«Difficile dirlo con certezza» afferma l'assessore «dovremmo essere su quella cifra». Ma secondo una relazione del ministero sarebbero più del doppio
Non è facile capire cosa siano i debiti fuori bilancio, come nascono e quali effetti concreti producano sugli enti locali. Il tema è molto tecnico. In questo articolo - il primo di una serie - cercheremo di inquadrare l'argomento e, soprattutto, di stabilire a quanto ammontano i debiti fuori bilancio del comune dell'Aquila. Sperando di risultare il più chiari possibile, vista la complessità dell’argomento.
Iniziamo col dire che i debiti fuori bilancio stanno diventando il tallone d'Achille di molti comuni italiani. Diverse relazioni di varie sezioni territoriali della Corte dei Conti hanno messo in evidenza come «da fattore patologico» si siano trasformati «in ordinaria modalità di gestione della spesa».
Il problema interessa da vicino e in misura considerevole anche il comune dell'Aquila, che sta provvedendo all'accertamento e al riconoscimento dei propri.
Di recente se ne è parlato molto soprattutto in consiglio comunale, l'organo al quale, per legge, spetta il riconoscimento dei debiti fuori bilancio.
Cosa sono i debiti fuori bilancio. Una definizione di debito fuori bilancio l’ha fornita il Ministero dell’Interno con la circolare 20 settembre 1993 n. F.L.21/1993 dedicata ai problemi del risanamento degli enti locali territoriali in stato di dissesto. In particolare, secondo il Ministero dell’Interno, il debito fuori bilancio può essere definito come “un’obbligazione verso terzi per il pagamento di una determinata somma di denaro [...] assunta in violazione delle norme giuscontabili che regolano i procedimenti di spesa degli enti locali”.
Tradotto, vuol dire che i debiti fuori bilancio sono debiti assunti da un Comune al di là degli stanziamenti previsti dal bilancio di previsione. Debiti, in altri termini, contratti senza deliberazione e oltre il limite di spesa autorizzato
Una zavorra che falsa la situazione finanziaria e gestionale dei Comuni. I debiti fuori bilancio non solo espongono l'ente che li contrae a controversie legali ma sconvolgono gli equilibri di bilancio togliendo di fatto significatività e valore alle stesse scritture contabili. I debiti fuori bilancio, cioè, rendono spesso inattendibile la situazione finanziaria e gestionale ufficialmente presentata dai Comuni, che possono anche arrivare a evidenziare avanzi di amministrazione di fatto inesistenti o, al contrario, occultare disavanzi sommersi.
Tipologie di debiti fuori bilancio. L'articolo 194 del TUEL, il Testo unico degli Enti Locali, stabilisce che i debiti fuori bilancio possono avere origini diverse. Possono derivare da sentenze esecutive con le quali i Comuni sono stati condannati al pagamento di una somma di denaro; dalla copertura di disavanzi di consorzi, aziende speciali e istituzioni; dalla ricapitalizzazione di società di capitali costituite per l'esercizio di servizi pubblici locali; da procedure espropriative o di occupazione d'urgenza per opere di pubblica utilità; dall'acquisizione di beni e servizi, nei limiti di utilità ed arricchimento per l'ente, nell'ambito dell'espletamento di pubbliche funzioni e servizi di competenza.
Non tutti i debiti sono uguali. L'articolo 194 del Tuel appena citato stabilisce, in sostanza, che è legittimo sanare i debiti fuori bilancio purché l'ente che li ha contratti ne abbia tratto una qualche utilità o arricchimento. Semplificando, si può dunque parlare di debiti fuori bilancio “buoni” e di debiti fuori bilancio “cattivi”. Quelli buoni sono quelli accumulati da un Comune per finanziare opere o servizi di pubblica utilità. Quelli cattivi sono quelli che vengono a crearsi in seguito a una gestione finanziaria inadeguata protrattasi nel tempo.
Qualche esempio degli uni e degli altri.
L'anno scorso il comune dell'Aquila, al pari di molti altri comuni abruzzesi, dovette fronteggiare l'emergenza sorta per le copiose nevicate di gennaio e febbraio. Per poter ripristinare la viabilità cittadina, far entrare in azione i mezzi spargisale e spazzaneve, far scattare insomma una macchina dei soccorsi adeguata a quel tipo di emergenza, il Comune dovette sostenere spese ingenti, molto più alte di quelle previste da un piano neve tarato su nevicate “normali” e non stanziate, pertanto, nel bilancio di previsione.
Questo è un caso di debito fuori bilancio “buono”.
