"Il governo ha risposto oggi in Aula, alla Camera dei Deputati, alla mia interpellanza che chiedeva conto del mancato utilizzo da parte dell'Inail dei fondi destinati alla ricostruzione dell'Aquila. Il governo ha ammesso i gravi ritardi nell'utilizzo di quei fondi dell'Inail pari - per il periodo 2011-2012 - alla cifra rilevante di 1 miliardo e 57 milioni di euro".
A renderlo noto è il deputato di Sel, Gianni Melilla. "Questi fondi - spiega - sono pienamente disponibili e utilizzabili e vanno per questo spesi in direzione della ricostruzione dell'Aquila. Il governo ha fatto presente che l'Inail, su proposta dell'Amministrazione comunale dell'Aquila, spenderà 50 milioni di euro per realizzare nel piano triennale 2014-2016 il 'Nuovo Polo scolastico-culturale-sportivo dell'Aquila'. L'Inail - secondo quanto riferisce il parlamentare - ha attribuito la responsabilità del mancato utilizzo dell'oltre 1 miliardo di euro disponibili sin dal 2011 all'incertezza normativa intercorsa. Per questo, ho chiesto al governo di fare chiarezza in tempi rapidi per superare i problemi di natura interpretativa delle norme al fine di consentire l'utilizzo del tesoro dell'Inail destinato alla ricostruzione dell'Aquila".
Il fatto - per Melilla - è assolutamente scandaloso: "si tengono nel cassetto 1 miliardo e 57 milioni di euro che potrebbero creare lavoro e dare un colpo decisivo alla ricostruzione dell'Aquila. Il Governo - conclude il deputato di Sel - si è impegnato a risolvere in tempi rapidi la questione. Vedremo di incalzarli a dovere".
Melilla non fa cenno però all'altro miliardo che sarebbe a disposizione per la ricostruzione del cratere. Nel dicembre scorso, NewsTown aveva provato a fare un pò di chiarezza dopo la pubblicazione - sul sito del Corriere della Sera - di un articolo nel quale si raccontava come nelle casse dell'Inail ci fosse appunto un tesoretto di 2 miliardi di euro di fondi mai spesi per colpa delle solite pastoie burocratiche. L'articolo, non firmato, conteneva anche un'intervista al presidente dell'Istituto, Giuseppe Lucibello, che si diceva “arrabbiato” per non aver potuto impegnare nemmeno un euro di quella somma anche a causa della mancanza di iniziativa degli enti locali, che non avevano presentato alcun progetto finanziabile.
Le affermazioni di Lucibello e il contenuto dell'articolo avevano suscitato incredulità e sdegno in molti cittadini aquilani, che avevano interpretato la notizia come l'ennesimo caso di malagestione di fondi pubblici legati alla ricostruzione. Anche perché il Corriere aveva lasciato intendere che i 2 miliardi erano contributi a fondo perduto che, come tali, avrebbero potuto essere spesi per finanziare una serie di interventi, dal recupero del centro storico alla costruzione di un campus universitario.
Il racconto fatto dal Corriere però era incompleto. Perché, se è vero che l'Inail ha riserve per 2 miliardi di euro - un surplus accantonato per effetto della riscossione dei premi - messe a disposizione dell'Aquila, non è vero che si tratta di risorse erogabili a fondo perduto. Tra l'altro, a leggere le parole di Melilla, viene il dubbio che a questo punto siano in effetti due i miliardi a disposizione. Carlo Gasperini, direttore generale del patrimonio, aveva spiegato a NewsTown che si tratta di fondi che l'istituto può investire a patto che generino dei rendimenti. “L'Inail” ha detto Gasperini “com'è noto non dà finanziamenti a fondo perduto. In quanto compagnia di assicurazione, investiamo per avere un minimo di redditività. Nel nostro caso questa è del 3,1%. Tutte le volte che facciamo investimenti, come prevede il nostro regolamento, acquisiamo la proprietà dell'immobile e poi lo riconcediamo in locazione all'utilizzatore, a un canone di rendimento che è del 3,1% rispetto all'importo totale degli investimenti. Avevamo proposto di spendere una parte dei 2 miliardi per ricostruire la sede comunale ma è chiaro che a quel punto il Comune dovrebbe riconoscerci un canone di locazione, visto che l'immobile diventerebbe di nostra proprietà”.
Il Comune dell'Aquila aveva tutto da perdere da un'operazione del genere, dal momento che il rifacimento della sede unica comunale, un progetto da 35 milioni di euro, è già stato finanziato in conto capitale dalla delibera Cipe 135. Gasperini ha ricostruito i vari passaggi che hanno condotto allo stallo attuale: “La norma originaria, contenuta nella legge 77 del 2009, prevedeva che l'Inail potesse intervenire attraverso investimenti in forma indiretta, cioè attraverso la mediazione di fondi immobiliari. All'inizio suggerimmo di avvalerci di fondi immobiliari già esistenti ma l'Autorità di vigilanza sui lavori pubblici bocciò la proposta imponendoci procedure di gara. Nel frattempo era intervenuto anche il decreto Milleproroghe del 2011, che invece autorizzava l'Inail a investire anche in forma diretta. Il decreto prevedeva però, all'ultimo comma, che gli investimenti dovessero essere individuati attraverso lo strumento previsto dalla norma originaria, la legge 77, vale a dire le Opcm emanate su proposta della Protezione civile. Ma quando, per effetto della legge 83 del 2012, in Abruzzo è cessato lo stato di emergenza, si è fermato tutto, perché non si è più capito chi avrebbe dovuto indirizzare i nostri finanziamenti”.
Sbarrata la strada degli investimenti indiretti, all'Inail resta da percorrere quella degli investimenti diretti. Lì non ci sono ostacoli di sorta, perché la normativa c'è già, andrebbe solo applicata. Ora, sappiamo almeno che 50 milioni di euro verranno investiti per realizzare nel piano triennale 2014-2016 il 'Nuovo Polo scolastico-culturale-sportivo dell'Aquila'.