Martedì, 07 Gennaio 2020 18:32

"Parco delle acque" in abbandono: riqualificazione costò 600 mila euro

di 

Qualche giorno fa sono state rese note le 43 città che concorreranno all'assegnazione del riconoscimento di capitale italiana della cultura, titolo istituito nel 2014 dal Ministero dei Beni culturali e del Turismo. Tra le candidate, come noto, anche la città dell'Aquila che, entro il 2 marzo, dovrà presentare il proprio dossier: un progetto contenente eventi mirati a valorizzare il patrimonio artistico e culturale.

L'auspicio è che la città riesca ad ottenere l'importante riconoscimento. Tuttavia, ad oggi, sono numerose le criticità concernenti la gestione dei beni culturali restaurati nel post sisma e la manutenzione delle aree verdi che sorgono a ridosso dei luoghi di principale interesse turistico.

E' il caso delle mura civiche [qui e qui gli approfodimenti], il monumento che, dopo anni di obsolescenza, è ora considerato tra le opere maggiormente identitarie della città. A conclusione del primo lotto di lavori di consolidamento e restauro condotti dalla Soprintendenza, il camminamento che da Porta Branconia conduce a Porta San Lorenzo appare oggi in balìa dell'incuria con il sistema di illuminazione, inaugurato quattro anni fa, attualmente non funzionante.

Altro monumento fondamentale per l'economia legata al turismo è la Basilica di Collemaggio, luogo indissolubilmente legato alla Perdonanza da poco iscritta nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale immateriale dell'Unesco. Come denunciato qualche giorno fa dalle associazioni che tutelano i diritti dei disabili, il luogo sacro risulta praticamente inaccessibile per coloro che vogliano visitarlo in carrozzina. Nel 2018, inoltre, a un mese dalla ripaertura dopo il reestauro effettuato da Eni, denunciammo la totale assenza di servizi minimi di accoglienza - da quelli igienici a quelli informativi - e di custodia. Da allora, nulla è cambiato.

Tra i luoghi ufficialmente restituiti alla città dopo il sisma del 2009 c'è anche la Fontana delle 99 Cannelle nel Borgo Rivera, uno dei luoghi più suggestivi e storicamente significativi della città dell'Aquila: per l'importanza delle risorse idriche, la Rivera è stata sempre parte integrante della città, fin dalla sua fondazione, diventando uno dei principali nuclei di aggregazione.

Oggi il Borgo che ospita la fontana, oltre che la splendida chiesa di San Vito, l'antico convento di Santa Chiara e, dal 2015, anche la sede del Munda, è una zona mal collegata dal trasporto pubblico, priva di servizi e, di fatto, dimenticata dall'amministrazione comunale.  

L'abbandono e il degrado in cui versa il borgo sono stati più volte denunciati dai residenti, dalle associazioni e dalla stessa direttrice del Polo Museale dell'Abruzzo Lucia Arbace.

Lo scorso settembre Mauro Rosati dell'Archeoclub L'Aquila lanciò un appello all'amministrazione, agli Ordini professionali competenti in materia, ai residenti, alle altre istituzioni e associazioni eventualmente interessate, per redigere un progetto di riqualificazione del Borgo che appare, scrisse Rosati, "isolato dal resto della città, tagliato fuori, quasi una frazione dentro le mura dell'Aquila. Questa impressione l'avranno percepita un po' tutti quando da Borgo Rivera si prova a risalire verso via Fontesecco, a piedi o in auto (o viceversa); per raggiungere Fontesecco, infatti, bisogna avventurarsi in un pericolosissimo attraversamento di via XX settembre dove le auto e i camion corrono spesso a velocità sostenuta". Un appello, quello dell'Archeoclub L'Aquila, caduto nel vuoto.

Non solo. La strada che da via XX settembre scende fino alla Fontana delle 99 cannelle, è dissestata e difficilmente percorribile; tra l'altro, è spesso percorso in senso contrario, e vietato, da automibili che dalla porta Rivera salgono verso la città.

Il Parco delle Acque

Uno degli interventi di valorizzazione della zona nel post-sisma riguardò la riqualificazione dell'area verde di 3000 mq che sovrasta la Fontana delle 99 cannelle, dove, nel 2016 nacque il Parco delle Acque, inaugurato dall'allora assessore con delega alle opere pubbliche Maurizio Capri. Il progetto, fortemente voluto dalla giunta Cialente e finanziato, nel 2012, con risorse stanziate con apposita Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri per opere finalizzate a prevenire il dissesto idrogeologico, fu iscritto in un più ampio progetto di riqualificazione dell’intero quartiere della Rivera.

Gli interventi per adibire l'area verde a parco urbano costarono circa 600 mila euro, la maggior parte dei quali (500 mila euro) fu spesa per gli espropri dei terreni, tutti privati, che il Comune dovette comprare per acquisire l'area. Il resto fu impiegato per lo sbancamento e la messa in sicurezza della scarpata, caratterizzata da un notevole dislivello, e per gli altri lavori di rifinitura (sentieri pedonali, panchine, muretti in pietra, recinzioni e piantumazione del prato). Ulteriori 200 mila euro furono iscritti nel bilancio per la ristrutturazione dei ruderi di una vecchia conceria presente all’interno dell’area verde.

Con il cambio dell'amministrazione, però, il progetto non è stato più ripreso.

Oggi il Parco di Borgo Rivera, il quartiere più antico della città e dove si concentra gran parte del patrimonio artistico dell'Aquila, non è certo valorizzato come ci si aspetterebbe. Il cancello di entrata è socchiuso, e la parte superiore, dove si trova la vecchia conceria, appare completamente abbandonata e inaccessibile. Il belvedere terrazzato, che affaccia sulla Fontana delle 99 cannelle e che potrebbe diventare con poco sforzo uno degli angoli verdi più suggestivi della città, è trascurato, sconosciuto ai più e poco frequentato.

Una città che si candida a diventare capitale italiana della cultura dovrebbe promuovere in modo assai più saggio il proprio patrimonio artistico.

Le immagini del Parco delle Acque.

2020 -07-01- 1

2020 -07-01- 2

2020 -07-01- 3

2020 -07-01- 4

2020 -07-01- 5

Ultima modifica il Mercoledì, 08 Gennaio 2020 16:45

Articoli correlati (da tag)

Chiudi