Proteste strumentali, alimentate da un gruppo numericamente modesto che sta facendo terrorismo psicologico.
E’ durissimo l’assessore alle Politiche educative Francesco Cristiano Bignotti che, stamane, ha convocato una conferenza stampa rispondendo a brutto muso alle proteste dei giorni scorsi avverso il provvedimento di dimensionamento delle scuole comunali. Accanto all’assessore, il presidente della II Commissione Territorio Luca Rocci, da poco eletto consigliere provinciale.
“Siamo stati costretti a convocare la conferenza stampa per fare chiarezza rispetto alla narrazione che sta passando in città, alimentata da un gruppo piuttosto modesto” l’affondo di Bignotti; “non siamo soliti alzare i toni, e non vogliamo farlo oggi, ma intendiamo fare chiarezza rimettendo al centro del dibattito il provvedimento che offrirà la possibilità a tutti gli studenti aquilani di poter beneficiare del curriculum verticale, come accaduto in questi anni all’Istituto Rodari che ha avuto ottimi risultati”.
Bignotti mette nel mirino la commissione Oltre il Musp che, proprio dal Rodari, ha avviato la protesta che si è poi estesa in altre scuole cittadine. “Si è parlato di mancata concertazione: ho già spiegato, e lo ribadisco oggi, che abbiamo seguito un percorso istituzionale che è durato più di un anno; in questo periodo, mai nessuno ha manifestato perplessità rispetto al provvedimento, mai nessuno ha avanzato ipotesi alternative sebbene l'assessorato le abbia più volte sollecitate”.
Bignotti porta con sé una serie di faldoni, documenti che provano – spiega – che il tavolo si è riunito, e in diverse occasioni: “abbiamo istituito il tavolo il 10 settembre 2018 e, per la prima volta, abbiamo invitato a farne parte anche i sindacati chiedendo alle scuole superiori di indicare un loro rappresentante, individuato nella preside del Cotugno Serenella Ottaviano. Ci siamo riuniti una prima volta il 3 ottobre 2018 condividendo i principi base: da parte mia, ho ribadito la volontà politica di mantenere le 6 presidenze, le 6 funzioni sebbene in passato si fosse pensato di ridurle a 5, con la verticalizzazione del curriculum; ho inteso sottolineare, altresì, l’importanza della territorialità preservando i piccoli plessi”.
A valle della riunione di ottobre, fu inviata a tutti i partecipanti al tavolo una tabella con la ipotizzata divisione in 6 istituti comprensivi “che si mantenevano abbondantemente sopra la soglia minima dei 600 alunni; purtroppo, in queste settimane c’è persino chi ha messo in giro la voce che la soglia è di 700: non è affatto vero”, le parole di Bignotti. Che ha aggiunto: “ci siamo riuniti di nuovo il 31 ottobre e, al tavolo, si è analizzata la proposta inviata: nessuno - né i dirigenti scolastici né i sindacati - ha avuto alcunché da ridire, nessuno ha contestato il provvedimento. Dunque, ci siamo riaggiornati all’anno nuovo convocandoci per il 30 gennaio 2019, riunione poi rinviata al 5 febbraio: in quella occasione, mi sono preso l’onere di illustrare il piano di edilizia scolastica – sebbene i due procedimenti seguano percorsi diversi, e anche su questo si è alimentata una strumentale disinformazione – e si è convenuto che attendere la ricostruzione delle scuole avrebbe significato rinviare di 6 o 7 anni il piano di dimensionamento. Di nuovo, non si sono alzate voci di contrarietà. Si è tenuto un altro tavolo il 20 marzo, e in quella occasione ho sollecitato, ancora, proposte alternative che, tuttavia, non mi sono pervenute. L’ultima riunione porta la data del 16 aprile scorso: si è illustrato il piano che intendevamo approvare, con l’unico dubbio sulla scuola Giovanni XXIII che non avevamo ancora deciso se legare alla Mazzini. In quella occasione, Monia Lai – la dirigente scolastica del Rodari – ha proposto di istituire 5 istituti comprensivi: tuttavia, è stata ribadita la volontà politica di mantenere le sei funzioni. Da allora, ho atteso comunque diversi mesi prima di approvare la delibera sul dimensionamento e nessuno, dico nessuno, ha contestato il provvedimento. Altro che piano calato dall’alto”.
Bignotti mostra i verbali delle riunioni – “li ho depositati in V Commissione” – e aggiunge di avere le registrazioni di alcuni degli incontri che si sono tenuti in questi mesi. “Dirò di più: già nel 2016, l’allora assessore della Giunta Cialente aveva inviato una lettera protocollata al tavolo istituzionale dell’epoca comunicando ai dirigenti scolastici, alla provincia e all’Usr che, nonostante fosse stata assunta la decisione di non procedere col dimensionamento per l’annualità 2017/2018, si stava lavorando all'ipotesi di un provvedimento su 6 istituti comprensivi: anche in quella bozza, aggiungo giustamente, si ipotizzava di portare le scuole di Pile sotto l’istituto comprensivo che fa riferimento alla Mazzini. Per chiarire che i dirigenti scolastici sono informati da tempo”.
Bignotti è un fiume in piena: “si è parlato di terremoto emotivo, ma vi sembrano termini appropriati per un dimensionamento? Si è detto che gli studenti e le famiglie vivranno uno smarrimento, perdendo i loro punti di riferimento, come se avessimo deciso di trasferire la primaria di Bagno al Torrione o viceversa. I plessi restano dove sono. Parliamo di una riorganizzazione funzionale degli Istituti che andrà a vantaggio degli studenti. E poi, il provvedimento va proprio in senso contrario allo scollamento dal territorio paventato da coloro che stanno contestando il piano di dimensionamento”.
Un piano, è stato ribadito stamane, approvato dalla Provincia e dalla Regione che, in dicembre, darà il via libera definitivo con atto di Giunta. "Continuiamo a ricevere messaggi di professori e genitori, la maggioranza di loro, che ci spingono ad andare avanti", ha ribadito Bignotti; "d'altra parte, i dirigenti scolastici non si sono espressi pubblicamente avverso il provvedimento".
“Finalmente, mettiamo al centro lo studente” ha chiosato Luca Rocci, “cosa che fino ad oggi non era mai stata fatta. L’Aquila è una delle ultime città in Italia ad aver applicato il curriculum verticale. Si è fatto terrorismo psicologico strumentalizzando il provvedimento, condiviso dalla maggioranza. E sia chiaro: il tavolo resterà aperto, per monitorare l’andamento del dimensionamento”.