionale della città.
La sua edificazione iniziò l'8 luglio 1828, mentre L'Aquila viveva la tragedia lanzichenecca e il successivo infeudamento. La copertura fu ultimata nel 1831. La chiesa, che faceva parte di un Conservatorio per orfane, conserva l'impianto originale cinqucentesco.
Nel XVI e XVII secolo, la chiesa subì delle aggiunte barocche che andarono a coprire alcuni affereschi cinquecenteschi di gran pregio, tornati provvidenzialmente alla luce durante i lavori di consolidamento.
L'intervento è costato circa un milione e 500mila euro ma deve essere ancora finanziato il terzo lotto dei lavori, che servirà a recuperare gli interni e gli affreschi.