La scorsa settimana il consiglio comunale, su insistenza di alcuni consiglieri di minoranza, ha insabbiato l'approvazione di una delibera per il riconoscimento di un debito fuori bilancio maturato dal Comune nei confronti dei componenti di una commissione, esistita fra il 2004 e il 2006, che avrebbe dovuto occuparsi della valutazione e della stima dei beni immobili comunali e dei relativi canoni d'affitto. 100 mila euro è la cifra che il Comune, in teoria, dovrebbe sborsare per pagare le riunioni tenute dalla commissione. Quello che è strano è il modo in cui è maturata questa cifra. Come ha sottolineato il consigliere comunale dell'Idv Angelo Mancini nel corso della seduta consiliare, «nel 2004 il numero degli incontri è stato di 1.062, di cui solo 300 riconosciuti dall'ente e 91 da liquidare». Se dovessimo dar retta a questi numeri, ha detto Mancini, «i tre professionisti, nel 2004, avrebbero dovuto svolgere una media di circa 3 riunioni al giorno, feste comprese».
Questo potrebbe essere definito un caso di debito fuori bilancio “cattivo”, determinatosi a fronte di comportamenti e gestioni quantomeno poco trasparenti.
A chi spetta il riconoscimento dei debiti fuori bilancio? Spetta, come accennato poc'anzi, al consiglio comunale, che ha l'obbligo di trasmettere gli atti di riconoscimento della legittimità dei debiti alla competente Procura regionale della Corte dei Conti. Sarà quest'ultima a verificare che non vi siano eventuali danni patrimoniali o responsabilità nel caso in cui il riconoscimento sia avvenuto al di fuori delle ipotesi previste dalla legge
Come vengono ripianati i debiti fuori bilancio? Sempre il Tuel, all'articolo 193, offre la possibilità, a Comuni e Province, di utilizzare tutte le entrate e le disponibilità, ad eccezione di prestiti; risorse che, per legge, hanno una specifica destinazione; vendita di beni patrimoniali disponibili. I Comuni hanno quindi una certa discrezionalità nel decidere quali risorse finanziare impegnare e possono anche scegliere di ricorrere a un piano di rateizzazione della durata di tre anni (piano da concordare con i creditori) e all'accensione di mutui (quest'ultima eventualità è praticabile solo per la copertura dei debiti fuori bilancio maturati prima dell'entrata in vigore della legge costituzionale 3/2001, con la quale si è stabilito che gli enti locali possono indebitarsi solo per le spese di investimento)
Quanti sono, in totale, i debiti fuori bilancio del comune dell'Aquila? E' una domanda alla quale nessuno, al momento, sa rispondere con certezza. L'assessore comunale al bilancio, Lelio De Santis, pochi giorni fa ha affermato che si possono fare solo stime di massima, secondo le quali i debiti ammonterebbero a 20/25 milioni di euro. Parliamo, sempre secondo De Santis, di debiti dall'importo definito.
Ma esiste una ben nota relazione dell'ispettore del ministero dell'economia e delle finanze Aldo Falzone che parla di cifre molto più alte. Secondo tale rapporto, che sintetizza, a sua volta, il contenuto di una ricognizione fatta dalla Commissione consiliare permanente Garanzia e Controllo, i debiti fuori bilancio del Comune dell'Aquila con importo definito ammonterebbero a 29 milioni e 613 mila euro. Se ad essi si sommano i debiti con contenzioso in atto e importo indefinito, i cosiddetti debiti potenziali ed emergenti, il totale lievita fino a raggiungere i 54 milioni di euro (vedi tabella).
Un buco enorme, maturato nell'arco di molti anni e preesistente alle difficoltà finanziarie determinate dal terremoto. Basti solo pensare che il 37% di questi 54 milioni (circa 20 milioni di euro) è rappresentato dal debito relativo al parcheggio di Collemaggio, un'opera risalente agli anni Novanta. Ma spiccano anche i “buffi” fatti all'epoca delle faraoniche edizioni della Perdonanza, quelle degli anni dell'amministrazione Tempesta; debiti accumulati soprattutto nei confronti di artisti e cantanti (come i 76 mila euro del concerto di Carmen Consoli del 2003), mai saldati e tutt'ora pendenti.
E' evidente che se il Comune viene condannato a pagare ma la somma non viene liquidata, a quel punto scattano anche gli interessi e il debito aumenta. Per non parlare delle tante azioni risarcitorie avviate nei confronti del Comune per una serie di ritardi amministrativi (ad esempio, sulla questione delle cosiddette aree bianche).
Finora il comune dell'Aquila ha riconosciuto debiti fuori bilancio per complessivi 5 milioni di euro. L'8 Marzo il consiglio comunale ha approvato anche un regolamento che dovrebbe rendere più facile sia liquidare i debiti sia individuare e “punire” i responsabili di eventuali danni erariali. Ma, come abbiamo visto, si tratta di una massa destinata inesorabilmente a crescere.
(Segue)