Martedì, 13 Giugno 2017 22:14

Terremoto Centro Italia: sì all'utilizzo dei fondi europei al 95%

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Il Parlamento europeo riunito in seduta plenaria ha approvato l’accordo raggiunto a fine maggio con gli Stati membri sull’utilizzo dei fondi europei al 95% per le opere di ricostruzione post-disastri naturali, come terremoti e alluvioni; sono stati 625 i voti a favore, 5 contrari e 28 astensioni. Il testo entrerà in vigore dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ue, prevista per il 25 luglio; le risorse potranno essere spese dal mese di agosto.

Il nuovo regolamento modifica quello sulla politica di coesione 2014-2020, introducendo un asse separato e prioritario per le operazioni di ricostruzione, con un finanziamento fino al 95% supportato dal Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). Una misura che interessa in prima battuta l’Italia colpita dai terremoti tra agosto e ottobre. Il regolamento si applicherà in maniera retroattiva dal 1° gennaio 2014.

Il compromesso raggiunto a fine maggio aveva superato lo stallo cui si era giunti dopo la richiesta di fissare la soglia al 90% avanzata dalla Germania appoggiata da Olanda, Regno Unito, Austria, Svezia, Danimarca e Finlandia. La Commissione Ue aveva proposto inizialmente l’uso del 100% dei fondi Fesr senza una quota di cofinanziamento da parte dei Paesi. Gli eurodeputati hanno spinto per introdurre un tetto massimo del 5% a quanto può essere prelevato dalla quota Fesr di uno Stato membro per il periodo 2014-2020.

Con il via libera definitivo del Parlamento europeo, "ci sarà più di 1 miliardo di euro disponibile", ha spiegato il presidente dell’eurocamera Antonio Tajani sottolineando "il lavoro che il Parlamento sta facendo per difendere gli interessi di questi cittadini italiani e europei". A questo denaro, già stanziato nel bilancio 2014-2020 ma che non avrebbe potuto essere impiegato per la ricostruzione senza il voto del Parlamento, si aggiungono, spiega Tajani, circa 1,3 miliardi del Fondo europeo di solidarietà che potranno essere impiegati a favore delle zone colpite.

"In totale - riassume - siamo oltre i 2 miliardi di fondi europei che potranno essere utilizzati: una buona notizia per l’Italia".

"L’Europa ci ha dato un contributo straordinario per la ricostruzione", ha festeggiato il governatore Luciano D'Alfonso; inoltre, "ciò che viene impiegato finanziariamente non rileva ai fini del Patto di Stabilità", ha aggiunto.

D'Alfonso ha colto l'occasione per fare un punto sullo stato d'attuazione del piano d'emergenza post terremoto del centro Italia. "In 270 giorni, sono quasi finite tutte le verifiche di resistenza sismica degli edifici interessati, tenendo conto che ci sono stati 3 terremoti e l’ultimo del 18 gennaio ha fatto ricominciare da capo tutte le verifiche, poiché la procedura non può che essere questa. I terremoti hanno prodotto un cratere sismico in Abruzzo di 108 mila persone potenziali e la neve ha liberato le aree di montagna da sottoporre a verifica per le soluzioni alternative, per esempio le stalle, solo dopo fine marzo. Nel frattempo abbiamo tutta la dotazione normativa e finanziaria".

D’Alfonso ha aggiunto che "i soldi degli sms, pari, ad oggi, a 32.33 milioni euro, sono in corso di assegnazione per i singoli progetti di adesione territoriale. In Abruzzo arrivano 3.5 milioni poiché i danni sono stati il 10 % del totale. I fondi delle donazioni sono amministrati e verificati da magistrati emeriti della Repubblica. Per la Regione Abruzzo il designato è il presidente Angelo Zaccagnini”.

Infine, "le casette sono connesse alle richieste fatte dai Comuni. Nel frattempo la norma ha previsto l’utilizzo delle abitazioni costruite invendute del mercato edile locale - ha concluso il governatore - con tanto di avviso rivolto a tutto l’esistente e verificando da parte della Protezione civile nazionale”.

 

Ultima modifica il Mercoledì, 14 Giugno 2017 09:18

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