Sono 649 le opere pubbliche in Italia che non sono mai state completate. Secondo l'Anagrafe delle opere incompiute di interesse nazionale, in Abruzzo sarebbero 40. Un patrimonio edilizio lasciato a sé stesso, al tempo, al degrado.
Eppure, sempre più spesso negli ultimi tempi si sente parlare di "riutilizzo" e "valorizzazione degli spazi", sull'onda di una sorta di ambientalismo dettato più una tendenza passeggera, che da serie convinzioni. Se infatti, da una parte aumentano i progetti che prevedono una nuova destinazione d'uso a vecchi edifici abbandonati, spazi inutilizzati e quant'altro, dall'altra non si arresta un'urbanizzazione sgangherata che si insinua nelle nostre città, deviandone la coesione sociale.
Il nostro territorio, nel suo piccolo, non è da meno. L'Aquila vanta una lunga lista di edifici, aree verdi, piccole e grandi strutture abbandonate che abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni ma che abbiamo imparato a considerare parte del paesaggio urbano. Una decadenza che, accentuata dal sisma, abbiamo incosapevolmente accettato come se non vi fosse altro modo di vivere questa città ed i suoi spazi.
C'è invece chi, con un po' di fantasia, è riuscita ad immaginare un nuova destinazione per questi spazi, un nuovo uso. E' su questa filosofia che si muove ReUSEs (Reuse of Urban and Social spacEs), il progetto ideato dalle associazioni Viviamolaq, Policentrica e Fablabab e nato grazie al co-finanziamento del Comune dell'Aquila, nell'ambito dell'anagrafe progetti partecipativi.
Grazie alle segnalazioni dei cittadini, si è proceduto ad una mappatura dei spazi pubblici sottoutilizzati del Comune dell'Aquila, una sorta di vademecum di incompiute o angoli di città inutilizzati. Il progetto è entrato adesso nella fase successiva: si procederà a scegliere una proposta di riqualificazione, presentato da singoli o associazioni, [che vi raccontiamo qui] e portarlo a compimento, ovviamente tenendo conto del vincolo del budget a disposizione di soli 3mila euro.
Ciò che ha catturato la nostra attenzione, però, è la mappa, che resterà come un promemoria per gli anni a venire, non solo per il recupero di questi edifici, ma paradossalmente per ricordarne l'esistenza. Per queste ragioni, News-Town ha deciso di mostrarvi quanto finora è stato "mappato", aggiungendo quelli che ritiene essere altri punti di interesse che andrebbero riqualificati.
Insieme faremo un viaggio che, grazie alle immagini, ci porterà dall'estrema periferia al centro storico, alla scoperta di quei luoghi che forse abbiamo dimenticato ma che è necessario riprendersi.
Ex-Sercom (Pagliare di Sassa, L'Aquila)
Un complesso di 24mila metri quadrati concepito per essere il primo centro commerciale della città e, insieme, un centro polifunzionale. Nel progetto inziale era prevista anche la realizzazione di un palazzetto del ghiaccio, di una discoteca e di un ristorante.
L'edificio fu costruito durante l'amministrazione Tempesta ma non è mai stato ultimato. Se ne è parlato già nel 2003, quando ci furono i primi interessamenti da parte della Guardia di Finanza sui legami con l'immobiliarista Luigi Zunino, noto per la fallita scalata alla "Banca Antonveneta". Dieci anni dopo la procura dell'Aquila ha aperto un'inchiesta perché lo spazio in questione sarebbe stato utilizzato come discarica abusiva di materiali tossici per alcune imprese della ricostruzione. Intanto accanto all'Ex- Sercom è sorto il Progetto Case di Pagliare di Sassa.
Negli ultimi anni si è parlato molto delle sorti della struttura, anche su pressione del gruppo consiliare "L'Aquila che Vogliamo". Lo scorso 14 aprile, una delibera di giunta aveva specificato quella che voleva essere la destinazione d'uso del complesso. Si parlava di "attività produttive con esclusione dell'insediamento di industrie malsane, nocive o comunque configgenti con la residenzialità delle aree circostanti, includendo, ovviamente, anche eventuali laboratori, depositi, strutture direzionali ed accessori".
Al momento, tuttavia, lo stabile rimane utilizzato dal Comune dell'Aquila unicamente come deposito dei materiali della messa in sicurezza (ponteggi, legni e puntellamenti).
La fotogallery